Foto di ©Valentina Vasi |
1. Caro Corrado, innanzitutto rinnoviamo i complimenti per L'amore capovolto, un libro davvero bello. Partiamo con la prima domanda, forse banale, ma utile ad inquadrare il tuo ritorno alla scrittura dopo il fortunato Un giorno sarai un posto bellissimo: come ti è venuta l'idea di questa storia?
Grazie per i complimenti, davvero. Stavo correggendo le bozze di “Un giorno”, quando un falegname che stava lavorando su una porta di casa, a Milano, mi ha detto: “ho io la prossima storia per te”. Poi il giorno dopo mi ha portato un pacchetto trovato mentre ripuliva una vecchia cantina. Dentro c’era un carteggio fra due ragazzini, due fratelli che si scrivevano durante la guerra partigiana. Erano lettere tenerissime, sono partito da lì, mi sono messo a costruire una storia, è venuta fuori questa.
2. Durante il libro il protagonista si appassiona sempre di più alla vicenda di Tino e Adele, ricavando un nuovo punto di vista dal quale inquadrare il proprio amore ed ottenendo una nuova vitalità, che gli sarà utile per rialzarsi e ricominciare.
Entrando più nello specifico, cosa ritieni che Giacomo abbia imparato dalla lettura delle lettere?
Imparato? Difficile dirlo. Ha empatizzato, Giacomo. Ha vissuto dentro di sè i sentimenti di altre due persone distanti nel tempo. Ha scoperto che l’amore è una soluzione. Non necessariamente solo quello romantico, ma anche quello per il paese, per la libertà, per l’antifascismo. Giacomo si innamora dell’amore di Adele e Tino, quello loro verso tutte queste cose e quello loro tra di loro, che forse sono la stessa cosa.
3. Sappiamo che il talento narrativo è solo uno dei tuoi molteplici aspetti artistici: hai qualche progetto in corso, sia editoriale che cinematografico, che ci puoi anticipare?
Sto aspettando che escano un po’ di cose girate lo scorso anno. Dal primo aprile su Rai uno, andrà in onda una serie a cui ho preso parte l’anno scorso. Anche qui l’amore è nel titolo (Questo nostro amore). Poi sempre per Raiuno ho girato con Beppe Fiorello per la regia di Giulio Manfredonia un filmtv che parla di immigrazione e integrazione, quindi se vuoi ancora una volta parla d’amore. E sto pensando a una nuova storia da scrivere, sì.
4. Leggendo il libro si resta favorevolmente impressionati dalla tua capacità di scrittura. Come già riportato nella recensione pubblicata sul sito, la storia è molto corposa e impegnativa, ma le pagine scorrono veloci, una via l'altra, e le scelte lessicali e stilistiche riescono ad esprimere appieno ciò che accade in ogni momento. Viene la curiosità di chiederti: come ti sei avvicinato alla scrittura e quando hai capito che possiedi un vero e proprio talento narrativo? Hai sviluppato ed esercitato da solo quest'abilità?
Grazie, che belle parole. In realtà sono un lettore vorace, compulsivo. Da sempre: da bambino passavo così i pomeriggi, leggendo romanzi invece di studiare. E anche la scrittura è sempre stata un piacere, un hobby. Quando è arrivato il cinema mi sono messo a esercitare quella passione qui e lì provando a cimentarmi nella scrittura cinematografica ma in realtà ho sempre sognato il romanzo. Quando sono diventato abbastanza presuntuoso da presentarmi a un editore l’ho fatto. Ho dei maestri senz’altro. Ma loro non lo sanno.
Non posso certo dire che essere cresciuto al cinema a fianco di ottimi scrittori non mi abbia fatto da scuola: ho sempre cercato di rubare a destra e a manca.
6. Succede, talvolta, che nella stesura di un libro, o durante le riprese di un film, si decida di tagliare qualche parte, per diversi motivi.
C'è qualcosa che avresti voluto aggiungere a questa storia ma che non hai scritto?
No devo dire di no, non aggiungerei niente. Ormai il libro è questo. C’è della roba che ho tolto, ma fidatevi: andava tolta.
Grazie per i complimenti, davvero. Stavo correggendo le bozze di “Un giorno”, quando un falegname che stava lavorando su una porta di casa, a Milano, mi ha detto: “ho io la prossima storia per te”. Poi il giorno dopo mi ha portato un pacchetto trovato mentre ripuliva una vecchia cantina. Dentro c’era un carteggio fra due ragazzini, due fratelli che si scrivevano durante la guerra partigiana. Erano lettere tenerissime, sono partito da lì, mi sono messo a costruire una storia, è venuta fuori questa.
2. Durante il libro il protagonista si appassiona sempre di più alla vicenda di Tino e Adele, ricavando un nuovo punto di vista dal quale inquadrare il proprio amore ed ottenendo una nuova vitalità, che gli sarà utile per rialzarsi e ricominciare.
Entrando più nello specifico, cosa ritieni che Giacomo abbia imparato dalla lettura delle lettere?
Imparato? Difficile dirlo. Ha empatizzato, Giacomo. Ha vissuto dentro di sè i sentimenti di altre due persone distanti nel tempo. Ha scoperto che l’amore è una soluzione. Non necessariamente solo quello romantico, ma anche quello per il paese, per la libertà, per l’antifascismo. Giacomo si innamora dell’amore di Adele e Tino, quello loro verso tutte queste cose e quello loro tra di loro, che forse sono la stessa cosa.
Foto di ©Valentina Vasi |
Sto aspettando che escano un po’ di cose girate lo scorso anno. Dal primo aprile su Rai uno, andrà in onda una serie a cui ho preso parte l’anno scorso. Anche qui l’amore è nel titolo (Questo nostro amore). Poi sempre per Raiuno ho girato con Beppe Fiorello per la regia di Giulio Manfredonia un filmtv che parla di immigrazione e integrazione, quindi se vuoi ancora una volta parla d’amore. E sto pensando a una nuova storia da scrivere, sì.
L'amore capovolto di Corrado Fortuna Rizzoli, 2018 pp. 294 € 17,50 (cartaceo) € 9,99 (ebook) |
Grazie, che belle parole. In realtà sono un lettore vorace, compulsivo. Da sempre: da bambino passavo così i pomeriggi, leggendo romanzi invece di studiare. E anche la scrittura è sempre stata un piacere, un hobby. Quando è arrivato il cinema mi sono messo a esercitare quella passione qui e lì provando a cimentarmi nella scrittura cinematografica ma in realtà ho sempre sognato il romanzo. Quando sono diventato abbastanza presuntuoso da presentarmi a un editore l’ho fatto. Ho dei maestri senz’altro. Ma loro non lo sanno.
Non posso certo dire che essere cresciuto al cinema a fianco di ottimi scrittori non mi abbia fatto da scuola: ho sempre cercato di rubare a destra e a manca.
6. Succede, talvolta, che nella stesura di un libro, o durante le riprese di un film, si decida di tagliare qualche parte, per diversi motivi.
C'è qualcosa che avresti voluto aggiungere a questa storia ma che non hai scritto?
No devo dire di no, non aggiungerei niente. Ormai il libro è questo. C’è della roba che ho tolto, ma fidatevi: andava tolta.
Concludiamo rinnovando i ringraziamenti a Corrado Fortuna per questa bella intervista, e augurandogli il
meglio per la sua carriera, sia in campo narrativo che cinematografico,
sperando di poter leggere presto un suo nuovo romanzo.
Intervista a cura di Valentina Zinnà
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