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Un libro spaziale

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Se il sole muore
di Oriana Fallaci
Rizzoli, 2016

pp. 621
8,90

A mio padre che non vuole andare sulla Luna perché sulla Luna non ci sono fiori né pesci né uccelli.
A Teodoro Freeman che morì ucciso da un'oca mentre volava per andar sulla Luna.
Ai miei amici astronauti che vogliono andar sulla Luna perché il Sole potrebbe morire.

Se il sole muore è un saggio/diario in cui è riassunto un anno di lavoro di Oriana Fallaci in America tra ricerca e inchiesta intorno agli astronauti, alla Nasa e ai centri aerospaziali. Certosini approfondimenti che ci immergono nella realtà dello spazio in ogni sua forma. La scrittrice intervista ben otto astronauti indagando in ognuno di essi cosa li abbia spinti a scegliere tale mestiere nella vita, quali sensazioni li affliggano durante il volo, quali emozioni li accompagnino quando fanno le esercitazioni e come abbia reagito la famiglia. La curiosità di Oriana sconfina nel personale, chiede quali siano le reazioni delle mogli: infatti constata che gli astronauti sono tutti sposati, hanno in media trentacinque anni e alcuni sembrano molto più grandi della loro età. Hanno un'aura di eroi moderni, con un'intelligenza superiore alla media e una resistenza fisica adeguata agli sforzi richiesti nelle esercitazioni.

Oriana assiste a una di queste esercitazioni, durissime ed estreme, e rimane assai impressionata per la forza mentale prima che fisica a cui si devono sottoporre questi eroi moderni. Vede con i propri occhi un astronauta prestarsi di fronte a lei al supplizio di entrare in cabina per subire una sorta di centrifuga e assiste quando l'uomo si sente male. Le viene garantito che tutto ciò è normale e che l'astronauta è consapevole di quanto accadrà. Il viaggio di Oriana prosegue con l'esplorazione dei luoghi adibiti al lancio dei razzi sulla Luna, con le visite alle micro cabine di volo degli astronauti e con le spiegazioni di tutte le faccende tecniche che riguardano il viaggio sulla Luna. Per esempio l'alimentazione degli astronauti sullo spazio; si tratta di alimenti ridotti in polvere e di liquidi trasformati in acqua potabile.
Con lentezza ancor più esasperante piegasti il giornale, lo posasti sul tavolo. “La sola idea mi riempie di grande fastidio. Andar sulla Luna, a che serve. Gli uomini avranno sempre gli stessi problemi, sulla Terra come sulla Luna; saranno sempre malati e cattivi, sulla Terra come sulla Luna. E poi mi si dice che sulla Luna non vi sono mari né fiumi né pesci, non vi sono boschi né campi né uccelli: non potrei nemmeno andarci a caccia o a pescare.”
[…] Da una parte ero io, la bambina che crede alle stelle, e dall'altra eri tu, l'adulto che crede alla Terra.

Se il sole muore è anche un diario perché è il dialogo costante tra la scrittrice e il padre. Il padre infatti sostiene che non essendoci né fiumi né boschi sulla Luna e non potendo dunque né pescare né cacciare, non è interessato alla sua esplorazione e ai vari viaggi. Oriana al contrario ritiene che esplorare la Luna sia il futuro, una soluzione qualora la Terra e il Sole dovessero morire. Da questi due differenti pensieri prende il via il libro e la pignola ricerca di Oriana Fallaci. È un diario quando, conosciuto Teodoro Freeman, astronauta di grande livello, divenuto amico della scrittrice, muore, lei si dispera e va al suo funerale provando un grande e incontenibile dolore. La sua morte l'ha colpita tanto da sembrare l'unica durante la cerimonia, a tenere all'amico che non c'è più. Gli altri compagni e colleghi di Teodoro, infatti, parlano d'altro, come se la morte dell'amico non li avesse colpiti. Quando Oriana indaga sul loro dolore e sulle loro superficiali reazioni, essi rispondono che poteva capitare a loro ed è il motivo per cui non si affliggono. Oriana è delusa da loro. Mantiene le caratteristiche di un diario quando la Fallaci descrive le camere d'albergo che le spettano in questo vagabondare tra le meraviglie terrene dello spazio. Oppure le sensazioni che la opprimono prima di fare un'intervista importante.
Non dimentichiamolo: la Terra può morire, può esplodere, il Sole può spengersi, si spengerà. E se il Sole muore, se la Terra muore, se la nostra razza muore con la Terra e col Sole, allora anche ciò che abbiamo fatto fino a quel momento muore. E muore Omero, e muore Michelangelo, e muore Galileo, e muore Leonardo, e muore Shakespeare, e muore Einstein, e muoiono tutti coloro che non sono morti perché noi viviamo, perché noi li pensiamo, perché noi li portiamo dentro e addosso. E allora ogni cosa, ogni ricordo, precipita nel buio con noi. Salviamoli, dunque, salviamoci. Prepariamoci a scappare, scappiamo per continuare la vita su altri pianeti, per ricostruire su altri pianeti le nostre città: non saremo a lungo terrestri!


Un saggio/diario monotematico che scava nel profondo di un argomento così particolare quale è il viaggio sulla Luna e sullo spazio. Potrebbe infatti risultare pesante leggere un volume di più di seicento pagine incentrato unicamente su un tema specifico, ma grazie alla sagacia, alla pignoleria e al contempo alla leggerezza della scrittrice nel narrare le sue scoperte, si riesce a portare a termine la lettura. Un viaggio nello spazio da Terra anche per il lettore che si immerge in una realtà inusuale.  

Alessandra Liscia