di Edoardo Albinati
Rizzoli, 2017
pp. 128
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Ogni rapporto per quanto gratuito e casuale lascia un segno sul corpo. Il corpo non sarà più lo stesso e nessuna abluzione lo restituirà uguale a prima.
Nel nostro secolo in cui tutto è veloce fino a diventare spasmodico, anche l'adulterio subisce il ticchettio del tempo. Allontanate qualsiasi ricordo da Emma Bovary o Anna Karenina: loro venivano punite per l'adulterio, perché tutto nella società doveva tornare all'ordine costituito e, chi lo violava, subiva le "moralmente giuste" conseguenze per mano della sorte, o di Dio, o... Nel caso di Erri e Clementina, i protagonisti del nuovo romanzo breve di Edoardo Albinati, il turbine della passione non è abbastanza conturbante per lasciare fuori il raziocinio. Entrambi lasciano le rispettive famiglie per un weekend di passione, su un'isola a poche ore di distanza da casa, dove la natura con i suoi faraglioni e il mare cristallino si offre come scenografia spettacolare per i loro giorni di passione. Eppure... Eppure «sono nudi e hanno freddo, il sole e l'amore non li scaldano abbastanza, tremano un po' per quello un po' per l'eccitazione di una inesplicabile paura di quel che stanno facendo». Il pensiero del tradimento della moglie e del marito li coglie di tanto in tanto, ma non è affatto preponderante: non c'è il tabù di quel che si è lasciato, ma il tabù di concedersi del tempo insieme, al di là delle due ore dei loro incontri clandestini.
Scegliere di trascorrere insieme una notte, di dormire insieme significa ben più di dare il proprio corpo all'altro: Clementina lo sa bene, ed è per questo che ha chiesto a Erri questo weekend; l'uomo, al contrario, non era altrettanto desideroso, perché quelle due ore insieme gli erano sempre bastate. Non sono rari, infatti, pensieri di questo tipo per Erri:
Cosa vuol veramente da me? pensava Erri guardandola appena sveglia e carezzandola, anzi, pensava a lei in terza persona: cosa vuole veramente da me? Poiché Clementina era sul serio una terza persona per Erri.
Il concetto di terza persona torna, come torna la sensazione in entrambi che la loro fuga sarà una temporanea sospensione della routine, ma come tale labile, delicatissima, pronta a lasciarsi infrangere dal reale: «La clandestinità è come un sogno, desiderabile e limitato, che svanirà alla luce del giorno».
Ma cosa vogliono veramente Erri e Clem? Ce lo chiediamo anche noi lettori, perché le contraddizioni in questi due amanti sono tante: a tratti riottosi verso l'altro, altre volte appassionati, Clementina pronta a graffiare Erri, Erri pronto a far valere la sua forza... Di cosa si tratta, davvero? Anche la violenza delle loro sensazioni mette continuamente in dubbio il fatto di trovarsi lì, insieme, e di godere dell'altro e della sua alterità rispetto al coniuge. Com'è davvero l'amante? Quale il suo carattere? Forse i due personaggi se lo chiedono troppo poco, ma soprattutto le risposte non contano granché: profondamente introflessi nelle loro riflessioni e nei loro egoismi, Erri e Clementina cercano soprattutto le proprie emozioni, per poi rifuggirle (non a caso Clementina dirà a un certo punto: «Sono un po' stanca, sai, di provare emozioni»).
D'altra parte, in questa bolla di bellezza paesaggistica, quasi senza cellulari, senza un libro da leggere o una rivista da sfogliare i due amanti sono uno di fronte all'altra con la loro nudità fisica e, solo qualche volta, emotiva. C'è crudeltà in questo quadretto di Albinati, scritto benissimo, letterario nella scelta delle descrizioni, limpido nel cogliere l'atto d'amore, drammaticamente scabro nello spogliare i suoi personaggi dagli abiti dei luoghi comuni. Il problema, ormai, è che anche l'evasione più estrema dell'adulterio ha perso il suo potere eversivo. Tutt'al più ci mette a confronto con chi siamo veramente, ma non è detto che ce ne importi, tanto l'amante non lo saprà mai.
D'altra parte, in questa bolla di bellezza paesaggistica, quasi senza cellulari, senza un libro da leggere o una rivista da sfogliare i due amanti sono uno di fronte all'altra con la loro nudità fisica e, solo qualche volta, emotiva. C'è crudeltà in questo quadretto di Albinati, scritto benissimo, letterario nella scelta delle descrizioni, limpido nel cogliere l'atto d'amore, drammaticamente scabro nello spogliare i suoi personaggi dagli abiti dei luoghi comuni. Il problema, ormai, è che anche l'evasione più estrema dell'adulterio ha perso il suo potere eversivo. Tutt'al più ci mette a confronto con chi siamo veramente, ma non è detto che ce ne importi, tanto l'amante non lo saprà mai.
GMGhioni