di Hiraide Takashi
Einaudi, 2015
Traduzione di Laura
Testaverde
pp. 140
€
10,50
Chibi è un gatto magico,
venuto dal cielo nella casa di una coppia di sposi. Il gatto non si
fa accarezzare dalla coppia, ma si comporta esattamente come se fosse
degli sposi: fa loro visita con regolarità quotidiana, dorme nella
loro camera da letto in una scatola messa ad hoc per lui e mangia il
cibo cucinato dalla donna. In verità il gatto è del vicino, un
bambino che lo ha battezzato Chibi appunto. Tuttavia spicca il
carattere particolare del felino: accompagna il giovane scolaro alla
fermata del pullman tutte le mattine, facendo una simpatica corsetta
e poi torna dalla coppia di sposi. La coppia si affeziona subito a
questo timido, strano ed elegante animale che con delicatezza entra a
far parte delle loro vite con cautela e garbo. Ecco perché sembra
venuto dal cielo, vanta una discrezione e un'eleganza stravaganti,
fuori dal comune. In poco tempo conquista i due sposi, il tutto senza
aver mai avuto un contatto fisico: il gatto infatti non si lascia
accarezzare.
Il gatto si chiamava Chibi. Me ne stavo sdraiato in camera, quando sentii la voce acuta del bambino: -Chibi!
Capii che si rivolgeva al gatto perché, mentre correva in giro, al suono dei suoi passi si confondeva il tintinnio della campanella. Chibi era una gatta snella e molto piccola, con il pelo bianchissimo macchiato da diverse chiazze tonde color carbone virante al marrone chiaro, com'è molto frequente tra i gatti giapponesi: è il mantello che chiamano “arlecchino”, credo.
Questo particolare esemplare aveva due caratteristiche fondamentali: le orecchie molto mobili che, graziosamente appuntite, spiccavano ancor più sull'esile corpicino, e poi l'impressione, che dava, di non aver alcuna intenzione di andarsi a strofinare sulle gambe della gente.
Chibi ha un carattere
senza dubbio originale e i suoi “non-padroni” provano enorme
piacere ad osservarne i modi di fare e di agire. La donna avvia
persino un diario in cui annota le giornate del gatto, con tutte le
sue considerazioni. E' un gatto paziente, fedele a modo suo e anche
se la coppia non è proprietaria del felino, lui si comporta come se
lo fosse dando rispetto e compagnia. Agli inizi il gatto era timido e
per entrare nella casa degli sposi chiedeva il permesso, grattando la
porta con la zampina e il permesso veniva sempre dato.
Successivamente la coppia si abituò alla sua presenza e alle sue
visite, tanto da lasciare sempre uno spiraglio aperto o sulla porta o
sulla finestra in modo che Chibi potesse entrare agilmente in casa
con autonomia. Dalla porta si passò alla cuccia: fu messa in un
armadio nella camera da letto una scatola vicino al letto in modo che
il gatto potesse dormire insieme a loro. Capitò soltanto raramente
che il felino si addormentò nel letto con la donna e sempre quando
non c'era l'uomo. Se la donna ha un rapporto speciale con tutti gli
animali, di qualsiasi specie, l'uomo vanta qualche difficoltà,
sopratutto con Chibi, nonostante l'affetto enorme. Anche l'uomo
avvierà una scrittura sul gatto che diverrà prima una storia a
puntate pubblicata su una rivista e poi il romanzo letto.
Mentre avanzavo per la prima volta in quell'ambiente silenzioso, provai una strana serenità, come se una persona cara posasse la mano sul mio cuore. Ebbi l'impressione che molti anziani percorressero le strade di quel quartiere.
Con gli esseri umani Chibi era molto fredda, ma quando dalla casa vicina veniva nel giardino grande, cambiava completamente nel corpo e nell'anima: ficcava il naso, lo sguardo curioso e le zampe anteriori in ogni buco della distesa verde. A volte saltava o correva in giro come una forsennata. E continuava anche a notte fonda e all'alba, nei giorni in cui non si accendeva più la fiamma nella lampada del giardino, dopo la partenza della signora e del marito.
A Chibi quel giardino doveva sembrare una specie di foresta.
Purtroppo Chibi muore in
un incidente stradale: viene investito al di là del vicolo fulmine,
il vicolo stretto e dalla forma caratteristica del fulmine che
conduce a varie case, tra le quali quella della coppia e del bambino
“proprietario” del gatto. E' una notizia terribile per tutti: il
bambino ha perso il suo gatto, la mamma del bambino è triste per la
perdita e la coppia non riesce a riprendersi dalla perdita. Da quel
momento si recheranno spesso nel punto in cui fu ritrovato il corpo
del gatto per commemorarlo e portare fiori. Per diversi anni non
vorranno avere a che fare con dei gatti, fino al trasferimento in una
nuova casa e alla conoscenza di una “famiglia felina”:
decideranno di prendere in casa la gattina più debole di una
cucciolata per aiutarla e lentamente si riprenderanno dalla perdita
di Chibi, senza mai però dimenticare il gatto venuto dal cielo.
Diranno sempre che Chibi era un'altra cosa, una diversa specie di
gatto, un gatto indimenticabile.
Chibi fu il nostro primo “benaugurante”. I “benauguranti” sono delle persone che girano per le case a fare gli auguri per il nuovo anno. Caso singolare, il benaugurante in questione entrò dalla finestra e, per di più, non disse neanche una parola d'augurio. Però sembrava sapere esattamente come inchinarsi in un bel saluto con le zampette anteriori unite davanti a sé.
La scrittura del romanzo
è assai elegante, soave, lieve, leggera nelle descrizioni del gatto,
dei suoi modi di fare, delle sue azioni, dei suoi miagolii e delle
sue peripezie quando insegue qualche insetto. Non risulta mai
pesante, anzi vanta uno stile quasi onirico nella grazia contenuta
nella narrazione. Per quanto si parli prevalentemente del gatto
Chibi, è una lettura piacevole, veloce e semplice, mai banale o
noiosa. E' la delicata storia d'amore tra esseri umani e un animale,
tra una coppia e un gatto speciale raccontata con tanta grazia in
punta di piedi, anzi in punta di penna. Decisamente consigliato a
tutti gli amanti dei gatti.
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