di Jeanette Winterson
Mondadori, 2017
Titolo originale: Christmas Days
Traduzione di C. Spallino Rocca
pp. 293
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Dodici racconti e altrettante ricette speciali che in qualche modo hanno segnato la vita di Jeanette Winterson: una bella idea di marketing per il Natale? Il dubbio è legittimo, ma viene facilmente fugato se pensate che l'autrice confessa: «le storie sono lo spazio in cui vivo: per me sono luoghi fisici, tridimensionali». Aggiungete che i racconti non sono il "prodotto" estemporaneo di un'autrice con la fretta di pressioni editoriali, ma sono nati negli anni e hanno accompagnato momenti anche difficilissimi. Inoltre, se avete già letto qualcosa di Jeanette Winterson, sapete che troverete tutto fuorché scontatezza nelle sue pagine (imperdibili, ad esempio, Powerbook e Scritto sul corpo).
Al contrario, se per voi Jeanette Winterson è un nome nuovo e il libro vi è stato regalato pensando (erroneamente) a un volumetto "carino" esteticamente, con qualche illustrazione dentro, che punta sul filone della cucina, fortunato in questi anni... Beh, cancellerete il sorriso di circostanza già al primo racconto.
Anche il più Natale-fobico o vero e proprio Scrooge non saprà resistere alla capacità della scrittrice di andare oltre, lasciando spazio a piccole infrazioni della routine, con epifanie più o meno realistiche che spesso sforano decisamente nel fantastico. Talvolta, le apparizioni colgono aspetti migliori del presente, come la capacità di lasciarsi cullare dall'amore di qualcuno che può e vuole dedicarsi a noi o dalla sorpresa costante della gentilezza. Molti dei protagonisti sono soli, variamente emarginati, orfani o con cattivi Natali alle spalle, però basta poco per far tornare la speranza, come un'attenzione o un dono inaspettato. Infatti, se «la maggior parte di noi vede solo il mondo che già conosce», Jeanette Winterson aiuta ad aprire occhi nuovi, o meglio ci fa tornare ai Natali della nostra infanzia, legati a rituali più o meno sepolti nella memoria. Il confronto con l'idea di Natale dei protagonisti è assolutamente inevitabile, tra moti di comprensione, di rispecchiamento, di compassione, di incoraggiamento e di sprone. Qualche volta i protagonisti hanno bisogno di un evento inatteso, quasi miracoloso, inteso come «un evento che interviene a spezzare il continuum spazio-tempo»: e allora ecco che arrivano veri e propri racconti-miracolo!
Anche il più Natale-fobico o vero e proprio Scrooge non saprà resistere alla capacità della scrittrice di andare oltre, lasciando spazio a piccole infrazioni della routine, con epifanie più o meno realistiche che spesso sforano decisamente nel fantastico. Talvolta, le apparizioni colgono aspetti migliori del presente, come la capacità di lasciarsi cullare dall'amore di qualcuno che può e vuole dedicarsi a noi o dalla sorpresa costante della gentilezza. Molti dei protagonisti sono soli, variamente emarginati, orfani o con cattivi Natali alle spalle, però basta poco per far tornare la speranza, come un'attenzione o un dono inaspettato. Infatti, se «la maggior parte di noi vede solo il mondo che già conosce», Jeanette Winterson aiuta ad aprire occhi nuovi, o meglio ci fa tornare ai Natali della nostra infanzia, legati a rituali più o meno sepolti nella memoria. Il confronto con l'idea di Natale dei protagonisti è assolutamente inevitabile, tra moti di comprensione, di rispecchiamento, di compassione, di incoraggiamento e di sprone. Qualche volta i protagonisti hanno bisogno di un evento inatteso, quasi miracoloso, inteso come «un evento che interviene a spezzare il continuum spazio-tempo»: e allora ecco che arrivano veri e propri racconti-miracolo!
I racconti lucidano le speranze e le rendono più vive, senza per questo smettere di riflettere la vera natura dei diversi personaggi. Bambini, donne di neve parlanti, spiriti, cani pensanti, orfani, coppie in crisi si muovono in tempi e spazi diversissimi: in comune, la prossimità del Natale, innevato o meno. Anche la morte non è esclusa da questi racconti: anzi, un filone gotico sembra soffiare con levità in almeno due storie (Il letto di seconda scelta e La sposa del vischio), anche se più spesso è il presente, con la frenesia sprezzante della grande città a farla da padrone, intrecciato in modo indissolubile al gusto per la fiaba, che fa spesso ricorso alla tradizione.
Ma tutto è rielaborato nello stile limpidissimo e di grande spontaneità di Jeanette Winterson: leggi e quasi non ti accorgi di avere tra le mani un libro; pare che tutto prenda forma, parola, sostanza attorno. E viene spontaneo ringraziare la grande scrittrice britannica per questa prova fresca, capace di regalarci stupore.
Gloria Ghioni
Gloria Ghioni
La citazione sottolineata due volte:
Ricordare non è come visitare un museo e dire: Guarda! Ecco un oggetto di tanto tempo fa conservato in una teca. La memoria non è un archivio: anche il ricordo più elementare è abbinato ad altri ricordi.