La giusta mezura
di Flavia Biondi
Milano, Bao Publishing, novembre 2017
pp. 160
€ 19,00 (cartaceo)
di Flavia Biondi
Milano, Bao Publishing, novembre 2017
pp. 160
€ 19,00 (cartaceo)
Si sa, la fine di un anno porta con sè bilanci e stime provvisorie su quanto si è fatto, rimasugli di promesse non mantenute e nuove volontà per l'anno che arriva. Quale migliore occasione per leggere un libro che fa della crisi, sentimentale e generazionale insieme, il suo argomento centrale, per sfociare alla fine in una dolcissima lezione per tutti i lettori?
Dopo il meraviglioso Un anno senza te (già recensito da Critica letteraria), ancora una volta Bao Publishing cerca di raccontare le mille sfumature dell'amore, con una nuova graphic novel destinata a replicare il successo ottenuto dal libro di Luca Vanzella e Giopota. Entrambi i libri condividono, oltre all'argomento amoroso, anche la città in cui la storia è ambientata, Bologna. Nel contesto di una realtà universitaria, vivono Manuel e Mia, i due protagonisti del libro, i quali dividono la casa con coinquilini ogni volta diversi, sempre studenti universitari dalla vita irregolare.
La giusta mezura racconta la storia di una frattura, una doppia crisi, sentimentale e generazionale: Manuel e Mia, non più studenti e alla soglia dei trent'anni, si trovano a fare i conti con una realtà nella quale cominciano a sentirsi scomodi, soprattutto Manuel, il quale desidererebbe un'evoluzione del rapporto, con una casa tutta per loro, un matrimonio e magari dei figli. Queste intenzioni, tuttavia, fanno nascere dei dubbi nella testa di Mia, la quale inizia a domandarsi quale sia davvero la prosecuzione della loro storia. Un lavoro vero, uno stipendio, un mutuo: le responsabilità della vita adulta le piombano addosso in un solo momento e, presa dalla paura, commette un grave errore.
Mia si sente, per usare le sue parole, “fregata”: dov'è finita la spensieratezza dei vent'anni, le bevute e le chiacchierate in piazza Maggiore, le albe viste con gli amici e la sensazione di avere un'eternità tutta da vivere davanti a sé? Perché, tutto d'un tratto, si ritrova a dover pensare ad un trasferimento e ad una famiglia? Perché, dopo otto anni d'amore, ancora non ha quella fiabesca certezza che Manuel sia l'uomo con cui costruire un futuro, ma soprattutto, lei, scultrice alla ricerca di un lavoro fisso, con tanti sogni e poche certezze, e lui, scrittore in erba e pizzaiolo per pagare l'affitto, quale futuro possono cercare?
La giusta mezura racconta la storia di una frattura, una doppia crisi, sentimentale e generazionale: Manuel e Mia, non più studenti e alla soglia dei trent'anni, si trovano a fare i conti con una realtà nella quale cominciano a sentirsi scomodi, soprattutto Manuel, il quale desidererebbe un'evoluzione del rapporto, con una casa tutta per loro, un matrimonio e magari dei figli. Queste intenzioni, tuttavia, fanno nascere dei dubbi nella testa di Mia, la quale inizia a domandarsi quale sia davvero la prosecuzione della loro storia. Un lavoro vero, uno stipendio, un mutuo: le responsabilità della vita adulta le piombano addosso in un solo momento e, presa dalla paura, commette un grave errore.
Mia si sente, per usare le sue parole, “fregata”: dov'è finita la spensieratezza dei vent'anni, le bevute e le chiacchierate in piazza Maggiore, le albe viste con gli amici e la sensazione di avere un'eternità tutta da vivere davanti a sé? Perché, tutto d'un tratto, si ritrova a dover pensare ad un trasferimento e ad una famiglia? Perché, dopo otto anni d'amore, ancora non ha quella fiabesca certezza che Manuel sia l'uomo con cui costruire un futuro, ma soprattutto, lei, scultrice alla ricerca di un lavoro fisso, con tanti sogni e poche certezze, e lui, scrittore in erba e pizzaiolo per pagare l'affitto, quale futuro possono cercare?
Mi sento fregata. Qualcuno deve avermi fatto un brutto scherzo. Perchè solo ieri mi ero appena laureata e stavo cercando un lavoretto giusto per mantenermi. Giusto il tempo di capire come orientarmi nella vita. Invece sono passati cinque anni e ho esaurito il tempo dell'orinetamento. Manuel. Mi dici che è ora di fare sul serio. Se ti voglio bene. Se voglio stare con te. Non è quello il punto. Non è quello.
