di Luca Bianchini
Mondadori, 2016
pp. 196
€ 11 (cartaceo)
€ 7,99 (e-book)
"Don Mimì e Orlando, intanto, erano scesi a salutare, ma quando don Mimì vide Ninella chiese a suo figlio di andare avanti, fermandosi qualche scalino più su. Si aggiustò la cravatta sotto il gilè e aspettò che lei alzasse la testa. Era divina, non perché fosse bionda, ma perché era arrivata. Quando lei capì che stava per comparire anche lui, lo guardò come non faceva da mesi. La vita rallentò solo per loro, ma nessuno se ne accorse (...)".
Qualche anno fa (precisamente nel 2013) Luca Bianchini scrisse un'opera che divenne un caso editoriale e dalla quale venne ben presto tratto un film con grandi attori come Michele Placido e Maria Pia Calzone: Io che amo solo te, una dolcissima storia d'amore tra Ninella, la sarta di Polignano a Mare, e don Mimì, imprenditore agricolo dal cuore romantico.
Nel libro assistiamo non solo alle vicissitudini dei due protagonisti, ma anche alla storia che lega i rispettivi figli, Chiara e Damiano, al loro matrimonio, culminato in un ballo dolcissimo proprio sulle note della canzone di Sergio Endrigo che dà il titolo al libro, ed a tutto l'universo di personaggi che ruotano attorno a queste due famiglie: da Orlando, fratello omosessuale di Damiano alla ricerca del vero amore, a Nancy, la sorella di Chiara con manie da grande cantante, dal fratello di Ninella, uscito da poco di prigione e deciso a costruirsi una nuova vita, a Daniela, migliore amica di Orlando che pur di aiutarlo fingerà di essere la sua fidanzata con risultati esilaranti.
La cena di Natale (dal quale è stato tratto un film con i medesimi protagonisti dell'opera precedente) ha un po' le fattezze di un sequel e ci porta nuovamente tra quei vicoli che si affacciano sul mare della Puglia, ci trasporta ancora in mezzo a quei negozi, a quelle personalità che conosciamo talmente bene da farcele apparire come nostri amici: la storia questa volta prende le mosse da Matilde, soprannominata la "First Lady", la moglie di don Mimì talmente felice di aver ricevuto un prezioso anello da quest'ultimo (divorato dai sensi di colpa per l'amore che da sempre nutre per la consuocera), da decidere di organizzare la cena della vigilia di Natale nella casa di famiglia, addobbata per le festività come il teatro Petruzzelli di Bari.
Da quest'evento apparentemente privo di grande importanza, scaturiranno in realtà tante e tali peripezie che riusciranno a catapultare il lettore in una divertentissima atmosfera natalizia, mentre assisterà ancora una volta al rinnovarsi dell'amore tra la bella Ninella ed il dolce don Mimì:
"Fu proprio durante quel festoso momento che, senza battere ciglio, Ninella sentì la mano di don Mimì che la cercava sotto il tavolo. Era una mano sicura, dolce, ferma. Era la mano dell'unico uomo con cui avrebbe voluto ballare un tango (...). Anche se erano seduti, stavano di nuovo ballando (...)".
La cena di Natale contiene quelle atmosfere a metà tra il comico ed il romantico che tanti lettori avevano già amato, quella leggerezza tipica di una fiaba moderna che strizza l'occhio anche ad un eventuale terzo capitolo della storia.
Scritto nel corso di viaggi, trasferte in hotel e corretto in decine di altri posti, il libro di Bianchini non delude le aspettative, ma restituisce ancora una volta quell'ironia, quel coinvolgimento ai quali eravamo stati abituati, senza dimenticare attimi di riflessione che porteranno i personaggi a cercare di migliorare sé stessi e le loro vite.
Se in Io che amo solo te era stato il maestrale a provare a rovinare i piani di Chiara e Damiano, in questo episodio ad accompagnare le gesta dei genitori sarà la neve, che se da un lato sembra attutire ricordi ed emozioni, dall'altro risveglia sentimenti mai del tutto sopiti.
Se durante le feste di Natale vi verrà voglia di leggere e di rilassarvi, non perdete La cena di Natale, un piccolo libro in grado di regalare attimi di spensieratezza ma anche di riflessione sull'amicizia, la famiglia e l'amore: vi ritroverete conquistati dopo poche pagine, e ancor di più se accompagnerete la lettura alla visione del film, e reclamerete a gran voce un nuovo seguito, un'altra storia che riesca a farci emozionare, a farci battere il cuore come solo l'amore tra Ninella e don Mimì può fare.
Ilaria Pocaforza