di Sally Rooney
Einaudi, 2018
Traduzione di Maurizia Balmelli
Titolo originale: Conversations with Friends
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Nessuno dei due ha fatto un gesto o un cenno di saluto, ci siamo solo guardati, come se fossimo già nel pieno di una conversazione privata impossibile da intercettare. (p. 63)
È una sera come tante altre, quella in cui Frances e Bobbi si esibiscono in uno spoken word; a fotografarle, l'affascinante Melissa, che resta colpita dall'intesa speciale tra le due ragazze. In effetti, Frances e Bobbi sono state insieme alle superiori e adesso, a ventun anni, hanno in comune ancora molto, al di là dello spettacolo: un'intesa fortissima, che sa andare al di là delle parole. Eppure proprio le parole nutrono il loro legame: in poesia, in chat, a voce, in lunghi dibattiti che vanno dalla politica all'etica contemporanea, fino al gossip e alla vita universitaria. La loro intimità è ancora palese e Melissa, fuori dal locale, pensa di invitare le ragazze a casa sua a bere qualcosa e propone di scrivere la loro biografia.
Ma la casa di Melissa è esattamente come lei: lontana, anzi lontanissima dalla realtà di Frances e Bobbi; Melissa è adulta e ricca, e la sua casa ostenta un'opulenza borghese altra dalle difficoltà economiche di Frances (d'altra parte, completamente disinteressata al denaro) e dall'impegno sociale di Bobbi. Anche il marito di Melissa, che appare per poco tempo sulla porta, è un uomo dalla bellezza spropositata e dall'eleganza mai vista prima da Frances: Nick è un attore e, come spesso avviene nel jet-set, è umorale e instabile, alla ricerca di attenzioni.
Hanno parlato poco, tutti e quattro, ma vuoi per effetto dell'alcol, vuoi per l'orario ormai tardo, Frances e Bobbi si fermano a dormire nella stanza degli ospiti e, loro malgrado, ammettono di essere rimaste affascinate dalla coppia.
Non ci vuole molto perché Nick e Melissa rompano l'unione prima indissolubile di Frances e Bobbi: la protagonista e io-narrante Frances, intelligente e analitica nelle sue emozioni, è «facilmente sedotta dalle persone che ridevano alle sue battute»; e d'altro canto Nick non è una statua greca che non mostra sensazioni, ma, con la sua tipica condiscendenza, ammette di essere «facilmente sedotto dalle persone più brillanti di lui» (p. 71). Tra Frances e Nick si stabilisce un'intesa, palese per quanto nascosta ovviamente alla moglie Melissa, ma anche a Bobbi, che comprenderebbe a fatica l'interesse di Frances per un uomo. Soprattutto nella libertà della chat, dove nessuno li vede, Frances e Nick si concedono molto:
«Scrivere a Nick era facile, ma anche competitivo ed eccitante, come una partita di ping-pong. L'uno con l'altra eravamo sempre impertinenti». (p. 41)
Lui, rappresentato più volte come «una chiave che le girava brutalmente in corpo» (p. 257), scardina tante convinzioni di Frances: intanto, conferma la sua bisessualità; quindi, mette in dubbio il suo senso morale. Benché Nick sia sposato, Frances non riesce a fermarsi: e non si tratta solo di fisicità, ma soprattutto di conseguenze sentimentali. Cosa vogliono uno dall'altro? All'insaputa di tutti, Frances perde fiducia in Bobbi, che è ancora presente, ma pare sfuggente, lontana, concentrata su Melissa e le nuove amicizie. Non ci vuole molto perché la protagonista si accorga di essere ormai sola:
«Non mi ero lasciata nessuno con cui confidarmi, nessuno avrebbe avuto la minima comprensione per quello che avevo fatto». (p. 125)
Certi fardelli sono pesanti da portare, soprattutto se sommati ad altre preoccupazioni: la salute che vacilla, il lavoro che manca, la famiglia divisa fisicamente e non solo... È così che l'esordio narrativo di Sally Rooney, scrittrice dublinese del 1991, passa rapidamente da un inizio erotico-sentimentale a ben altre implicazioni di carattere morale e sociale. Siamo davvero in un presente che accetta di buon grado i cosiddetti "poliamori"? La gelosia, l'invidia, il possesso: sono tutte pulsioni superabili in nome della libertà?
Le risposte sono molte, sfumate, contrastate e costantemente filtrate dalla visione di Frances, che si fa sempre più concentrata su di sé, sul proprio corpo, sul proprio sentire. Non a caso, nei periodi di maggiore tensione e ansia, Frances si procura piccole ferite e prova a illudersi di depistare così il dolore. Ma il dolore, spesso sedimentato da anni, è lì sottopelle ed è pronto a riaffiorare: le tante difese di Frances sono pronte a crollare, così come il muro di protezione della cultura, ottimo scudo per un po', ma non per sempre.
Al centro di tutto il romanzo, la parola: dialoghi brillanti preparano o sostituiscono un corpo a corpo a tratti seducente, altrove angosciante. Sono quattro solitudini, quelle rappresentate da Rooney: nel loro amalgamarsi episodico, l'utopia di salvarsi.
GMGhioni
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