Sarà un breve periodo di allontanamento, e soprattutto un illuminante dialogo con la madre, a far capire a Mia l'importanza della giusta mezura, ovvero il giusto equilibrio: la consapevolezza di dover costruire delle fondamenta certe, poiché, una volta superata la prima fase di innamoramento iniziale, tutti hanno bisogno di sforzarsi e impegnarsi per costruire un rapporto solido. Mia capisce così, che nessuno ha la formula magica, che nessuno ha la certezza di come si evolverà il rapporto, e che bisogna solo prendere un grande respiro e buttarsi.
La giusta mezura racconta i dubbi di un'età, quel periodo della vita in cui si comincia ad avere la consapevolezza di stare cambiando pelle, mete, obiettivi. Piccoli lavori, sentimenti transitori, passionali e dirompenti, incertezze sul futuro e dubbi sulla strada da intraprendere, conoscenti che si sposano e amici che fanno figli: è l'orologio biologico che ticchetta o è il desiderio sincero di ampliare la propria vita?
A svolgere il filo del racconto è il tratto deciso e limpido di Flavia Biondi, giovane artista toscana, la quale possiede l'abilità di esprimere appieno le sensazioni dei suoi personaggi. Infatti, colpiscono, in particolar modo, le pose, sempre estremamente realistiche, e le espressioni: alcune di esse non hanno bisogno di didascalie né di battute poiché comunicano alla perfezione i sentimenti che vogliono trasmettere: la paura, il desiderio, il sospetto di un tradimento, la tensione di un litigio, l'amore. Tutto questo e altro ancora sono i disegni della Biondi, che riescono addirittura ad andare oltre il bianco e nero, a cui auguriamo una carriera lunga e prolifica.
Personalmente, è la seconda volta che mi trovo di fronte ad un volume Bao, e per la seconda volta mi trovo a lodare un'opera di grande valore. Così come Un anno senza te, anche La giusta mezura possiede una poeticità realistica e disincantata, un realismo consapevole, scevro, tuttavia, di ogni crudezza, e arricchito semmai, di una dolcezza poetica che rende il racconto unico. Questi fumetti, o meglio, queste graphic novel, raccontate e disegnate in questo modo, non hanno nulla da invidiare alla prosa narrativa. Vere e proprie perle, da custodire gelosamente, da rileggere al bisogno, o da regalare ad una persona cara, magari bisognosa di un punto di vista diverso.
La giusta mezura racconta i dubbi di un'età, quel periodo della vita in cui si comincia ad avere la consapevolezza di stare cambiando pelle, mete, obiettivi. Piccoli lavori, sentimenti transitori, passionali e dirompenti, incertezze sul futuro e dubbi sulla strada da intraprendere, conoscenti che si sposano e amici che fanno figli: è l'orologio biologico che ticchetta o è il desiderio sincero di ampliare la propria vita?
A svolgere il filo del racconto è il tratto deciso e limpido di Flavia Biondi, giovane artista toscana, la quale possiede l'abilità di esprimere appieno le sensazioni dei suoi personaggi. Infatti, colpiscono, in particolar modo, le pose, sempre estremamente realistiche, e le espressioni: alcune di esse non hanno bisogno di didascalie né di battute poiché comunicano alla perfezione i sentimenti che vogliono trasmettere: la paura, il desiderio, il sospetto di un tradimento, la tensione di un litigio, l'amore. Tutto questo e altro ancora sono i disegni della Biondi, che riescono addirittura ad andare oltre il bianco e nero, a cui auguriamo una carriera lunga e prolifica.
Personalmente, è la seconda volta che mi trovo di fronte ad un volume Bao, e per la seconda volta mi trovo a lodare un'opera di grande valore. Così come Un anno senza te, anche La giusta mezura possiede una poeticità realistica e disincantata, un realismo consapevole, scevro, tuttavia, di ogni crudezza, e arricchito semmai, di una dolcezza poetica che rende il racconto unico. Questi fumetti, o meglio, queste graphic novel, raccontate e disegnate in questo modo, non hanno nulla da invidiare alla prosa narrativa. Vere e proprie perle, da custodire gelosamente, da rileggere al bisogno, o da regalare ad una persona cara, magari bisognosa di un punto di vista diverso.
Valentina Zinnà
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