di Luca Vanzella e Giopota
Milano, Bao Publishing, 2017
pp. 224
euro 20,00 (cartaceo)
Cosa succede quando un ragazzo viene lasciato da quello che credeva essere il suo grande amore? Antonio Vanzella e Giopota ci portano per mano dentro un anno di vita di Antonio, studente di storia medievale, innamoratosi di Tancredi, dj. I due dopo una storia durata qualche mese si lasciano e per Antonio, timido, riservato, incline più allo studio che allo sballo da discoteca, è un duro colpo. Durante l'evolversi della graphic novel, divisa in dieci sezioni, ognuna corrispondente ad un mese del calendario, da settembre ad agosto, il protagonista deve fare i conti con i sentimenti che chiunque si sia lasciato alle spalle una relazione deve affrontare: la sofferenza, la nostalgia, il desiderio di tornare indietro, la voglia di rivedere la persona amata, l'iniziale rifiuto di ogni contatto sociale e i primi, goffi, tentativi di iniziare una nuova storia.
La forza della vicenda di Vanzella e Giopota sta proprio nell'aderenza alla realtà, nel tentativo di raccontare fedelmente quella parte della storia che nessuno racconta mai, non avendo paura di indugiare sulle situazioni che prendono la scena quando il sipario è ormai calato: gli esperimenti degli amici fedeli per trovargli un nuovo amore, i nuovi incontri, gli appuntamenti senza seguito e la scoperta che un'iniziale simpatia non si trasforma per forza in un'affinità amorosa.
La genuinità di Antonio è disarmante:
lo seguiamo nei suoi tentativi di dimenticare l'ex, e sorridiamo
dolcemente quando leggiamo che in lui è ancora forte la tentazione di
mandargli un messaggio, per dirgli che gli manca, che lo vorrebbe, che
lo ama ancora.
È una Bologna magica quella di Un anno senza te, così come incantevole è la storia che viene raccontata in questo libro. Una città in cui è normale vedere scendere dal cielo, al posto della neve, dei conigli immacolati, in cui è possibile portare in dono una nuvola rosa e incontrare il proprio doppio. Tutto ciò non ci stupisce, perché, proseguendo nella lettura, il microcosmo del protagonista ci diventa familiare, e capiamo che tutto è possibile perché tutto vive nel cuore di Antonio.
È una Bologna magica quella di Un anno senza te, così come incantevole è la storia che viene raccontata in questo libro. Una città in cui è normale vedere scendere dal cielo, al posto della neve, dei conigli immacolati, in cui è possibile portare in dono una nuvola rosa e incontrare il proprio doppio. Tutto ciò non ci stupisce, perché, proseguendo nella lettura, il microcosmo del protagonista ci diventa familiare, e capiamo che tutto è possibile perché tutto vive nel cuore di Antonio.
Questi accenti surreali, infatti, non stridono affatto con
il potente realismo con cui Vanzella racconta il tentativo di rinascita
dopo una storia finita male, poiché durante tutto il libro entriamo pian
piano nel mondo del protagonista, conosciamo i suoi coinquilini, la sua
famiglia, il suo mondo, e tutto diventa possibile perché tutto è
ammantato da un'aura di magia e surrealismo.
La delicatezza con cui
Giopota calibra le espressioni dei personaggi e la bellezza dei suoi
squarci paesaggistici rubano il cuore e mozzano il fiato, così come
altrettanto straordinaria è la capacità di Vanzella di soffermarsi sulle
sfumature del sentimento: gli addii e i ritorni, gli slanci e
l'imbarazzo, le delusioni e la determinazione. Gli step che il
protagonista segue sono quelli che chiunque appena uscito da una
relazione si trova ad affrontare, un percorso utile per capire che,
comunque sia andata, l'unica soluzione possibile è andare avanti,
proseguire e lasciare che il tempo porti via le ultime schegge rimaste
nel cuore. Capire che, in ogni caso, ne è valsa la pena.
Valentina Zinnà
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