Bugie e thriller al tempo dei social

Bugie
di T. M. Logan
La Corte Editore, 2017

Traduzione di Federico Ghirardi

pp. 400 
€ 17,90



Le bugie, senza dubbio un tema antico e moderno, declinato all’infinito nella letteratura di tutti i tempi. Le bugie di cui ci parla T. M. Logan hanno però qualcosa di inquietante, e hanno il potere di sovvertire la vita del protagonista, un tranquillo insegnante, con una famiglia perfetta, almeno fino a prova contraria.
Ritmo incalzante e scrittura asciutta, come l’esperienza giornalistica dell’autore impone, hanno fatto sì che questo thriller abbia avuto un successo clamoroso in Inghilterra, con oltre 300mila copie vendute, e che questo esordio letterario funga da ottimo biglietto da visita per l’attesissimo nuovo libro, in uscita a gennaio. 
Il segreto è nel sottile stato di ansia in cui viviamo al tempo dei social, che invece di renderci più sicuri e consapevoli ci hanno reso fragili, ricattabili, schiavi di una vita che dipingiamo perfetta  e profondamente soli. L’assunto di base è che i  social ci cambiano la vita, e non è  quasi mai in meglio. Si finisce per fare delle proprie esperienze uno show e della propria esistenza una recita, ci facciamo manipolare dalla voglia di apparire e perdiamo di vista l’essenza della vita stessa.

La vita del protagonista ruota attorno a nuclei ben definiti: l’amore per il suo lavoro di insegnante, la ragazza del college che diventa sua moglie, l’idealismo giovanile che si trasforma in routine famigliare, il caos rinchiuso dentro un progetto di vita, gli amici e i post su Facebook, prima hobby usato per gioco, poi mezzo di ricatto, infine chiave di volta per arrivare a scoprire chi è il colpevole.  
Fin dalla prima pagina si capisce che tutto è destinato a mutare. 

Joe, il protagonista, si trova per caso a inseguire la macchina di sua moglie, per rispondere a una richiesta del piccolo William, suo figlio, che riconosce l’auto della mamma. Da quel momento, dalla decisione di assecondare il figlio, dalla piccola deviazione di un giorno come tanti, inizia una corsa senza fine per cercare di non cadere nella trappola che il destino ha deciso di riservargli. Un malinteso, un pugno ben assestato all’amico Ben, la fuga dal parcheggio e l’incubo inizia. Ben è sparito, qualcuno si diverte a pubblicare su Facebook particolari della sua vita, tutte le prove sembrano incriminarlo per un crimine non commesso. Ad amplificare ogni passo c’è anche l’ossessione per i social, la mania di raccontare ogni nostro istante sulla vetrina pubblica più affollata del mondo. 
Così ci ritrovammo seduti nel mio ristorante cinese preferito, con Mel che alternava Facebook, Instagram e Twitter sul suo iPhone e io che fingevo si trattasse di un normale sabato sera fuori: due chiacchiere, del vino, buon cibo, un po’ di tempo solo per noi.
I temi che l’autore affronta sono diversi: fiducia, relazioni, reputazione, rapporto tra passato e presente, confronto tra ciò che siamo e ciò che gli altri percepiscono di noi. La bravura di Logan sta nell’intrecciare e dosare tutti questi temi all’interno di un plot che sembra scontato e che viene ribaltato continuamente, colpi di scena e visione distorta della realtà, faranno il resto, fino ad un finale per nulla scontato.

Un thriller psicologico che si legge in maniera scorrevole, senza troppe pretese letterarie, ma con il merito di instillare nel lettore qualche riflessione sui condizionamenti che la tecnologia può avere sui nostri comportamenti. Visto che ci avviciniamo a un periodo di vacanze e letture, un romanzo come questo  potrebbe aggiungere adrenalina ai giorni di relax natalizia, con l’unica avvertenza che poi comincerete a guardarvi intorno e a cercare di capire in che modo le persone che vi stanno accanto alimenteranno le loro e le vostre “bugie”.

Samantha Viva