Il 2017 di Sabrina è stato
itinerante
Premesso che io sono una da "valigia sempre pronta", mi rendo conto che, nella scelta delle mie letture, prediligo i libri che mi portano lontano con la mente. E, dal momento che, grazie al cielo, ho la fortuna di viaggiare spesso, devo dire che amo leggere sia di luoghi che ancora non ho visitato, per immaginarli, sia, o forse ancor di più , di posti in cui già sono stata per ritrovare nel libro le emozioni e le sensazioni che quel particolare viaggio mi ha dato.
Il 2017 è partito con un libro che mi ha portato lontanissimo, in Groenlandia, a bordo di una barca a vela che attraversava il mitico Passaggio a Nord Ovest, il tutto nella cornice di una complicata relazione padre-figlio: il libro in questione è Il passaggio di Pietro Grossi (Feltrinelli), un autore che avevo anche avuto modo di intervistare qualche anno fa. L'ambiente duro e inospitale del regno dei ghiacci è descritto splendidamente. Si percepisce che Grossi lo conosce. Io ancora no, purtroppo.
Poi è stata la volta della montagna, il mio habitat non posso dire naturale, essendo io cittadina, ma sicuramente quello del cuore, considerato che il mio buen retiro per una parte dell'anno è tra i monti del Trentino. E' qui che mi sento a mio agio e nel bosco sento il mio respiro armonizzarsi con la natura. E quindi ecco la grande voce di Mario Rigoni Stern, di cui ho letto Stagioni (Einaudi) e poi l'incontro con i libri di Paolo Cognetti, di cui ho letto Il ragazzo selvatico (Terre di mezzo) e, ovviamente, Le otto montagne di Einaudi, il Premio Strega 2017. E (poteva essere diversamente?) mi è piaciuto moltissimo, l'ho fatto leggere a marito, figlio, mamma, sorella, amiche. Mi ha emozionato, ci ho trovato dentro tanto del mio rapporto con le montagne, tanto della mia storia. E in montagna è anche ambientato, nella sua parte più importante, il giallo di Alex Boschetti, Un interminabile inverno di Alpha Beta Verlag, che ho letto la scorsa estate.
Dalle montagne alle acque, perché è vero che mi sento a mio agio con gli scarponi da trekking, ma non disdegno di certo i viaggi dove la brezza porta profumo di mare. Un posto che mi porto nel cuore è Cuba, L'Avana (e non nascondo un po' di commozione quando a gennaio scorso l'ho lasciata, chiedendomi: "tornerò?). Ed ecco che mi è venuto in soccorso, come sempre accade, un libro, L'angolo di mondo, di Mylene Fernández Pintado, di Marcos y Marcos.
Qualche incursione tra i classici, che non possono mai mancare nel corso dell'anno, da Bel-Ami di Guy de Maupassant (Feltrinelli) a Uomini e topi di John Steinbeck (Bompiani), fino a Il giovane Holden (La biblioteca di Repubblica). E poi ancora in viaggio, un'altra valigia da preparare, metaforica e no. Sto parlando del libro di Fredrik Sjoberg, L'arte della fuga di Iperborea, che trasporta il lettore direttamente nelle immensità spettacolari della California tra Grand Canyon e Death Valley. Sulle tracce di Gunnar Widforss, acquerellista innamorato di questi spazi senza confini, ho ritrovato le stesse emozioni che mi ha dato la prima volta che mi sono affacciata dallo Yavapai Point.
E poi un altro viaggio letterario, seguendo, questa volta le tracce di Ernest Hemingway, che più volte ebbe occasione di soggiornare nel nostro Paese, a partire dalla sua esperienza militare nella Prima Guerra mondiale sul Piave. Questi passaggi italiani sono descritti nel bel libro Hemingway e l'Italia di Richard Owen, Donzelli.
Una meta che ancora non ho visto, ma che è sulla mia wishlist da troppo tempo ormai, è Giverny, e nello specifico la casa dove Claude Monet ha trascorso ben 43 anni della sua vita, dipingendo innumerevoli capolavori. Questa cittadina, e questa dimora, sono l'ambientazione a colori di un giallo sorprendente, Ninfee nere, di Michel Bussi, edizioni e/o. Un romanzo dove alcuni omicidi vengono a turbare la pacifica tranquillità di questo paesino della Normandia, abituato soltanto allo scompiglio causato dai pullman in visita alla casa del pittore. Il finale è talmente a sorpresa che adesso mi sto accingendo a leggere un altro libro di Bussi, Mai dimenticare, che alcuni recensori hanno definito ancora più stupefacente.
E poi Tony e Susan di Austin Wright, Adelphi, dove è proprio un viaggio in autostrada che dà il via alla storia: quel viaggio che dovrebbe portare una tranquilla famiglia americana all'agognata casa delle vacanze, ma che invece la scaricherà alle porte dell'inferno. E oltre. Un romanzo possente.
E poi qualche viaggio fatto anche con la macchina del tempo, dalla Grecia di Tucidide di Luciano Canfora, Laterza al Rinascimento delle corti con L'amante alchimista di Isabella Della Spina, Piemme.
Ma altri libri mi hanno accompagnata in questo anno che ci sta per lasciare... Propositi per il 2018? E' facile, viaggi e letture...