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Il crepuscolo dei media - Il futuro dell'informarsi e dell'informare

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Il crepuscolo dei media
di Vittorio Meloni
Editori Laterza

pp. 137

€ 13 (cartaceo)
€ 7,99 (e-book)



Oggigiorno nel mondo occidentale non si parla quasi più di rivolte nelle piazze, perlomeno non in quelle fisiche, perché al loro posto sono subentrate le piazze virtuali e, quindi, la cosiddetta "rivoluzione digitale".

In questo piccolo saggio intitolato Il crepuscolo dei media. Informazione, tecnologia e mercato (edito da Laterza) il responsabile delle relazioni esterne di Intesa Sanpaolo, Vittorio Meloni, analizza in modo asciutto e rigoroso la crisi che l'avvento del mondo digitale ha prodotto sui mezzi di informazione "tradizionali".

Se il processo che condurrà all'estinzione (o almeno alla graduale trasformazione) della carta stampata e della televisione non può essere arrestato, è quantomeno doveroso comprenderne i meccanismi, così da non essere fagocitati da questa lenta ma inarrestabile ondata di cambiamento.

Meloni non si limita a sciorinare la moltitudine di dati che indica il crollo delle vendite dei quotidiani, ma prova a coinvolgere i fruitori delle informazioni, i consumatori, i lettori della mole di notizie che ogni giorno ci investe e nella quale spesso si celano, purtroppo, anche le fake news.

Infatti, alla diminuzione delle figure lavorative impiegate nell'editoria ha fatto da contraltare una vera e propria svalutazione delle notizie, e sono scemate senza ombra di dubbio anche la professionalità e la verifica delle fonti che hanno contraddistinto il lavoro del giornalista negli anni passati. 

Dunque, quale futuro si prospetta per le redazioni giornalistiche, quelle televisive e radiofoniche?
E quali "armi" abbiamo a disposizione noi lettori, spettatori e ascoltatori?
Meloni afferma con sicurezza che non saranno sufficienti i ritardi del nostro Paese per difendere il mercato italiano dalla digital economy, ma dovranno essere i media a comprendere la necessità di trasformarsi per sopravvivere alla digitalizzazione, dovranno, cioè, acquisire la consapevolezza che si deve cambiare per crescere.
"La sfida dei media, in Italia, è quella di trasformarsi per sopravvivere all'onda digitale e prosperare in un nuovo mondo centrato sulla rete".  
Si potranno cercare alleanze tra i mezzi di informazione tradizionale e quelli digitali, si potrà tentare di allargare la soglia del copyright, ma gli utenti di oggi devono prendere sempre più familiarità con l'idea che diverrà più difficile difendersi dalle molte notizie false che circoleranno in rete, perché saranno loro stessi a creare e controllare l'informazione, che diverrà sempre più liquida (per citare Zygmunt Bauman).

L'unica certezza è che non si smetterà mai di aver bisogno di informarsi, di leggere, di capire il mondo che si muove attorno a noi e del quale siamo anche noi stessi i protagonisti. La vera abilità consisterà nel riuscire a discernere le notizie reali da quelle false, nell'adeguarsi alle piazze digitali che, per certi versi, somigliano ancora alla Pnice, la collina sotto l'Acropoli di Atene dove si riunivano i cittadini maschi con diritti politici per deliberare su quasi tutte le questioni di rilievo nella vita della polis.
"Il futuro dell'informazione sta a cavallo di due mondi: tradizione, reinterpretata in chiave digitale, e nuova Pnice dei social. Le news, da una parte, possono ancora utilizzare i veicoli, digitalizzati, del giornalismo tradizionale e, oggi, la loro crescente visibilità sui social. Dall'altra, possono essere generate e distribuite accedendo direttamente alla vastissima platea social".

Ilaria Pocaforza