Takashi Murakami, definito da Time il più influente rappresentante della cultura nipponica, sbarca a Capri
La galleria Andrea Ingenito Contemporary Art ospita la mostra “Murakami. Jap Pop in Capri” dell’artista giapponese, definito da Time nel 2008 il più influente rappresentante della cultura nipponica, nonché una delle 100 persone più influenti del pianeta.
La Pop Art rimane dunque protagonista alla galleria AICA che, dopo il successo ottenuto nel 2016 con la mostra “Andy Warhol. Summer Pop Capri”, quest’anno sceglie di puntare su Murakami.
La Pop Art rimane dunque protagonista alla galleria AICA che, dopo il successo ottenuto nel 2016 con la mostra “Andy Warhol. Summer Pop Capri”, quest’anno sceglie di puntare su Murakami.
Venti serigrafie circa raccontano il percorso creativo di Takashi Murakami, artista eclettico, le cui creazioni non sono destinate unicamente a Musei o Gallerie, ma entrano anche nel campo della moda e del marketing; numerose le collaborazioni di spicco con noti personaggi del jet set internazionale: nel 2003, con lo stilista Marc Jacobs disegna per Louis Vuitton la borsa Cherry Blossom; nel 2007 ha realizzato la copertina dell’album Graduation di Kanye West, citata come una delle cinque migliori del 2007 da Rolling Stone; nel 2008 lavora con Pharrel Williams all’opera The Simple Things; nel 2009 cura la produzione di un video musicale con Kirsten Dunst. Takashi Murakami si fa autorevole portavoce di una fusione artistica tra la pittura giapponese tradizionale e la cultura pop dei manga, compenetrandoli al fenomeno Otaku – il mito tutto nipponico dell’adolescenza – e la sua personale estetica Superflat.
Completa e contestualizza la mostra un nucleo di opere di giovani esponenti del pop giapponese il cui stile si ispira a quello del maestro nipponico.
Cresciuto all'interno di una famiglia di origini modeste e di una società profondamente segnata dalle conseguenze dell’attacco atomico su Hiroshima e Nagasaki, Murakami studia pittura giapponese tradizionale, ma si appassiona alla cultura Otaku, che a suo avviso rispecchia maggiormente lo spaccato di vita del Giappone contemporaneo.
La svolta decisiva nella sua formazione artistica, avviene nel 1994 grazie alla vincita di una borsa di studio post laurea del MoMA, che gli permette di trasferirsi in America, a New York, dove entra in contatto con il lavoro di Jeff Koons, ritenuto da molti l'erede occidentale di Andy Warhol.
È tuttavia l'arte ed il pensiero orientato al business di quest'ultimo, ad affascinarlo al punto da ispirare nel 1996 la fondazione della Hiropon Factory, oggi Kaikai Kiki Co. Ltd. È questa la sua vera creatura in cui concretizza la sua personale Filosofia del Lavoro: perfezionismo, disciplina, rigore sono finalizzate ad un’attività instancabile che lo porta a traguardi sempre più ambiziosi e a guadagni sempre più alti. Realizza cifre da capogiro sperimentando ambiti e tecniche diversissimi tra loro e captando tendenze ancora inespresse, ma vive come un monaco senza consumare nulla per sé, per continuare ad investire nella sua factory. Murakami viene oggi giorno commercializzato con successo in gran parte del mondo, calamite, poster, peluche, custodie per smartphone e ogni altro genere di gadget firmato, vengono vendute annullando la differenza tra arte “alta” e arte “bassa”.
Mr Pointy, la più grande scultura di Murakami, è stata acquistata nel 2012 da François Pinault, possessore della casa d’aste Christie’s, per ben 1.5 milioni di dollari.
Murakami disegna nelle sue opere pupazzi, buffe caricature, fiori ed oggetti in forma di cartoni animati, jellyfish eyes, colori brillanti; tratti caratteristici ispirati probabilmente al lavoro di Walt Disney, alla Lucas Film a Hayao Miyazaki ed allo Studio Ghibli, con cui entra in contatto nei suoi anni newyorkesi.
