di J. R. R. Tolkien
Bompiani, 2017
a cura di Baillie Tolkien
Traduzione a cura di Marco Respinti
Terza edizione riveduta e accresciuta
pp. 192
€ 13 (cartaceo)
Ecco un libro da leggere in cartaceo! Viene da pensare, appena si sfoglia Lettere da Babbo Natale, appena uscito in terza edizione riveduta e accresciuta per Bompiani. Durante la lettura, il pensiero si evolve: ecco un libro da possedere, tenere accanto a quelli che ci hanno aiutato a passare dall'infanzia alla vita adulta, ma che ci fanno tornare volentieri bambini!
Sì, perché il qui presente Lettere da Babbo Natale è una raccolta imperdibile di lettere che Tolkien ha scritto nei panni di Babbo Natale e dei suoi aiutanti ai suoi figli per oltre vent'anni a partire dal 1920: vi si trova la fantasia del grande papà di Lo Hobbit, ma anche la delicata attenzione di un papà come tanti altri, papà di quattro figli. Ed è per John, Michael, Christopher e Priscilla, infatti, che la fantasia di Tolkien si scatena, in parole e anche in bellissime immagini: la calligrafia un po' tremolante di Babbo Natale presto viene accompagnata dai commenti di Orso Polare, un singolare aiutante, pigro ma anche fondamentale nelle battaglie contro i temibili goblin, che mettono a soqquadro e rischiano di rovinare i pacchi di Babbo Natale. Orso Polare ha un caratterino tutto suo, non lesina commenti a margine nelle lettere e ogni tanto si prende la libertà di terminare lui le lettere, dire la sua in una scrittura tutta angolosa e piena di errori d'ortografia (d'altra parte, povero Orso, lui scrive in artico...).
Presto l'aiuto di Orso Polare non basta ed è così che dal 1936 compare anche un Elfo a dare una mano, Ilbereth, con una grafia ancora più minuta e sottile, personalissima.
E le lettere arrivano ogni anno, prima di Natale, per confermare di aver ricevuto le letterine con le richieste e i raccontini dell'anno e per Natale stesso, con gli auguri e gli aggiornamenti da parte dei singolari amici nordici. Le avventure sono fantasiosissime e le lettere si trasformano spesso in un divertente e divertito racconto che appassiona i lettori più piccoli e schiaccia l'occhio ai lettori adulti. E le parole giocano sempre con le immagini.
Anche nei momenti più tristi, quando la Seconda Guerra Mondiale infuria, Tolkien non dimentica di appendere la calza al camino e di scrivere a nome di Babbo Natale. Cambiano un po' i toni, questo è certo, e anche i disegni risentono dell'evidente preoccupazione dell'autore, ma resta a scaldare un innegabile bisogno d'affetto, sterminato.
Il libro è davvero un regalo di Natale perfetto: per chi ama questa festa e, ancor più, per le neo-famigliole che stanno per appendere al loro camino una calza nuova. Chissà, magari qualcuno raccoglierà l'esperienza di Tolkien per personalizzarla e farla sua! Ci piace crederlo, mentre con un po' di commozione giriamo le pagine di questo volume per scegliere (quanta fatica!) quali immagini proporvi qui sotto.
GMGhioni