di Denis Thériault
Frassinelli, 2018
Traduzione di Margherita Belardetti
pp. 183
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Poco più di una favola, poco meno di un racconto fantastico, Il principe della città sommersa, uscito da pochi giorni per Frassinelli, ci porta nel gelo del Canada orientale. Qui, il piccolo io-narrante deve affrontare le conseguenze di un gravissimo incidente in motoslitta, in cui il padre è rimasto decapitato e la madre in coma, con pochissime possibilità di risveglio. Al ragazzo restano solo i nonni, figure molto positive per quanto abbastanza singolari (sarebbe bello leggere di più su di loro), e l'attaccamento al mare. Mare grigio, gelato come il vento che soffia spesso lungo quelle coste isolate e poco frequentate. A godere di quello spazio incontaminato, popolato da centinaia di specie marine, un piccolo selvatico, un ragazzino silenzioso che sembra interessato solo alla natura. Il protagonista sa che quello è Luc, lo conoscono tutti perché è orfano di madre e vive con un padre perennemente ubriaco e manesco. Su di lui, si abbattono anche atti di bullismo a scuola, ma lui resiste, con un'ostinazione silenziosa e caparbia.
Tra i due ragazzini nasce un singolare rapporto di mutuo soccorso, una vicinanza fuori dall'ordinario che permette loro di specchiarsi nelle rispettive solitudini. Ogni fuga si spiega con la speranza di un nuovo incontro: Luc non si arrende alla possibilità che sua madre sia affogata come tutti sostengono, ma crede che si sia salvata e sia fuggita lontano; il protagonista continua a stringere la mano della madre in coma e spera di riuscire a risvegliarla con la sua vicinanza.
A mantenere vivi e avventurosi Luc e l'amico sono le esplorazioni del territorio circostante, dove i ragazzini trovano nuovi simboli da eleggere a portafortuna (un esempio? Un'iguana delle Galapagos, a sentire loro) per affrontare le proprie paure: combatteranno così contro la mancanza di sonno e gli incubi incessanti, contro la solitudine.
La fuga dal presente è costante e spesso immaginaria: bastano la fantasia e la speranza di Luc di trasformarsi in un pesce, dopo aver sviluppato per bene la sua capacità toracica ed essersi allenato con l'apnea. C'è un intero universo sotto il mare, e Luc sente di appartenervi, mentre la terra è sempre più lontana da lui. Anche se, certo, Luc viene scaldato dalle attenzioni della famiglia del protagonista, che lo "adotta" ai pasti e alla notte per sottrarlo alle violenze del padre, sempre più animalesco.
Potrebbe sembrare un libro assolutamente drammatico, ma le tematiche più angoscianti vengono smussate continuamente dallo sguardo vitale dell'io narrante, con metafore e similitudini spesso frizzanti, che riportano il tutto alla dimensione fanciullesca del suo guardare al futuro. La componente fantastica, poi, non fa che smorzare la tristezza e trasformarla nel mondo degli infiniti possibili, come vuole la fantasia. E quel che rimane di questo romanzo, senza dubbio originale anche se non ugualmente equilibrato in tutte le sue parti (che fine fanno, ad esempio, i nonni, tanto centrali nella prima parte?), quel che rimane è la storia di una grande amicizia che sa rispettare i desideri dell'altro, anche quando paiono insensati, e che sa scoprire il modo migliore per starsi vicini.
GMGhioni
La fuga dal presente è costante e spesso immaginaria: bastano la fantasia e la speranza di Luc di trasformarsi in un pesce, dopo aver sviluppato per bene la sua capacità toracica ed essersi allenato con l'apnea. C'è un intero universo sotto il mare, e Luc sente di appartenervi, mentre la terra è sempre più lontana da lui. Anche se, certo, Luc viene scaldato dalle attenzioni della famiglia del protagonista, che lo "adotta" ai pasti e alla notte per sottrarlo alle violenze del padre, sempre più animalesco.
Potrebbe sembrare un libro assolutamente drammatico, ma le tematiche più angoscianti vengono smussate continuamente dallo sguardo vitale dell'io narrante, con metafore e similitudini spesso frizzanti, che riportano il tutto alla dimensione fanciullesca del suo guardare al futuro. La componente fantastica, poi, non fa che smorzare la tristezza e trasformarla nel mondo degli infiniti possibili, come vuole la fantasia. E quel che rimane di questo romanzo, senza dubbio originale anche se non ugualmente equilibrato in tutte le sue parti (che fine fanno, ad esempio, i nonni, tanto centrali nella prima parte?), quel che rimane è la storia di una grande amicizia che sa rispettare i desideri dell'altro, anche quando paiono insensati, e che sa scoprire il modo migliore per starsi vicini.
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