Foto di ©DeboraLambruschini |
Buongiorno lettori!
È tornato settembre e, in un battibaleno, è già finito! Abbiamo ricominciato a lavorare e ad andare a scuola (ricordiamo le proposte di aggiornamento per gli insegnanti) e siamo certi che serviranno un po' di consigli per evadere dalla ritrovata quotidianità!
Eccoci quindi con i nostri consigli di fine-mese! Per ogni libro, trovate la nostra recensione cliccando sul link.
Buone letture!
La Redazione
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Cecilia consiglia:
Apologia del duello, di Marcel Boulenger (Stilemaschile edizioni)
A chi: a chi tende a passare subito all'attacco, a polemizzare, a piantare grane e a provocare il diverbio (o, peggio, la rissa!); e anche a chi è di indole pacifica, ma per il trauma della fine delle vacanze si sente sempre sul punto di attaccare briga con chiunque e per un nonnulla...
Perché: perché - è inutile negarlo - la ripresa delle attività di settembre porta con sé un carico di nervosismo e insofferenza che può farci facilmente perdere il senso della misura e indurci a ingigantire anche anche il più piccolo dei problemi: meglio non disperdere in inutili scontri le proprie energie (che in questo mese di transizione sono ancora in ripresa), così da essere nel pieno delle forze quando si tratterà di impegnarsi in confronti veramente significativi: il "duellare" è un'arte della misura, nonché un privilegio che non va concesso a chicchessia.
Debora consiglia:
Tutto è possibile, di Elizabeth Strout (Einaudi)
Perché: l'ultimo, intenso, romanzo della scrittrice premio Pulitzer è un canto di speranza e bellezza, un inno alla vita, alle possibilità. Perché tutto è - davvero - possibile, anche quando la vita mette duramente alla prova. Ed è il miracolo della letteratura che ancora una volta si compie nelle mani esperte di Elizabeth Strout.
A chi: ha amato Mi chiamo Lucy Barton, di cui questo rappresenta non un vero sequel ma una sorta di ampliamento; a chi crede negli «attimi di grazia» che illuminano la vita.
Federica consiglia:
Sofia veste sempre di nero, di Paolo Cognetti (Minimum Fax)
A chi: sta affrontando un momento difficile della propria esistenza, per comprendere che c'è sempre un'uscita d'emergenza per sfuggire dai propri demoni e per riprendere in mano la propira vita: non si è mai soli nella sofferenza.
Perché: Cognetti, in qualunque suo scritto, riesce ad ipnotizzare grazie alla sua scrittura, ma questo in particolare possiede quella forza attrattiva che solo i migliori racconti possiedono pur essendo, apparentemente, un romanzo.
La Liguria a settembre - foto di ©deboralambruschini |
Francesca Romana consiglia:
Il grande Gatsby, di Francis Scott-Fitzgerald (Mondadori)
A chi: a tutti, ma soprattutto a chi voglia immergersi nell'atmosfera scintillante dell'America degli anni Venti
Perché: perché c'è tutto: la favola, una storia d'amore senza sconti, un'amicizia profonda e leale, l'ambizione e i suoi risvolti. E poi c'è sempre un buon motivo per rileggere un classico, tanto più se potete abbinarlo a ben due riletture cinematografiche (con Robert Redford nel 1974 e con Leonardo di Caprio nel 2013).
Giulia consiglia:
Il racconto dell’ancella, di Margaret Atwood (Ponte alle grazie)
A chi: A chi ha amato la serie tv omonima uscita in America per Hulu che ha come protagonista Elizabeth Moss, e per chi la amerà ora che è uscita anche in Italia per TimVision, e a chi, al contrario, dopo aver letto questa straordinaria riflessione sui molteplici legami fra sesso, religione, potere e necessità di raccontare come modo di affrontare il presente, correrà a vederla.
Perché: perché in un momento in cui sembra impossibile uscire da un presente orrorifico, la lettura delle distopie novecentesche (e questo ne è uno degli esempi meno conosciuti forse, ma meglio riusciti) è in grado di dare una luce nuova e più forte alla nostra riflessione sulla contemporaneità, e su quello che possiamo e vogliamo fare per non assistervi inerti.
Gloria consiglia:
Patria, di Fernando Aramburu (Guanda)
Perché: ci sono tantissimi modi per raccontare la storia. Farlo calando gli eventi in un imponente romanzo familiare è quantomeno coraggioso, specialmente negli anni Duemila. Le oltre 600 pagine del romanzo non devono spaventare, perché sono tutte tremendamente necessarie a questa grande opera.
A chi: a chi ama immergersi nella psicologia dei personaggi, scoprendo a mano a mano i retroscena di vite apparentemente ordinarie, e affezionandosi all'orgoglio di chi non vuole rinunciare al proprio credo politico-sociale.
Sabrina consiglia:
Gulaschkanone, di Paolo Rumiz (Feltrinelli Zoom)
A chi: A chi, in questo 2017 così carico di ricordi e celebrazioni dei cent'anni della Prima Guerra Mondiale, voglia scoprire un angolo remoto del teatro di guerra, il fronte orientale. Meno conosciuto, ma altrettanto ricco di avvenimenti. E altrettanto bagnato dal sangue dei nostri soldati.
Perché: perché Rumiz ha uno stile di scrittura che dire coinvolgente è troppo poco. Perché partirete, con l'autore, su treni che spingono il muso verso i territori sconfinati dell'Est. Perché sentirete parlare gli spiriti di quei giovani che diedero la vita su quel fronte e che, tra il gelo e le granate (altro che le granite...), marciavano dietro la cucina da campo, il Gulaschkanone.
Stefano consiglia:
Meridiano di sangue, di Cormac McCarthy (Einaudi)
Perché: da molti è considerato il capolavoro di McCarthy ma, in realtà, questo poco importa; è comunque un romanzo potente, carnale e meraviglioso, un western che scompagina tutto ciò che quel genere ha di tradizionale.
Per chi: non per tutti, la prosa di McCarthy richiede dedizione, fiducia e abbandono, precondizioni che tuttavia garantiscono soddisfazione e appagamento come pochi altri autori sanno dare.
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