di Gabriele Pasqui
Donzelli Editore (2017)
140 pp.
17,00 € (cartaceo)
10,99 € (ebook)
Secondo recenti dati elaborati dalle Nazioni Unite, nel 2050 gli abitanti delle città del mondo saranno ben 6,4 miliardi. Il trend dell'urbanizzazione d'altra parte è in continua crescita: se nel 1950 la popolazione mondiale residente nei centri urbani risultava del 30 per cento, questo dato nel 2014 era già salito al 54 per cento, mentre per il 2050 sarà addirittura del 66 per cento. Una tendenza storica mondiale che determina il costituirsi di città sempre più popolate e sempre più grandi, vere e proprie metropoli. Perché queste non si trasformino in agglomerati disordinati e privi di servizi adeguati, ci vogliono degli esperti disegnatori di città.
L'urbanistica è proprio la disciplina che studia e progetta la formazione e lo sviluppo dei centri urbani, delle nostre città e, come tale, è la scienza che ha più a che fare con il lato sociale dell'uomo, con la sua tendenza, per natura, a riunirsi. Dando vita, nel tempo, a contesti sempre più complessi, fino ad arrivare appunto alle metropoli.
Quali sono allora le sfide che l'urbanistica deve affrontare in un mondo che cambia a una velocità impressionante? In questo agile saggio, edito da Donzelli, Gabriele Pasqui, docente di Politiche urbane e Analisi della città al Politecnico di Milano, dove è direttore del dipartimento di Architettura e studi urbani, dà risposte precise e puntuali. E lo fa scegliendo la forma del lessico, individuando cioè 34 parole chiave per pensare e riformulare le pratiche urbanistiche, dalla A di Abitare fino alla W di Welfare. E in mezzo ci sono concetti fondamentali come Conflitto, Crescita, Democrazia, Ecologia, Mercato, Tecnologie e tanto altro.
Una chiave di scrittura preziosa per il lettore, che non deve aspettarsi da questo breve saggio un manuale di urbanistica, ma una serie di spunti e suggerimenti che spalancano visioni ampie e in divenire. Anzi, una delle chicche più pregevoli di questo volumetto sta proprio nel ricchissimo apparato bibliografico che Pasqui fa seguire al termine di ogni voce. In questo modo chiunque voglia approfondire lo studio di quel determinato argomento ha a disposizione i migliori testi scritti al proposito.
Ciò che risulta chiaro dalla lettura è che urbanistica non vuole dire soltanto modificare lo skyline delle città più trendy, non vuole dire soltanto trovare lo spazio per i grattacieli sempre più alti, scintillanti di specchi o verdeggianti di boschi di cui si fregiano i grandi nomi dell'architettura. Questo è sicuramente l'apogeo più visibile, più apprezzato, più affascinante. Meraviglioso nelle sue realizzazioni. Ma la vera sfida che l'urbanista si trova davanti, una sfida che, a ben guardare, può far tremare i polsi, è quella di progettare il modo e lo spazio in cui si incastrano quei luoghi dove la maggior parte delle persone vive e conduce la sua giornata: quindi case, scuole, residenze per anziani, negozi, ospedali, luoghi dedicati al culto, edifici dedicati allo svago (bar, ristoranti, cinema), o ancora alla cultura, come teatri, biblioteche. E progettare anche il modo per raggiungerli, quei luoghi, in termini di strade, vie e mezzi di trasporto, bus e metropolitane in primis. Ecco dunque il concetto di Motility, ossia la capacità reale e potenziale di muoversi per le persone, le merci e le informazioni.
Il tutto in un'ottica green perché ambiente ed ecologia sono sempre più elementi che devono coniugarsi al concetto di città. Per non parlare poi di quanto l'urbanistica può contribuire in termini di legislazione sul consumo di suolo (un fenomeno che negli ultimi decenni ha devastato parte del nostro paesaggio: basti pensare alla distesa di capannoni, purtroppo ormai spesso vuoti, causa crisi, che punteggia certe strade del Nordest) o ancora sull'incentivazione a riqualificare il costruito (quanti edifici nelle città rimangono disabitati e abbandonati perché si preferisce costruire ex novo anziché recuperare...).
L'urbanistica, inoltre, si troverà a dover fronteggiare anche un mondo che cambia a livello di popolazione. Con le masse di migranti che si spostano in tutto il mondo, andando a infoltire, il numero degli abitanti delle città, nuove e diverse saranno le problematiche: le diseguaglianze, perché l'ingiustizia sociale spesso va a braccetto con l'ingiustizia spaziale; le periferie che diventeranno sempre più il tema virtuoso dell'urbanistica, per evitare che diventino ricettacoli di emergenze e povertà.
Infine la tecnologia: le città sono sempre di più smart cities e il compito dell'urbanistica sarà sempre più quello di valutare le conseguenze sull'assetto urbano di tali innovazioni tecnologiche.
Per governare tutto questo ci vogliono piani e progetti, ci vuole un'interazione sempre più efficace con le amministrazioni e il settore del pubblico. Non dimenticando il ruolo dell'economia e del mercato. Perché se tante città hanno visto crescere scempi architettonici, questo si deve agli anni dello strapotere del mercato immobiliare, infestato da palazzinari avidi e politici compiacenti.
Ci vogliono insomma urbanisti con gli attributi, passatemi l'espressione, consci anche della necessità di riconfigurare i propri saperi e le proprie competenze.
Ma noi siamo fiduciosi nel futuro dei giovani che decideranno di dedicarsi a questi studi. E il saggio di Gabriele Pasqui è un ottimo inizio per vedere dispiegato di fronte a sé l'elenco delle sfide urbanistiche che il futuro ci porrà dinanzi.