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Ogni libro è letto, ma ogni letto non è anche un libro: "Le ragazze nello studio di Munari":

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Le ragazze nello studio di Munari
di Alessandro Baronciani
Bao Publishing, 2017

pp. 256
€ 21,00


Fabio non riesce a dormire. Nel retrobottega del suo negozio, sdraiato sul soppalco, si rigira nel letto e pensa. I pensieri nella sua testa non sono mai lineari: tende a divagare, a creare collegamenti, a uscire dal seminato. Fabio vive a Milano dove ha un negozio di libri rari e usati: conserva in una stanza speciale i suoi tesori più preziosi: l'autografo di Calvino, quello di Saba... tra tutti spicca quello di  Bruno Munari. 
Ma stiamo divagando: dicevamo, Fabio non riesce a dormire. Pensa ai momenti che hanno cambiato la sua vita: sono stati tre, uno ogni sette anni. La sua prima volta al liceo, nei bagni della scuola, il suo primo lavoro, quando ha conosciuto Zao, una modella coreana a Milano per delle sfilate. Squilla il telefono: Fedra gli scrive che è tornata a casa dai suoi e che lui è uno stronzo. Chissà Sonia cosa direbbe: sarebbe forse perplessa come quella volta che le ha fatto vedere la fabbrica del set "Deserto rosso". Oppure... Stiamo di nuovo divagando: Fabio non riesce a dormire e inizia a scrivere di tre donne che lo hanno irrimediabilmente stregato.



Quando apri le prime pagine de Le ragazze nello studio di Munari, a lungo scomparso dal mercato e solo ora ripubblicato da BAO edizioni, ti ritrovi immediatamente risucchiato tra le pagine. Le prime tavole, disegnate su fogli trasparenti e opachi, ti fanno entrare nella silenziosa e nebbiosa Milano, la base di questo racconto a scatole cinesi, in cui un ricordo ne innesca un altro e ti porta lontano dal punto di partenza. Fabio è un collezionista e rivenditore di libri rari e usati: una professione che spinge, volenti o nolenti, verso il sogno, il bello e l'idealizzazione. Ma lui è soprattutto un cercatore d'amore: come L'uomo che amava le donne, lui ricerca l'amore in molteplici figure e relazioni. Tutto viene innescato dalla sua personale ossessione, nata da un film francese di cui non ricorda bene il titolo ovvero i capelli delle ragazze.
Fabio, tra i suoi tesori più preziosi, custodisce un autografo originale di Bruno Munari, suo personale ispiratore in ogni aspetto della vita. Partendo dal metodo Munari per la progettazione delle lezioni di design, lui ha addirittura elaborato un metodo per l'approccio e la conquista delle ragazze. Se P è il problema (ovvero la ragazza) e S è la soluzione (ovvero ottenere un appuntamento), come si può fare per arrivare da punto A al punto B?

Munari e le suo opere diventano quindi filtro e lente per ogni evento della sua vita, in un continuo rimando che non è fatto per mero citazionismo, ma perché permea in maniera naturale ogni suo pensiero. Fabio, pur relazionandosi con donne molto diverse tra di loro, rimane sempre coerente con sé stesso, incapace di mediare o di scendere a compromessi in base alle necessità della donna che gli sta davanti. Lo potremmo definire, in maniera stereotipata, innamorato dell'idea dell'amore. 
Quindi, ognuna delle donne di cui racconta, le sue muse per la scrittura data dall'insonnia, sono legate indistricabilmente al grande designer milanese. Fedra e Sonia, in maniera oppositiva: Fedra, pur facendo colazione vicino ad una riproduzione delle Forchette Parlanti è contraria al manifesto del lavoro collettivo; Sonia non nutre particolare interesse sull'argomento. Solo Chiara è l'unico spirito affine a Fabio ed è infatti a lei che sono dedicate la maggior parte delle pagine "speciali".
Il supremo omaggio a Munari, e parte più sorprendente di tutto il volume, è l'inserimento delle pagine cartotecniche nel mezzo della storia. Troviamo una pagina con una pecora tattile (omaggio ai Pre Libri), una pagina spioncino per mostrare l'arrivo di Chiara, le pagine della nebbia e bigliettini che escono come pop up quando meno ce lo aspettiamo. A Manuri, piacevano i bambini perché rappresentavano il futuro. Il modo migliore per rendergli anche noi omaggio è di tornare bambini nello spazio di queste pagine: non possiamo fare a meno di toccare la pecora che ci dice "toccami" e indugiamo nel girare e rigirare la pagina dello spioncino come se fossimo veramente dietro la porta in attesa di Chiara. 
Alessandro Baronciani ci regala un intreccio di storie ricco di alti riferimenti, malinconia e struggimento. Non avremmo mai pensato di arrivare così lontano mettendo un piede nelle prime pagine dense di nebbia.

Giulia Pretta