Più volte protagonista della Biennale d'Arte di Venezia, Murakami si fa portavoce in modo oserei dire "leggero", certamente variopinto, di una società giapponese, che al contrario sembra essere ancora fortemente scossa dal dopoguerra, al punto di nutrire in modo ossessivo pensieri di morte e turbamenti d'animo costanti. Similmente a Warhol utilizza la vivacità del colore, consegnando un'opera esteticamente bella all'osservatore finale, per smussare i toni del dolore interiore, vedasi per esempio la serie degli anni '60, dedicata alla pena di morte per mezzo della "sedia elettrica".
Più volte protagonista della Biennale d'Arte di Venezia, Murakami si fa portavoce in modo oserei dire "leggero", certamente variopinto, di una società giapponese, che al contrario sembra essere ancora fortemente scossa dal dopoguerra, al punto di nutrire in modo ossessivo pensieri di morte e turbamenti d'animo costanti. Similmente a Warhol utilizza la vivacità del colore, consegnando un'opera esteticamente bella all'osservatore finale, per smussare i toni del dolore interiore, vedasi per esempio la serie degli anni '60, dedicata alla pena di morte per mezzo della "sedia elettrica".
Dall’unione tra la bidimensionalità e l’iconografia manga, Murakami nel 2001 espone al MOCA di Los Angeles la propria personale, all'interno della quale sviluppa il suo manifesto programmatico, il titolo "Superflat" (super piatto) teorizza e racchiude il suo concetto di estetica: un singolare “effetto piatto” in cui una serie di elementi cancella qualsiasi prospettiva ed ogni possibile interstizio, obbligando l’osservatore ad uno sguardo fisso e straniato. Con la teoria del Superflat l’artista esalta la piattezza come valore autonomo che rispecchia la mancanza di profondità emotiva della società giapponese contemporanea.
Questa subcultura dall’immaginario consumista e feticista secondo Murakami ha saputo recuperare un segno distintivo dell’arte giapponese antica: la tradizionale bidimensionalità del periodo Edo.
Particolarmente significativa in tal senso è l’opera And then, and then, and then, and then, and then, esposta a Capri, il cui protagonista è l’iconico pupazzo Mr. Bob, un personaggio che segue la filosofia dell'estetica Kawaii. Secondo l'artista egli è metafora del popolo giapponese postmoderno, di una società infantile che non è stata in grado di superare il trauma che la sconfitta subita nella Seconda Guerra Mondiale e la seguente occupazione statunitense hanno causato.
Particolarmente significativa in tal senso è l’opera And then, and then, and then, and then, and then, esposta a Capri, il cui protagonista è l’iconico pupazzo Mr. Bob, un personaggio che segue la filosofia dell'estetica Kawaii. Secondo l'artista egli è metafora del popolo giapponese postmoderno, di una società infantile che non è stata in grado di superare il trauma che la sconfitta subita nella Seconda Guerra Mondiale e la seguente occupazione statunitense hanno causato.
In Tokyo Tower l'artista rappresenta invece se stesso che, in un caricaturale autoritratto, osserva da lontano l'imponente torre di Tokyo, in compagnia dei suoi consueti personaggi. Un’opera dai colori accesi e pregna del linguaggio di Murakami che riesce a esprimere il disagio di una generazione attraverso il contrasto tra la vivacità del disegno e l’effetto di piattezza che sopraffà lo spettatore.
Elena Arzani
Informazioni utili
Titolo Murakami. Jap Pop in Capri
Sede AICA Andrea Ingenito Contemporary Art | Via Le Botteghe 56, Capri
Date 9 luglio - 31 agosto 2017
Orari da martedì a domenica, h. 18 – 22.30
Ingresso libero
Info al pubblico 081.0490829 | info@ai-ca.com | www.ai-ca.com
Titolo Murakami. Jap Pop in Capri
Sede AICA Andrea Ingenito Contemporary Art | Via Le Botteghe 56, Capri
Date 9 luglio - 31 agosto 2017
Orari da martedì a domenica, h. 18 – 22.30
Ingresso libero
Info al pubblico 081.0490829 | info@ai-ca.com | www.ai-ca.com