È uscito da pochi giorni in libreria per Franco Cesati Editore "Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché", di Giulia Ciarapica, nota a molti per il suo blog Chez Giulia e sui social. Con Book blogger l'autrice aiuta i lettori a farsi spazio nel mare magnum della rete, in almeno due sensi: innanzitutto, consiglia blog, siti e riviste letterarie da tenere in considerazione (ci siamo anche noi!); poi, propone l'abc per diventare book blogger, ovvero per scrivere online di libri. Tra consigli, esempi dal suo blog e da altre realtà in rete e tanto buonsenso, un primo viaggio nel mondo, tutt'altro che semplice e ingenuo, dei book blogger.
Per approfondire alcuni argomenti del libro e per sapere come la pensa Giulia sullo stato presente delle recensioni online, abbiamo pensato di farle qualche domanda (e come sempre ci è scappata la mano!).
Nel tuo Book
blogger. Scrivere di libri in rete: come, dove, perché, offri uno spaccato
del panorama dei cosiddetti lit-blog e una rassegna molto più rapida delle
riviste online in Italia. A tuo parere, come è andato delineandosi questo
universo da quando hai iniziato tu a scrivere e a tenere un blog?
In
realtà ho iniziato relativamente tardi, circa tre anni e mezzo fa, quando non
avevo idea di cosa fosse un lit-blog ma a dirla tutta non sapevo neanche cosa
fosse Twitter. Mi ero appena laureata, bazzicavo poco sui social network e
soprattutto, fino a quel momento, avevo
cercato di mantenere salda la mia “tradizione analogica” (eh sì, non sono mica
una nativa digitale). Da quando ho iniziato questo percorso devo dire che ho
visto i book blogger moltiplicarsi letteralmente di anno in anno, anzi, di mese
in mese. Forse perché non ci avevo fatto caso prima, ma più che altro – suppongo
– perché ormai avere un blog (un blog qualsiasi, ma nello specifico parlo di
lit-blog) in cui esprimere le proprie idee (e non sempre nel modo più corretto,
diciamolo) è quasi d’obbligo. Una sorta di strada “necessaria” per chi vuole
iniziare a tastare il mondo dell’editoria ed entrare nel circuito delle
recensioni online.
Mi
sembra che di lit-blog ce ne siano parecchi, quasi tutti attivissimi e molti di
buona e buonissima qualità. Quasi ogni giorno ricevo dei bei messaggi (su
Instagram, Facebook o via mail) di ragazzi che vorrebbero intraprendere questo
percorso e che mi chiedono “Tu come hai fatto?”. Credo ci sia davvero la voglia
di mettersi in gioco, sì, ma anche di imparare, di non buttarsi nella mischia
senza una preparazione minima di fondo.
Nella seconda parte del tuo libro ti
soffermi su quanto dovrebbe (ovviamente non esistono pratiche uguali per tutti)
fare un book blogger prima e durante la stesura di una recensione. Consigli di
leggere e/o riguardare tre volte il libro da recensire: non credi che così
facendo sarebbe quasi impossibile riuscire a tenere i ritmi di pubblicazione
chiesti dalla rete? Certamente poi dipende molto da che tipo di book blogger
abbiamo davanti, se anche addetto ai lavori o semplice amatore…
Giulia Ciarapica Book Blogger. Scrivere di libri in rete: come, dove, perché Franco Cesati, 2018 pp. 144 € 12 (cartaceo) |
Nel
libro ho cercato di spiegare come lavoro io, e certamente è un punto di vista
in parte soggettivo (poi ho comunque riportato numerosi esempi di altri
eccellenti colleghi che molto
probabilmente lavorano in modo diverso). Io ho trovato il mio
equilibrio, ma capisco che ci sono blogger che fanno anche altri lavori, o
studiano, fattori da tenere presenti. Ma devo essere sincera: sì, i tempi di
pubblicazione richiesti dalla Rete potrebbero essere penalizzati, ma ne va
della qualità di ciò che si pubblica. Intendiamoci, ognuno ha un suo metodo e
una sua velocità, non ci sono delle regole fisse da seguire, anzi. Ma io ho
sempre cercato di mettere al primo posto la qualità di ciò che offrivo al mio
lettore piuttosto che la quantità, andando anche contro certi “dogmi” della
Rete.
Cautela e buon senso sono due requisiti che
emergono qui e là nel tuo libro, anche se spesso per perifrasi o attraverso
l’approccio ai testi. Ha senso, a tuo parere, che un book blogger si cimenti in
stroncature? Se sì, esistono dei limiti (sempre entro la legalità, certamente)?
