Una finestra sul noir
di autori vari
Fratelli Frilli Editori, 2017
pp. 376
€ 13,90
La Fratelli Frilli Editore, nel mondo del giallo e del noir è un nome. Per quanto nata e operante nella "periferia dell'impero" letterario ed editoriale (come loro stessi si definiscono), negli ultimi 15 anni si è costruita la sua solida reputazione. Ammetto che di gialli contemporanei sono piuttosto digiuna: ancora lettrice di Agatha Christie, Conan Doyle e Rex Stout (sembra non finiscano mai, trovo ancora dei titoli che mi mancano) ho pensato che un buon modo per rimettermi un po' in carreggiata per spaziare sugli autori odierni fosse proprio iniziare dai volumi Frilli. Una finestra sul noir sembrava il titolo giusto per fare una buona panoramica: sapendo poi che si trattava di una raccolta di racconti scritta e pensata per rendere omaggio a Marco Frilli, fondatore della casa editrice e recentemente scomparso, ho pensato che il volume fosse un'ottima occasione anche per buttare un occhio un po' più personale su questa leggendaria figura dell'editoria gialla italiana.
Come le opere d'arte, anche i libri sono portatori sani di cultura. Certo, noi editori, come i librai, dobbiamo pur campare, ma se ci pensa, le storie trovano il loro posto, non solo nelle menti del lettore, ma fanno conoscere personaggi che possono diventare cittadini onorari di questo nostro mondo, come se fossero persone reali e, per questo, i libri avrebbero il diritto di essere alla portata di tutti quelli che amano leggere.
Le parole non hanno prezzo- A. Alioto e R. Repaci
Una finestra sul noir raccoglie 40 racconti, 39 scritti dagli autori della scuderia Frilli più uno, Knife di Maria Bellucci, vincitore della prima edizione del premio letterario Frilli. Questi racconti, tutti con impronta giallistica, includono Marco Frilli tra i loro personaggi. A volte semplice comparsa, talvolta testimone, investigatore o protagonista, un po' come Hitchcock, Marco Frilli è presente in ognuna di queste storie. Il volume segue due livelli di lettura: in uno l'immersione nei vari stili degli autori della Frilli che ci fanno fare la conoscenza anche di alcuni personaggi storici e seriali dei romanzi pubblicati dalla casa editrice genovese, e nell'altro livello andiamo a caccia dei particolari che compongono la figura di M.F.
Scopriamo quindi Marco, originario di Firenze, ma traferitosi a Genova dove il papà lavorava come camallo al porto (Il fantasma di Teresa di Daniele Cambiaso). Giornalista per il "Secolo XIX" (La fuga dello scecco di Alberto Minnella) poi rappresentate per la Mondadori (Lo strano incontro di un futuro editore di romanzi gialli di Dario Crapanzano), già allora mostra uno spiccato interesse per tutta la narrativa gialla. Grande tabagista, amante del cibo e delle belle donne, poco formale o compassato se si tratta di esprimere giudizi, più portato al "belin" che non al "mi perdoni", occhi grandi e attenti anche se rimpiccioliti dagli occhiali, un naso importante. Ad ogni racconto si aggiunge un tassello: un uomo intraprendente, appassionato di parole e della sua casa editrice, talent scout con un naso (importante!) molto fine, pronto a spronare e a rimproverare senza mezzi termini i propri autori. Autori che adesso sentono fortemente la sua mancanza e lo dimostrano con un affetto senza pari in questa raccolta.
I racconti variano di genere e stile. Ci sono i classici di investigazione (La lunga notte di Matteo di Giulio e La prova decisiva di Daniele Grillo e Valeria Valentino), quelli d'azione (De Foresta di Marvin Menini), quelli che virano più sul surreale (La dama bianca e la dama nera di Fabrizio Borgio ) e altri che fanno metaletteratura portando in scena e facendo vivere i personaggi di carta delle pagine Frili (Quando sorriderò di Armando D'Amaro).
Ogni storia è un atto di omaggio: oltre all'indubbio valore di intrigo che gli autori sono riusciti a condensare anche in poche pagine (ogni racconto è un giallo fatto e finito), si legge questo volume con commozione. Si capisce quanto Marco Frilli abbia inciso sulla loro vita e sulla narrativa italiana. E questi autori vogliono rendergli l'omaggio supremo, il dono migliore che si possa fare ad un editore: portarlo a vivere, per sempre, tra le pagine dei gialli che tanto amava. Per rinascere e rimanere tra le parole.
«Preferirei restare tra i protagonisti degli autori che amo, anche loro vanno a scavare tra luci e ombre della natura umana, ma senza morbosità».«Cazzo marco son fatto di parole!»«Sì ma esisti: non sei venuto questa notte a tenermi compagnia?»«Mi stai sfiancando».«Sono sempre stato convincente: portami nel vostro mondo».
Quando sorriderò- A. D'Amaro
Giulia Pretta
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