di Joe R. Lansdale
Einaudi, 5 dicembre 2017
Titolo originale: Rusty puppy
Traduzione di L. Briasco
pp. 283
€ 18.50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Il fatto è che se anche insistiamo, se qualcuno ci chiede: ehi, avete visto laggiù?, e noi glielo diciamo, non abbiamo abbastanza elementi per inchiodarli. Inoltre, si tratta di poliziotti. Fanno del bene al quartiere, e apparentemente di illegale c'è poco. Nessuno li coprirà di merda per questo.
Torna in libreria Lansdale, e per gli affezionati alle indagini di Hap e Leonard è subito festa. Sì, perché questo Bastardi in salsa rossa rinnova tutta la capacità di Lansdale di sbatterci in un ambiente che ha molto di noir e altrettanto di pulp, tra cazzotti, dialoghi dalla battuta pronta (e spesso oscena), basati su doppi sensi e iperboli. Ma non è solo questo: Bastardi in salsa rossa (o Rusty puppy, per citare il titolo originale, decisamente più affascinante) ci mette davanti più e più volte a questioni etiche. Proviamo a fare un esempio: cosa sareste disposti a fare per una manciata di banconote di piccolo taglio, per un totale di sessanta-sessantacinque dollari? State alzando una sopracciglia? La vostra risposta è "poco"? All'inizio anche Hap pensa di non interessarsi più di tanto all'indagine, perché le "sue" donne, Brett e Chance, sono a casa con la febbre e si trova solo in ufficio, annoiato, mentre il suo collega Leonard sta provando l'adrenalina degli incontri hot per dimenticare il partner precedente. Però, forse addolcito dal pacchetto quasi intatto di biscotti alla vaniglia o mosso a compassione (anche se non lo ammetterà mai) dalla cliente, decide di vederci chiaro. Sì, perché la cliente è anche la dirimpettaia, Louise, che ha visto il proprio figlio morire senza una apparente motivazione. Un testimone ha detto che sono stati degli agenti di polizia a uccidere a manganellate il ragazzo, immischiatosi più volte per liberare sua sorella minore dalle attenzioni morbose di un agente.
Sarà davvero così? Quando per saperne di più bisogna basarsi sulla testimonianza di tanti teppisti di strada in uno dei quartieri più pericolosi della città, di sicuro i colpi di scena non mancano. E anche le scazzottate (vere, minacciate o verbali). Ecco che allora Hap ha bisogno del suo braccio destro, Leonard, che riesce sempre a risultare più cattivo e più credibile di lui, anche grazie a un rischioso passato da pugile, che torna spesso utile.
E più Hap e Leonard indagano, più si trovano ad affondare le braccia e i pugni nella segatura. Ma in segatura ruggine, in grado di far affondare cadaveri di sconosciuti in una melma capace di accelerare il processo di decomposizione e rendere così irriconoscibili le vittime. Lì si può davvero "insabbiare" qualsiasi misfatto, qualsiasi resa dei conti da nascondere al commissariato, come del resto si sta zitti su traffici di droga, combattimenti clandestini, palpatine alle colleghe donne e alle carcerate... Non è un mondo facile, quello in cui Hap e Leonard investigano, ma li salva conoscere a menadito quella realtà, come anche la loro faccia tosta, unita a una buona dose di coraggio (o di sconsideratezza?).
Il divertimento per noi lettori è assicurato: se i dialoghi restano il vero punto forte di questo romanzo irriverente, goduriosamente ed esageratamente pulp in alcune sue parti, va detto che l'azione e la costruzione del caso sono altrettanto magistrali. Così non resta che lasciarci trasportare nell'ambiente pericoloso, volgare, disagiato dell'agenzia investigativa più famosa di Lansdale e ringraziare, ancora una volta, per i libri che sanno raccontarci un mondo diverso dal nostro. Non necessariamente migliore (anzi!), ma altro, lontano da noi.
GMGhioni
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