Beh,
io stessa mi sono cimentata in qualche stroncatura (in un caso specifico
prendendomi anche qualche insulto!) e penso semplicemente che sia una cosa
naturale. Certo, occorrono cautela e buon senso, come hai appena detto, e
tenere sempre presente che l’oggetto in questione è il libro, non l’autore; ma
fare critica letteraria – anche se 2.0 – significa esprimere un giudizio,
un’opinione, per quanto personale e soggettiva sia. Altrimenti parleremmo di
riassunti e non di recensioni. Poi si
può anche scegliere di non parlare di un libro che non ci è piaciuto, ma credo
che la cosa importante sia evitare di elogiare testi che non hanno riscontrato
il nostro interesse.
Scandendo gli ingredienti di base per una
buona recensione, a nostro parere il momento valutativo è fondamentale. Per
quanto ogni redattore abbia un suo stile, noi sul sito cerchiamo sempre di non
limitarci al momento informativo e a quello bibliografico. Tu come la pensi?
Per
l’appunto, dicevo che non facciamo riassunti ma recensioni, in cui l’elemento
valutativo è fondamentale. Anche durante i laboratori che tengo a scuola cerco
sempre di far capire ai ragazzi che sviluppare e mantenere saldo lo spirito
critico è basilare; non parlo di verve
polemica, mi riferisco alla capacità di giudizio, che è un’altra cosa. Quando
faccio una recensione cerco di non soffermarmi troppo sulla trama o sulle
informazioni generali, e punto tutto sul momento critico: dalla trama
all’analisi dei personaggi agli argomenti sviluppati fino allo stile. Secondo
me, è necessario che il lettore si renda anche conto di ciò che un libro offre
al di là della storia, di cosa sia in grado di fare un autore toccando
tematiche di ogni genere.
Nel tuo libro consigli alcuni testi di
riferimento molto interessanti per chi volesse scoprire la critica letteraria.
Tra i critici contemporanei (online e sulla carta stampata), chi ammiri in modo
particolare?
Sicuramente
seguo e ammiro molto – oltre a Pietro Citati, che ho menzionato nel libro –
Massimo Onofri, Alfonso Berardinelli, Filippo La Porta e Goffredo Fofi
(soprattutto per la critica cinematografica). Seguo molto anche Franco
Cordelli, sebbene non sia sempre pienamente d’accordo con il suo punto di
vista.
Un lit-blog piuttosto affermato riceve
centinaia di proposte editoriali a settimana: come muoversi nel mare magnum
delle nuove uscite e, soprattutto, come comportarsi con le copie saggio che
arrivano a casa o in redazione copiosamente?
Hai
detto bene, casa mia è letteralmente invasa, ma non si può leggere tutto, è
umanamente impossibile. Si fa una cernita, per forza. Ultimamente cerco di dare
più spazio alla saggistica (perché a mio avviso se ne parla sempre troppo poco)
e alle cosiddette “chicche”, quei libretti particolari, spesso di editori anche
molto piccoli, che però hanno il coraggio di pubblicare cose altamente
letterarie (penso, per dirne una, a ItaloSvevo edizioni). Certo, da tenere
sempre presenti anche le uscite dei grandi autori (penso ad esempio all’ultimo
di Antonio Moresco uscito per Mondadori pochi giorni fa) di cui è giusto dare
notizia. Insomma, si tratta di un grande lavoro da fare quasi ogni giorno:
selezionare, scegliere, sacrificare qualche testo, tenere conto anche del
pubblico a cui ci rivolgiamo.
Video recensioni, storie su Instagram:
pensi che i blog avranno vita breve o continueranno a essere complementari ai
social network tout-court?
Bella
domanda, ci stavo pensando proprio qualche settimana fa. Non so darti una
risposta precisa, perché i social – soprattutto Instagram, ma anche Twitter.
Forse in calo Facebook – stanno prendendo sempre più piede e sono
indiscutibilmente una parte importante della nostra quotidianità. Il blog però
è il blog, è lo spazio in cui potersi esprimere più liberamente, è il luogo
della riflessione in cui il tempo “rallenta” (rispetto ad esempio alle stories
di Instagram che dopo 24 ore scompaiono o ai cinguettii di Twitter, molto più
fugaci) e in cui non si hanno limiti di battute. Credo che, sicuramente ancora
per qualche tempo, blog e social andranno di pari passo. Poi, chissà.
Per finire: quale consiglio vorresti dare a
un aspirante book blogger?
Sembra
una banalità, ma si sa che le banalità sono poi le cose che sottovalutiamo di
più e invece sono fondamentali. Essere costanti, appassionati e soprattutto
crederci. Sempre, anche quando non si vede la luce in fondo al tunnel, anche
quando pensiamo “Ma chi me lo fa fare?” (e sì, ho passato momenti davvero bui
in questi anni). Studiare, formarsi sui testi che riteniamo opportuni, leggere
sempre e allenarsi con la scrittura – anche personale e non finalizzata alla
pubblicazione; osservare il lavoro altrui, carpire consigli utili anche dalla
semplice lettura della rassegna stampa della domenica. Coltivare un sano
entusiasmo, ogni giorno, e condividerlo con i propri lettori.
Intervista a cura di Gloria M. Ghioni