di Chiara Gamberale
Feltrinelli, 2017
pp. 184
€ 9,99 (ebook)
È difficile capire perché fra tutte le voci e i modi di camminare e di fare l'amore in cui ci imbattiamo, capita quella, capita quello che ci raggiunge proprio lì, dove fa sempre freddo, e a quel punto non può che rimanere.
A distanza di quasi dieci anni dalla prima pubblicazione, torna in libreria La zona cieca, romanzo tra i più cari a Chiara Gamberale, in cui si sono affacciati due protagonisti, Lidia e Lorenzo, destinati a tornare in romanzi successivi (Le luci nelle case degli altri e Adesso). La loro conoscenza è del tutto casuale e in circostanze che hanno qualcosa di magico: il 29 febbraio, in un luna park abbandonato, che ha poco di divertente e molto di nostalgico. Forse avrebbe potuto intuirlo, Lidia, in cosa si andava a cacciare, lei che conduce una trasmissione radiofonica di successo dedicata all'amore, Sentimentalisti anonimi. E invece da subito si lascia avvincere da un rapporto che ha tanto di simbiotico e ancor più di pericoloso.
Lorenzo non è certo l'uomo perfetto: divorziato ma ancora legato alla sua ex moglie, a cui ha ceduto la casa («Con quello che non c'era più, Lorenzo intratteneva rapporti ostinati»); vive senza prendersi cura di niente, neanche della pulizia dei suoi spazi; invade la vita di tante donne con il suo fascino da scrittore maledetto e poi passa all'incontro successivo, senza mai nascondere la sua apparente libertà («Parlava di libertà e indipendenza eppure era la persona più schiava e dipendente che avessi mai incontrato»). I legami lo terrorizzano e l'idea di una convivenza, dunque rinunciando ai propri spazi privati, è decisamente inaccettabile per lui.
Eppure qualcosa scatta per Lidia: non vuole chiamarlo amore (non sia mai!) e fa di tutto per sbattere in faccia ai sentimenti di lei che non crede nei rapporti esclusivi, né ha intenzione di affrontare le sue tante paure e un dubbio, a un certo punto, colpisce la protagonista:
Mi chiedo se non mi sia innamorata di un uomo del genere perché dichiara esattamente le mie stesse paure. E perché cercando di asciugare le sue io possa asciugare le mie.
Non esita a riversare sulla protagonista le sue frustrazioni per l'ispirazione che non arriva; e così si appoggia a lei e poi la rifiuta, la allontana da casa per poi richiamarla poche ore dopo e chiederle di tornare. E Lidia torna, perché la verità le è chiarissima:
Per quanto mi riguarda io sapevo benissimo qual era casa mia. Era stare con lui.
Non c'è porta in faccia che Lidia non sia disposta a sopportare e, siccome la protagonista sa farsi voler bene fin dalle prime pagine, è abbastanza inevitabile per noi lettori odiare Lorenzo per la sua viltà. Eppure a Chiara Gamberale i suoi personaggi piacciono, e anche verso Lorenzo arriva un perdono indulgente. Sarà che il tutto è raccontato attraverso lo sguardo innamorato di Lidia, io-narrante, disposta a giustificare Lorenzo una volta di troppo, anche quando gli amici fanno di tutto per aprirle gli occhi. Ma la depressione di Lorenzo e il suo sconsolato abbandono non fanno che trattenere Lidia, a sua volta reduce da tre importanti ricoveri per disturbi alimentari, impedendole di farsi una vita e una famiglia come ogni tanto ammette di volere.
A quanto possiamo rinunciare per un amore-ossessione? Viene da chiederselo, perché è facile giudicare (anche nostro malgrado) il comportamento di Lidia ed etichettare Lorenzo come uno "stronzo", ma poi bastano un piccolo gesto, un episodio minore per ricordarci che anche noi prima o poi ci siamo comportati così... Quasi acciecati, con il nostro raziocinio annebbiato da un sentimento più forte e soverchiante che ha messo a tacere ogni dubbio.
E allora assistiamo, impotenti ma inteneriti, al tentativo estremo di Lidia di ridare fiducia e conforto a un disperato Lorenzo: veste i panni di un fan singolare, un hippie irlandese che ha cambiato vita e ora è monaco in Italia; monta lettere piene di ammirazione per i romanzi di Lorenzo in un italiano volutamente zoppicante ma dai contenuti profetici. E incrocia le dita. Sì, sembra che tante volte Lidia speri, anche quando il destino infierisce sulla sua generosa disponibilità.
Come precisa Walter Siti nella postfazione presente in questa riedizione, Lidia Frezzani una e due, esistono due Chiara Gamberale: una più lieve, interessata a raccontare l'evasione; l'altra è «filosofa dell'ossessione», definizione quantomai calzante per definire la sua capacità di scavare negli anfratti di personalità complesse e tutt'altro che scontate.
GMGhioni
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