Per Giulia il 2017 è stato...
old but good
Non me ne si voglia per il paragone prosaico, ma il problema delle opere considerate “classiche” è lo stesso che si pone quando si tratta di mangiare i broccoli e il cavolfiore. Classici e verdura sana vengono propinati a forza sin dalla più tenera età. “Mangi il broccolo, ti fa bene!” “Ma come puoi non aver letto Delitto e castigo? Come puoi pensare di capire la letteratura se ti manca ilDon Chisciotte? Il risultato più scontato è quello di generare una sana diffidenza e un istintivo rigetto per entrambe le categorie. La scuola, in questo senso, non sempre aiuta. Ad esempio, alla mensa dove mangiavo io, i cavolfiori avevano un odore nauseante.
Quest’anno ho quindi deciso di superare la mia avversione: ho imparato a cucinare broccoli e cavolfiore in maniera appetitosa e recuperato alcuni dei classici mancanti alla mia libreria mentale. Ho finalmente letto Il buio oltre la siepe: trovo che sia una lettura che andrebbe proposta ancora e ancora e fatta studiare anche a certi esponenti del giornalismo e della classe politica.
Ho riesumato una vecchia “medusa” Mondadori di La prima moglie di Daphne du Maurier e ho scoperto che una tensione emotiva simile è difficile da trovare nelle opere contemporanee. Ho affrontato Il giovane Holden e ho realizzato che da adolescente non pensavo tanto quanto lui.
Ho riesumato una vecchia “medusa” Mondadori di La prima moglie di Daphne du Maurier e ho scoperto che una tensione emotiva simile è difficile da trovare nelle opere contemporanee. Ho affrontato Il giovane Holden e ho realizzato che da adolescente non pensavo tanto quanto lui.
Me ne sono passati molti altri sotto mano, definibili più come "old fashioned" che non classici (uno su tutti Il più grande uomo scimmia del Pleistocene di Roy Lewis che mi ha fatto ridere alle lacrime) e ho deciso che, da ora in poi, ogni anno, cercherò di recuperare i grossi titoli che mi mancano. Chissà che con il 2018 non riesca a finire Guerra e pace.
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