Foto da Aratak blog |
Buongiorno lettori!
Oggi sono arrivati i primi 70 anni di un grande scrittore italiano, amato da moltissimi giovani e meno giovani. Incontrato sui banchi di scuola, a teatro, per un regalo azzeccato di un parente, avvistato in libreria... Come avete letto il vostro primo libro di Stefano Benni?
Per festeggiare questa bellissima giornata, abbiamo pensato di condividere come abbiamo... "diffuso" Stefano Benni! Leggete sotto e capirete in che senso...
Tanti auguri e ai prossimi 70!
La redazione
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Antonio e... "Il bar sotto il mare"
Antonio Iannone in scena |
Chi durante lo scorso anno si fosse trovato, magari a causa del freddo oppure soltanto per l’eccessivo desiderio di alcool di cui a volte si è preda, a varcare di martedì la soglia di un locale che a Salerno ha nome di Ye**, avrebbe scorto una dozzina d’uomini vestiti d’abiti piuttosto stravaganti. Lì una donna indossava un cappello la cui piuma svettava superba verso l’alto; più lontano tre uomini parlottavano tra loro di un paese chiamato Sompazzo; lì ancora una venditrice di tappetti offriva la propria merce ai disgraziati avventori. Tra loro, anch’io. Un braccio mi pendeva rigidamente lungo il corpo, la testa coronata di una coppola. Se l’ospite si fosse infine seduto per qualche minuto e avesse persino ordinato da bere, avrebbe potuto assistere a un avvenimento insolito. Quei buffi sconosciuti, d’un tratto, facendosi appena un cenno col capo, avrebbero iniziato a raccontare. Streghe, conflitti tra anziani, desideri possibili e altri inattuabili. “È morto il padre di Hank”, esordivo prima di concludere con un californian crawl. Familiare? Era “Il bar sotto il mare”, di Stefano Benni. Noi, i narratori.
Gloria e... "Bar Sport"
Immaginate di insegnare in un istituto alberghiero e, un po' magicamente, di aver finito il programma prima del tempo. No, non è un'utopia, può accadere. Come motivare alla lettura dei piccoli futuri barman, cuochi e pasticceri? Senza dubbio, la prima risposta è Bar Sport, che si apre con la storia esilarante della Luisona, il fantomatico dolcetto ormai inseparabile dall'espositore del bar, vero e proprio cimelio per i compaesani. Chi con la testa china sul testo, chi guardando in giro, chi commentando "avrei voluto vedere l'ASL", le ventisei teste di primini si sono ridestate verso la fine in una sonora risata. La ricetta di Benni era già riuscita e la pietanza iniziava a risultare gustosa, perché se i ragazzi erano abituati a sognare cucine stellate, in fatto di lettura erano abituati ai fast-food dei post sui social, o al noioso baretto dei brani antologici da leggere "per forza". Invece quel giorno ai loro palati è arrivato un gusto nuovo; è con un enorme stupore che un ragazzo ha commentato: "Prof., ma com'è che questo libro fa anche ridere?". E forse è proprio per quello che, come in un pranzo a tante portate, non si sono accontentati di uno o due racconti d'antipasto, ma di almeno tre racconti a settimana. Divertimento assicurato (loro e mio) e alla fine del libro ho trovato sulla cattedra una Luisona creata in laboratorio di pasticceria. Pareva proprio quella raccontata da Benni. Era buona, però.
Barbara e... Comici Spaventati Guerrieri
Barbara e... Comici Spaventati Guerrieri
Non è frequente ma può accadere che la narrazione esca dal sentiero rassicurante della trama e inizi a procedere per lampi, per passo storto, imprevedibile, che urta il senso lineare degli eventi e delle categorie che utilizziamo per descriverli fino a ricomporli in un ordine nuovo. Non è frequente ma in Comici Spaventati Guerrieri questo accade.
Accade fin dal titolo in cui l’inconsueta sequenza di tre semplici parole descrive la condizione di curiosi paladini, capaci di sentimenti contrastanti eppure umanissimi, quali il coraggio, la comicità e la paura.
Accade nella trama, che procedendo a ritmo irregolare si snoda in una continua armonia tra dimensione reale e onirica, in cui la storia della morte di Leone e delle indagini bizzarre dei suoi amici spinti dal desiderio di rendergli giustizia, scivolano in scenari in cui l’elemento tragico e comico si mescolano continuamente, delineando un equilibrio narrativo insolito eppure perfetto. Accade nel personaggio di Lee che, in fuga dal manicomio per vendicare la morte dell’amico Leone, incontra la sua ex fidanzata Lucia. E per lei pronuncia un monologo che è sicuramente tra le pagine più intense scritte da Benni, in cui la logorrea del malato psichiatrico non parla soltanto della dannazione del dolore ma lascia spazio a parole alate, splendenti di poesia e di saggezza.
Accade in ogni riga di questo libro di sentire che il destino umano spesso annientato dal dolore porta con sé sempre una qualche altra possibilità, un qualcosa che parla di paura ma anche di comicità e che, proprio perché non è mai unico, diventa sopportabile.
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