di Fozio
a cura di Nigel Wilson
Traduzione italiana di Claudio Bevegni
Biblioteca Adelphi
1992, 2ª ediz., pp. 461
28€ (cartaceo)
e
Biblioteca
di Fozio
introduzione di Luciano Canfora,
a cura di Nunzio Bianchi e Claudio Schiano
Edizioni Scuola Normale Superiore di Pisa
2016, pp. 1394
120€ (cartaceo)
Immaginate che all'improvviso buona parte della letteratura mondiale scomparisse. Che, così di punto in bianco, su Amazon, IBS, nelle librerie e nelle biblioteche il numero dei libri disponibili si dimezzasse per un qualsivoglia cataclisma, guerra, censura o errore umano. Un'evenienza non nuova, dato che ogni epoca ha pagato il suo tributo in libri ad incuria e fatalità, ma sicuramente remota in questi tempi di pace, tolleranza e grande sviluppo tecnologico. Ammessa, però, una tale circostanza, questi testi non potrebbero scomparire senza lasciar alcuna traccia della propria esistenza: pur non avendo tra le mani il testo originale, filologi e studiosi di un futuro così infausto potrebbero ricavare tantissime informazioni da antologie scolastiche, studi e recensioni su riviste e siti specializzati. Ed è proprio grazie a delle "recensioni" compilate dal patriarca Fozio nel IX secolo dopo Cristo che abbiamo oggi la fortuna di poter ricostruire parte del patrimonio testuale perduto del mondo antico e bizantino.
Fozio è stato patriarca di Costantinopoli per ben due volte (ed altrettante fu deposto) e ricoprì all'epoca un ruolo di primo piano nell'inasprimento dei rapporti tra la Chiesa d'Occidente e la Chiesa d'Oriente, culminato nel Grande Scisma di due secoli dopo (1054). Appartenente ad un'importante famiglia molto vicina agli ambienti imperiali, ricevette un'educazione esemplare che lo rese uomo di profonda e vasta cultura. I suoi interessi eruditi e filologici trovarono il loro naturale sbocco nel suo opus magnum, la Biblioteca, una raccolta di 279 "recensioni" a testi da lui letti, che rappresenta tuttora uno dei capisaldi degli studi classici.
Ho usato per ben due volte il termine "recensioni", molto suggestivo ma inappropriato. Infatti, quelli stesi da Fozio sono in realtà compendi (epitomi, in gergo tecnico), notizie e commenti, piuttosto distanti dalla concezione moderna di recensione. Ciò che, però, li avvicina - mutatis mutandis - è la particolare formula con cui ciascun codice (questo il termine tecnico) comincia: Ἀνεγνώσθη (in italiano, "ho letto"), seguito dal nome dell'autore, dal titolo dell'opera in oggetto ed eventuali specifiche tecniche (numero dei libri), in maniera perfettamente analoga all'intestazione di un'attuale recensione.
Della Biblioteca di Fozio esistono due recenti edizioni italiane: la prima, pubblicata per i tipi di Adelphi nel 1992, è in realtà un'antologia dei codici più importanti e che ben si adatta alle esigenze del semplice appassionato del mondo antico; la seconda ha visto la luce nel 2016 per le edizioni della Scuola Normale Superiore di Pisa e rappresenta il coronamento di un ambiziosissimo progetto portato avanti da Luciano Canfora che ha coinvolto le forze migliori dell'Università degli Studi di Bari, tra cui Nunzio Bianchi e Claudio Schiano. Basterebbero i nomi di editore, promotore e curatori per appurare che si tratta di un lavoro di pregevolissima fattura, pensato come strumento all'avanguardia per specialisti e studiosi, completo di testo greco a fronte, traduzione italiana, commento e saggi introduttivi.
A prescindere dall'edizione prescelta, chi oggi, finalmente, legge in traduzione moderna la Biblioteca di Fozio scoprirà il vivace e multiforme mondo letterario bizantino in cui trovano spazio i più svariati generi ed autori, dalla storiografia alla patristica ed al romanzo, in un lasso temporale che va da Erodoto (V sec. a.C.) a Sergio il Confessore (morto nell'829 d.C.); quando poi arriverà ai codici di Olimpiodoro, Antonio Diogene, Giamblico e degli altri 78 autori non altrimenti noti sarà preso dal vivo interesse e dal desiderio impossibile di quei libri, segno che, alla stregua di un recensore di oggi, Fozio avrà raggiunto il suo scopo.
Adriano Morea