di Alice Feeney
Editrice Nord, 2017
Traduzione di Patrizia Spinato
pp. 336
€ 16.90 (cartaceo)Le menzogne suonano vere, se sono ripetute un numero sufficiente di volte.
Di menzogne, segreti, verità apparenti, il romanzo d’esordio di Alice Feeney ne è intriso dalla prima all’ultima – sconcertante – pagina: una storia coinvolgente e a tratti disturbante, che mette il lettore di fronte a numerosi spunti di riflessione e interrogativi, molti dei quali non troveranno pienamente risposta. Il thriller psicologico di Fenney, scrittrice e giornalista BBC alla sua prima prova letteraria, scorre piuttosto agilmente e convince per lo stile fluido e la trama piuttosto coinvolgente, anche se non mancano debolezze e alcune scelte abbastanza prevedibili. Siamo lontani, a mio avviso, dalla complessità psicologica e dalla tensione costante di un thriller come L’amore bugiardo, solo per fare un esempio, una storia ben più destabilizzante, complessa e ricchissima di spunti e colpi di scena sconcertanti. Ogni piccola bugia scorre veloce, la tensione a tratti viene meno, ma ci sono alcuni elementi piuttosto interessanti, la prosa è curata – resa egregiamente dalla traduzione di Patrizia Spinato – e non mancano scelte narrative interessanti. Un esordio quindi non folgorante, ma senza dubbio un thriller capace di intrattenere piacevolmente il lettore e mettere di fronte ad interrogativi talvolta scomodi.
Voce narrante e punto di vista sulla vicenda è l’enigmatica protagonista femminile, Amber Reynolds: in coma dopo un misterioso incidente che lei stessa fatica a ricostruire, dal letto d’ospedale lentamente prende coscienza del mondo intorno a sè, in un continuo fluttuare fra l’oblio e la realtà, mentre presente e passato, verità e menzogna, si intrecciano e confondono. Intorno a lei medici, infermieri e le persone care, le loro conversazioni frammentate da cui Amber cerca di ricavare ogni informazione utile a ricostruire quanto accaduto, mentre fantasmi e segreti del passato sembrano mettere in pericolo l’equilibrio precario del suo matrimonio e della sua vita tutta. Come è finita in coma, chi tra loro ha la colpa dell’incidente, se davvero di questo si è trattato? Quanto i traumi del passato pesano sulla vita adulta? E, soprattutto, fino a che punto conosciamo le persone che ci stanno accanto, fino a che punto possiamo dire perfino di conoscere noi stessi? Sono molti, come si diceva, gli interrogativi che si fondono alla storia, insinuano dubbi e spingono a riflettere a partire dai molteplici spunti e temi di cui si compone, mentre pagina dopo pagina la trama si arricchisce di svolte non sempre davvero impreviste, sfumature, verità apparenti, zone grigie del matrimonio, delle relazioni, di noi stessi, in una realtà che sappiamo bene non essere mai del tutto bianca o nera. Buoni e cattivi, verità e menzogna, amore e odio: dualismi messi in discussione grazie anche ad una costruzione narrativa efficace, giocata su differenti piani temporali – allora, prima, adesso – in un racconto in prima persona che per sua natura è, quindi, soggettivo, parziale, ambiguo. Perché, in fondo, non riusciamo mai davvero a fidarci di Amber, delle sue parole: «a volte dico bugie», ammette lei stessa fin dalle primissime pagine, e di lei, della sua "verità", dubitiamo fino alla fine. Un personaggio ambiguo, pieno di ombre e segreti di un passato con cui non è mai del tutto venuta a patti:
Qualcosa dentro di me si è spezzato, ne sono sicura; è la punizione per una cosa successa molto tempo fa.
Fuori, una vita all'apparenza come tante altre: un buon lavoro, una bella casa, un marito scrittore di successo, lo stretto legame con la sorella che vive a poca distanza; ma dentro, qualcosa si è rotto per sempre e le apparenze ingannano. Ma il matrimonio con Paul in realtà cela ombre, bugie, delusioni, sospetti, colpe e silenzi che allontanano sempre più; così come il rapporto con Claire, ben più complesso di quanto appare in superficie. I segreti, che allo stesso modo legano e separano. Paul, il ricordo del successo folgorante del primo romanzo e la frustrazione per non riuscire più a scrivere, lui ed Amber sempre più distanti, incapaci di comprendersi, i sentimenti confusi e il sospetto che sia proprio lui il responsabile di quanto accaduto alla moglie. L'ombra del tradimento, proprio con Claire, la sorella perfetta, o forse, semplicemente, quella che meglio di tutti è capace di nascondere la verità:
Era perfetta, dicevano. Lo dicevo anch’io, all’inizio, ma non appena lei è entrata a far parte della famiglia si sono dimenticati di me. Non la conoscevano bene quanto me, non vedevano quello che vedevo io.
I segreti, ancora, a mettere in pericolo il fragilissimo equilibrio su cui la vita di Amber è costruita:
Il tempo teso al massimo che tutti e tre sopportiamo è avvolto dal silenzio delle parole non dette; innalzano muri interi, ogni lettera e ogni sillaba impilata l’una sull’altra, a costruire una casa traballante di domande senza risposta. Le menzogne fanno da malta, tenendo insieme i muri. Se non fossero così tante, quelle pareti sarebbero crollate, ormai. Invece ne abbiamo fatto la nostra prigione.
Una prigione, similmente a quella in cui si trova ora, in coma, sospesa tra oblio e realtà, le voci, i ricordi, gli incubi, verità e menzogne che si confondono. Feeney riesce a descrivere con una certa efficacia questa condizione sospesa, la paura e la confusione di Amber:
Ombre dai contorni indefiniti indugiano attorno e sopra di me, come se fossi sott’acqua e annegassi nei miei stessi errori. A volte è come se giacessi in fondo a uno stagno torbido, col peso dell’acqua fangosa che mi schiaccia, colmandomi di segreti e sporcizia. Ci sono momenti nei quali penso che annegare sarebbe un sollievo, perché metterebbe fine a tutto questo. Nessuno può vedermi, quaggiù, del resto sono sempre stata piuttosto invisibile. Il mondo attorno a me si muove al rallentatore, appena al di fuori della mia portata, mentre io resto a fondo, nel buio.
Tra momenti di lucidità e confusione, Amber cerca disperatamente di ricostruire quanto accaduto, in un continuo alternarsi di piani temporali, tra ricordi, pagine di diario, dialoghi frammentati che ogni volta rivelano una verità diversa da quella che ci si aspetta. Luci ed ombre, verità e bugie, le relazioni complicate dal non detto, da colpe e segreti con cui sembra impossibile venire a patti. Non è semplice dividere in maniera netta e definitiva i buoni dai cattivi, tutti i personaggi di questa storia sono in una certa misura fatti di luce ed oscurità, l'una che predomina sull'altra a seconda del caso, ma tutti in qualche modo imperfetti, rotti, imprigionati nella rete di menzogne che si sono costruiti.
E l'oscurità, in alcuni, prende il sopravvento, destabilizzando il lettore e costringendolo a mettere in discussione, pagina dopo pagina, tutto ciò che fino a quel momento credeva essere la verità, il confine sempre più labile tra giusto e sbagliato, tra bene e male:
La gente pensa che il bene e il male siano due opposti, ma non è così: sono solo l’uno l’immagine riflessa dell’altro su uno specchio infranto.
Di Debora Lambruschini