#IlSalotto - La pigrizia del cuore: quattro chiacchiere con Rossella Tempesta


Un'immagine di Rossella Tempesta
Sono così tanti i libri che raccontano dei problemi delle donne, delle difficoltà cui ogni giorno vanno incontro, che pare strano che ci sia ancora qualcuno che desidera dire la sua con una nuova storia. 
Eppure quanti si approcceranno con La pigrizia del cuore (edizioni Spartaco, collana Dissensi, 2017) rimarranno piacevolmente stupiti dalla grazia e dalla sensibilità con i quali la poetessa Rossella Tempesta ha descritto la vita dell'avvocato Stella Di Mare, che affronta non solo tutte le complessità relative al dover crescere una figlia da sola, ma anche le ingiustizie di cui le donne sono vittime, sorretta da un'incrollabile forza d'animo e da una storia d'amore tra due personaggi del passato che fanno ben sperare anche per il suo futuro.
Dopo aver incontrato Rossella alla Fiera della piccola e media editoria, Più libri più liberi (qui il link della cronaca della giornata del 10 dicembre), ed aver scambiato quattro chiacchiere con lei, il nostro colloquio è proseguito con un'intervista per voi lettori di Critica letteraria.

Parlaci un po' di te e delle tue poesie.

La poesia è la mia vita. Sono stata e sono in primo luogo una lettrice appassionata e instancabile, e la poesia dei grandi del Novecento è stata il mio viatico. Dopo molti anni e moltissime letture è emersa la mia voce poetica, che contiene indubbiamente, come un nautilus, l'eco di tutta la poesia che ho letto e amato.

Raccontaci perché hai deciso di cimentarti con la prosa dopo la tua attività di poetessa. 

Di questo devo rendere merito a Tiziana e Ugo Di Monaco, gli editori Spartaco: sono stati loro (in particolare Tiziana) a chiedermi con affettuosa veemenza una prova in prosa. È stata una bellissima esperienza e sarò loro sempre grata.

Come hai avuto l'idea per la trama de La pigrizia del cuore?

Anche qui devo dare il merito ad una telefonata preziosa intercorsa tra me e Tiziana Di Monaco: è stata lei per prima a raccontarmi di una donna vissuta in un palazzo gentilizio di un paesino dell'Abruzzo, circa cento anni fa. Da quella traccia si è sviluppata poi la trama del romanzo che ha visto nascere un'altra protagonista, Stella, questa volta una donna della nostra epoca...

Quanto hanno influito i tuoi studi ed il tuo lavoro sulla caratterizzazione della protagonista, l'Avv. Stella Di Mare?

I miei studi e soprattutto il fatto che lavoro da oltre vent'anni come direttore in Tribunale e Procure della Repubblica mi hanno sicuramente molto influenzata. In effetti quello giudiziario è un mondo che conosco bene e che presenta falle sempre più evidenti: è un sistema che andrebbe rivisto in toto perché sia finalmente garantita a tutti noi cittadini una funzionale "Giustizia di prossimità".

Riallacciandoci alla domanda precedente, pensi che la mediazione potrebbe (seppure in parte) risolvere i problemi del nostro sistema giudiziario?

In Europa funziona eccome, da anni. Il Diritto Penale minimo è ciò cui si dovrebbe tendere: poche fattispecie di reati, meno processi e solo per le cose più importanti e seguiti con la giusta, doverosa attenzione, attenzione che adesso è inevitabilmente assorbita dal mare magnum di procedimenti contro fatti minori o affatto individuali in natura come reati (penso alle tossicodipendenze, all'immigrazione, ad esempio, e loro annessi e connessi).

Analizziamo ancora la prospettiva della giustizia e della legalità che pervade tutto il tuo romanzo e citiamone una frase: "La giustizia non può esistere secondo un ordinamento che ritiene i motivi irrilevanti. Quello che conta (...) sono gli interessi. Le persone invece sono fatte di carne e ossa, sangue e motivi. E quindi non avranno mai giustizia da alcun giudizio". Potresti spiegarci cosa intendevi qui?

Il processo, nel nostro Paese, non prevede come proprio esito la reintegrazione del tessuto sociale che abbia subito uno "strappo" durante una crisi conflittuale tra le persone. Risolto, in favore dell'uno o dell'altro (o di alcuno) il conflitto d'interesse, non restano indagati né valutati i reali motivi che hanno spinto gli individui al conflitto. Le persone restano "irrisolte" nelle questioni che le hanno viste agire in un ruolo (di vittima o di reo) e la civiltà, la trama sociale, resta rappezzata malamente e sempre più fragile.

Perché hai definito il tuo libro un "Cavallo di Troia"?

Perché il titolo, la sinossi, fanno pensare subito ad un romanzo d'amore; invece, se pur di amore se ne parla, gli argomenti disseminati nelle trame di vita dei protagonisti sono diversi, eclettici. E provocatorii, direi.

I personaggi di Rocco e Angelina sono realmente esistiti o sono il frutto della tua immaginazione?

Nessun personaggio letterario è frutto di una totale invenzione! Anche Rocco e Angelina possiedono un radicamento in una realtà lontana, in una cronaca paesana, ma allo stesso tempo i nostri due sono liberi interpreti della mia capacità creativa.

Il personaggio di Libero, che professa la religione Buddista, cita più volte nel corso della storia gli insegnamenti tratti da Il sutra del loto: parlaci un po' di quest'uomo e della sua filosofia di vita.

Libero è il Virgilio di questa mia storia. È lui che, alla ricerca di sé e di una ragione di vita che lo liberi dall'abulia che lo ha avvolto dopo la morte del proprio amatissimo fratello e la fine del proprio matrimonio, è lui, dicevo, che guiderà Stella in un mondo più vasto, rappresentato così pienamente dalla filosofia buddista raccolta nel meraviglioso poema che è Il Sutra del loto: il superamento del "piccolo io" a favore di un nuovo Umanesimo che veda l'essere umano come una "Torre preziosa perfettamente dotata" capace, dunque, di conseguire la massima saggezza (la buddità) e con tale strumento realizzare un mondo di amore, giustizia, pace.

C'è un insegnamento che ti piacerebbe ricavassero i tuoi lettori da La pigrizia del cuore?

Sì, senza chiamarlo "insegnamento" lo definirei più un "suggerimento". Mi ispiro alla parola giapponese crisi rappresentata da due diversi ideogrammi: l'uno dei quali significa "difficoltà", mentre l'altro si traduce in "opportunità". Ecco, ogni situazione di questa mia storia, ogni suo personaggio presenta due aspetti, almeno. E una speranza, sempre.

Quali progetti letterari hai per il futuro?

Sto preparando una raccolta di inediti poetici in aggiunta agli editi per me più significativi degli ultimi quasi venti anni di poesia. Ma anche la penna per la prosa non è riposta...


Buona fortuna Rossella!

Ilaria Pocaforza