di Rosamund Young
Garzanti, 2017
Introduzione di Alan Bennett
pp. 150
€ 15
Per descrivere un libro come La vita segreta delle mucche di Rosamund Young, edito Garzanti, mi viene in mente come prima cosa l'aggettivo inglese weird.
Lo compri pensando “Sì, ma le mucche saranno una metafora”, lo leggi pensando “Bah, ora mi dirà qualcosa di sorprendente sulle mucche” e alla fine lo chiudi e ti dici “Ok, parlava veramente 'solo' di una fattoria che alleva mucche galline e maiali. E non capisco bene perché, ma mi è piaciuto.”
Rosamund Young, proprietaria insieme a suo fratello Richard della fattoria di Kite's Nest, nel North Cotswolds in Inghilterra, descrive uno spaccato di vita nella sua proprietà dove gli animali, mucche principalmente ma anche pecore, galline, maiali, sono allevati in libertà e con un'attenzione particolare alle loro individualità.
Concentrandosi specificamente sulle mucche, animali placidi e intelligenti, e le loro genealogie (Cuffietta Roana, Cuffiettina, Cuffietta d'oro e Peter Cuffietta, per esempio, sono parte della stessa famiglia) quello della scrittrice è un viaggio bucolico (ed etologico) alla scoperta della sua vecchia fattoria senza idealizzazione ma con una volontà di approfondimento psicologico delle modalità di pensiero e comportamento degli animali.
Sottotraccia, una riflessione non petulante o catastrofista sull'importanza della coltivazione biologica, e contro l'allevamento intensivo, condotta da un punto di vista fattivo, tutt'altro che banale, privo di quei toni da accesa e sempiterna battaglia ideologica ma che fa suo nel migliore dei modi il detto don't tell, show.
Mentre veniamo guidati da Rosamund a conoscere nome, attitudine, abitudini di ogni singolo abitante animale, l'impulso alla risata lascia il posto ad un'immedesimazione nella vita di questa donna un po' bizzarra ma così affezionata alla sua fattoria e ai suoi coinquilini.
Sbirciamo dalle finestre, da un angolo del cortile, dal lucernario sopra la stalla, accanto a lei che ci indica ogni singolo capo di bestiame raccontando del parto della vitellina Amelia, del difficile rapporto madre-figlia fra la mucca Dolly e Dolly II, del sistema di mutua assistenza sviluppato dalle galline per il difficile caso di Chioccia Grigia e la sua zampetta malata.
«Si tratta di un libro che cambia il modo in cui si vedono le cose, tanto che oggi, quando passo accanto a un pascolo di mucche, mi sorprendo a interrogarmi sulle loro amicizie e i loro punti di vista, un'idea che, prima di aver letto il libro di Rosamund Young, avrei ritenuto bizzarra, o semplicemente sciocca. Ora non più.», scrive Alan Bennet nella sua introduzione che mi sento di condividere in pieno.
Una passeggiata in una realtà semplice e “altra”, un inno alla natura, quella vera e non mitizzata, nella quale si respira sì il profumo dell'erba tagliata, ma anche qualche zaffata di stalla, qua e là.
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