La
Calabria. Libro sussidiario di cultura regionale
di Corrado Alvaro
riedizione Reggio
Calabria, Iiriti Editore, 2003
pp. 230
€ 16 (cartaceo)
Rileggere questo volume, dedicato alla regione nativa di
Corrado Alvaro, significa entrare in un dimensione storico, geografica, di
profonda tradizione culturale e popolare non solamente riferita al passato. Corrado
Alvaro è stato un autore davvero prolifico in diversi campi. Oltre che finissimo
scrittore calabrese, giornalista apprezzato, eccellente traduttore, Alvaro
entra a pieno titolo nella dimensione cosmopolita perché è tuttora uno dei
nostri migliori autori conosciuti all’estero. Una personalità poliedrica e
tenace che lo porta ad assumere posizioni politiche nette antifasciste in un
periodo storico in cui tanti sono gli scrittori costretti ad emigrare per poter
svolgere il proprio lavoro. Nel 1925 l’allora editore Carabba gli propone di
scrivere alcune opere destinate alle scuole, compito che lo scrittore accetta
in un momento di difficoltà economica, ma che egli compila con estrema
competenza e professionalità. Una delle prime note, infatti, precisa come il
volume sia compilato in conformità ai programmi
ministeriali del 1923 che prevedevano l’identificazione e la
salvaguardia dell’etnia regionale.
Il libro si distingue per una perfetta linearità sugli argomenti
trattati, per scorrevolezza e chiarezza espositiva, che risultano fondamentali
per l’utilizzo che ne fanno il docente e l’allievo, per la competenza storico
geografica dimostrata da chi come Alvaro conosce perfettamente la propria terra
e per un’ interdisciplinarietà descrittiva che facilita la comprensione di chi
legge, studia o semplicemente desidera accrescere le proprie conoscenze.
La Calabria è il paese
dell’anima per lo scrittore e sfogliando le pagine si avverte la sensazione
del profondo attaccamento alla propria terra natia e la caratura della cifra
espressiva attraverso la quale l’autore rivela le proprie origini rappresentate
dal mondo mitico regionalistico.
Il volume è strutturato in modo organico: sono elencati i
mesi dell’anno preceduti dal calendario storico nazionale: per ogni mese
l’autore dedica una poesia in calabrese, un proverbio, una leggenda indovinelli
e alcuni canti calabresi che ne valorizzano l’essenza popolare; seguono poi una
descrizione fisica dettagliata dei luoghi in cui convergono tutti gli elementi
morfologici e geografici prevalenti, i posti amati dagli stranieri, in cui ogni
persona che ha avuto modo di entrare, visitare, alloggiare per periodi brevi o
lunghi offre la propria testimonianza concreta sui luoghi rimasti particolarmente
impressi. Non mancano notizie dettagliate riguardo le fiere, i mercati
periodici, le feste che si svolgono in un determinato periodo dell’anno.
Nel catasto della memoria dello scrittore e delle persone
che hanno amato questa splendida terra ecco quindi riemergere luoghi simbolo
della storia e della mitologia: Scilla, uno dei punti più belli del litolare
con i “suoi bianchi edifici, il massiccio roccioso coronato dal castello”, da
dove si intravedono le isole Eolie che formano uno sfondo magnifico; Palmi,
soggetto pittoresco dalle rocce grigie e gli splendidi ulivi verdeggianti; il
monte Elia che ha dato origine ad una delle tante leggende mitiche, il
santuario di Polsi circondato da limpidi ruscelli e da una imponente valle.
L’Aspromonte “grande gruppo granitico” che occupa la punta estrema della
Calabria, un promontorio molto alto dove si trovano tuttora tracce di vita
marina come conchiglie e pietre fossili. Le tre (a quel tempo) province della
Calabria: Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Delle tre colpisce soprattutto
la descrizione di Reggio situata nella
punta più meridionale, città di antica tradizione storica, definita il Paradiso della Calabria, città distesa
ai piedi del selvoso Aspromonte e mitico passaggio per la Sicilia, dai panorami
mozzafiato e il lungomare meravigliosamente lungo. Sede di un arcivescovado è
ricca nel commercio di seta, frutti, vino, pesce, olio, confetterie ed essenze
ed è anche il luogo in cui si coltiva il bergamotto. Poi ancora Gerace, ampia
città vescovile ricca di edifici antichi e situata sopra un angusto rialzo
roccioso e Stilo situata ai piedi di alte rocce perpendicolari e costruita su
una specie di terrazzo ad anfiteatro, poi ancora i golfi da Squillace a Gioia
Tauro, a Sant’Eufemia., Crotone e la piana d Sibari, per citare solo alcuni
degli splendidi luoghi descritti dallo scrittore.
Notevole lo spazio dedicato alle tradizioni stagionali e in
particolare quelle natalizie: il presepe è eseguito artigianalmente con “rami
di aranci carichi di frutta, arricchito con ponti coperti di muschio da un
punto ad un altro della costruzione, con montagne, strade ripide, steccati per
le mandrie e laghetti”. Un presepe che ha lo stesso aspetto del paesaggio
calabrese: dalle valli sbucano fiumi; le montagne sono ripide e selvagge. Su
tutto pende il bel giallo arancio simile ad un frutto favoloso. Tutti i pastori
assomigliano alle persone conosciute. C’è l’uomo che porta la ricottina, quello
che porta l’agnello e fuma una lunga pipa, non manca il mendicante davanti al Presepe.
Si trova poi la gente che balla fra il tamburino, il piffero e la zampogna, il
cacciatore col fucile, il mendicante, c’è l’osteria dove si ammazza il maiale e
la gente beve, la fontana dove le donne vanno a lavare i panni e trovano spazio
anche i carabinieri che stanno per arrestare qualcuno. Sorprende come, in tutti
i presepi calabresi, esista la statuina dell’incantato, un pover’uomo che non ha nulla e che non porta nulla. Se ne sta a
braccia aperte con la bocca spalancata a guardare la stella che brilla sopra la
grotta”.
Corrado Alvaro è lo scrittore dalle atmosfere magiche, che
sa coniugare un realismo magico oscillante tra il mito greco e una nascente
mitologia gloriosa perennemente in lotta con gli elementi della terra. Grazie a questo volume ripercorriamo alcune
tappe storiche importanti, dalla civiltà della Magna Grecia, alla conquista
romana, alle dominazioni medievali bizantine e normanne, fino agli Angioni, gli
aragonesi e la contemporaneità. Molti sono i personaggi rievocati con competenza
da Corrrado Alvaro: da Cassiodoro, uno dei maggiori filosofi del Medioevo, a
San Francesco di Paola, a Pitagora una delle più grandi figure greche, a Telesio,
filosofo e naturalista italiano, fino ad uno dei suoi discepoli più celebri,
Tommaso Campanella, poeta e autore della celebre Città del sole. Le descrizioni
hanno il sapore di un lungo viaggio vissuto personalmente. Alvaro dimostra una
conoscenza dettagliata della sua regione e indica riferimenti precisi di
carattere storico, geologico, morfologico e dell’idrografia superficiale.
Un libro scritto da chi ama profondamente la propria terra e
vuole valorizzarne l’essenza, le particolarità, la bellezza dei luoghi senza
tempo, una Calabria come affascinante musa ispiratrice di tanti poeti e autori.
È una bellezza di pura geologia, di conformazione del terreno, e di storia della terra che ha il ricordo di un cosmo operante, dei geli delle epoche remote, degli oceani che lambivano le cime dei monti e ritirandosi hanno scavato le terrazze; e l’elaborazione della natura e il suo rivolgimento
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