Ragazzo bretone (Bretonischer Knabe) 1893, olio su tela - Kunsthaus Zürich |
Museo d'arte Mendrisio
Canton Ticino - Svizzera
22 ottobre - 28 gennaio
biglietto intero 10 euro (ridotto 8 euro)
Info: www.museo.mendrisio.ch
Chi si trovasse dalle parti di Mendrisio, nel Canton Ticino (località svizzera solitamente più conosciuta per i suoi centri commerciali che per le sue bellezze artistiche), non manchi di visitare una bella mostra ospitata al Museo d'arte, la prima rassegna, nel Ticino e in area italiana, dedicata a Cuno Amiet, l'artista più rappresentativo, insieme a Ferdinand Hodler, della pittura svizzera moderna.
Già il museo stesso merita una visita: gli spazi dedicati alle esposizioni sono quelli di un ex convento risalente addirittura al XIII secolo, in particolare il chiostro dei Serviti, l'ordine religioso dei Servi di Maria, che gestiva l'ospizio e il ricovero. Ampliato e stratificato fino al XIX secolo, l'ex convento è stato oggetto di un intelligente restauro che ha portato nel 1982 all'apertura del Museo d'arte.
La rassegna dedicata a Cuno Amiet è particolarmente interessante perché inserisce questo pittore nell'insieme delle correnti artistiche che innervarono l'Europa tra Ottocento e Novecento: dal Divisionismo all'Impressionismo, dai Fauves ai Nabis fino ad arrivare all'Espressionismo e al post Espressionismo, Amiet ebbe infatti la capacità di assorbire elementi e suggestioni da tutte le correnti e i pittori a lui contemporanei. Per poi rappresentarli con soluzioni estremamente originali e indipendenti.
La struttura dell'esposizione aiuta il visitatore a riconoscere tutti questi contributi nell'opera di Amiet: ogni periodo del percorso artistico del pittore è infatti introdotto (come già si può intuire dal titolo della mostra) dall'opera di un artista al quale Amiet in quel determinato periodo si è ispirato. Ecco che vedremo il Paesaggio di Bretagna di Paul Gaugain, il Ritratto di Jeanne Charles Cerani di Ferdinand Hodler, la Piazzetta di Giovanni Giacometti, la Casa con alberi in fiore di Ernst Ludwig Kirchner, solo per citarne alcuni, fino ad arrivare al Nudo di Henri Matisse. Questa soluzione crea un dialogo costante tra le opere di Amiet e le correnti artistiche a lui contemporanee.
Nei primi due decenni della sua carriera artistica Cuno Amiet assorbe ispirazioni e sperimenta, innova, sceglie soluzioni coloristiche che diventeranno poi la sua cifra stilistica personale. Partito giovanissimo, insieme a Giacometti, alla volta di Parigi e poi della Bretagna (dove conoscerà le vette dell'Impressionismo), si stabilisce in seguito a Pont-Aven dove si era formato un cenacolo di giovani artisti post impressionisti, provenienti da Parigi, ammiratori di Gaugain. Più avanti Amiet sarà tra i fondatori, insieme a Kirchner e ad altri artisti, del gruppo Die Brücke, all'origine dell'Espressionismo tedesco.
La ragazza gialla (Lydia) 1907, olio su tela - Kunstmuseum Olten |
Rielaborando tutte queste suggestioni, Amiet sviluppa un proprio codice espressivo, volto alla rappresentazione della natura, in tutti i suoi aspetti, come armonia, bellezza, sentimento di comunione paradisiaca. In una parola, simbolo di positività. E per esprimere questo sentimento di joie de vivre, il mezzo più adatto diventa il colore. Ecco che nell'opera di Amiet il colore si fa pervasivo, imponente, compatto e importante. Un'esplosione coloristica dove anche i tratti e i contorni si fanno meno definiti, proprio per lasciare spazio solo al colore.
In età matura (visse e lavorò più che novantenne) dipinge nella campagna bernese, a Oschwand, fonte massima di ispirazione. Le sue tele rappresentano sempre un'intensa comunione tra uomo e natura, una serenità che si risolve nel lavoro dei campi e nella sua rappresentazione.
La raccolta delle mele 1907, olio su tela - Kunstmuseum Solothurn |
La rassegna ospita circa 70 opere di Cuno Amiet, una decina di opere di altri grandi pittori contemporanei (i cosiddetti Confronti) e una sessantina di opere su carta, provenienti dai maggiori istituti museali della Svizzera: il Kirchner Museum di Davos, il Kunstmuseum di Berna, il Kunsthaus di Zurigo, e poi ancora Friburgo, Ginevra, Olten e altri.
La mostra è curata da Simone Soldini, direttore del Museo d'arte, con Franz Müller, curatore del catalogo, e Aurora Scotti, esperta di pittura italiana ed europea di fine secolo.