Guido e il bandolo della
matassa
Romolo Giacani
Bonfirraro, novembre 2017
pp.
175
€
15,90
Guido è un apatico
postino, contento del suo posto di lavoro, privo di alcuna ambizione
e voglia di emergere nel posto di lavoro. Tanto che ci tiene a
precisare di non essere un postino, ma uno sportellista delle Poste.
Anche nella vita Guido è così: non ha alcuna ambizione o sogno, è
un individuo molto calmo, quasi patetico nel suo ruolo di figlio e
fidanzato. Tanto che quando il suo capo gli fa recapitare una lettera
di promozione professionale, spostandolo dall'ufficio vicino a casa
sua all'ufficio centrale, molto distante dalla sua abitazione, gli
crolla il mondo ed entra in crisi. Lui è refrattario ai cambiamenti,
anzi li teme proprio e una promozione, nonostante aumenti anche la
paga, lo manda in tilt. La promozione sarà effettiva nel mese di
luglio, due mesi dopo la ricezione della lettera. Guido trascorre la
prima settimana pensando costantemente a questa disgrazia: una
mansione nuova in un luogo lontano da casa sua, significa cambiare e
significa dover necessariamente prendere dei mezzi per raggiungere
l'ufficio, quando lui era abituato a raggiungere a piedi il luogo di
lavoro e soprattutto a conoscere persino gli anziani che si
rivolgevano al suo sportello.
“Civitani”, aveva detto, “perché non mi segui alla Direzione Generale? Non sei stanco di questa vita? Non hai aspirazioni? Non vuoi crescere, fare carriera?”.No, certo che no! Aveva pensato fra sé Guido.Ma come faceva a rifiutare un invito per il quale la quasi totalità dei suoi colleghi avrebbe dato chissà cosa? Come poteva spiegare che, in realtà, lui era ben contento della sua vita e che neanche per tutto l'oro del mondo avrebbe lasciato il suo ufficietto dietro casa, per trasferirsi all'altro capo di Roma, nella mastodontica Direzione Generale?
Fino a quel momento,
infatti, il lavoro per Guido era stato soltanto un mezzo di
sostentamento, una seccatura inevitabile, da fare bene, nel miglior
modo possibile ma con ragionevole distacco. Un po' come un compito di
matematica a scuola: speri che i calcoli tornino ma in caso contrario
pazienza. E soprattutto, appena finito, via verso cose più
divertenti. Questo era stato per lui il lavoro. Grazie al suo
carattere era riuscito a farselo piacere e, in fondo, era stato un
fatto quasi accidentale. Per quello era molto più contento di
soddisfare il suo interlocutore, che di vendere una polizza o un
buono postale.
Proprio mentre Guido è
in crisi per il futuro cambiamento professionale, la sorella gli
chiede un grosso favore: andare in Argentina a convincere il suo ex
marito scappato di casa a tornare da lei e dai loro due figli. La
donna ha inoltre scoperto che il suo oramai ex marito è un
truffatore e il motivo della fuga è collegato alle truffe perpetrate
in Italia. Supplica dunque il fratello di andare in Argentina a
convincerlo a tornare e a fare il padre dei bambini. Guido è
titubante sin dalla prima richiesta, non vorrebbe partire e non
vorrebbe incontrare quell'uomo, certo che non riuscirebbe neppure a
convincerlo. La sorella insiste e gli propone di partire in compagnia
di qualcuno. Guido alla lunga cede, ma non trova nessuno disposto a
partire con lui. Alla fine Guido parte alla volta dell'Argentina
accompagnato da suo padre, il quale è appena stato lasciato dalla
moglie, madre di Guido, a causa di un tradimento compiuto anni prima
dall'uomo. Durante il viaggio scoprono che il marito della sorella di
Guido è stato accoltellato e un suo amico conosciuto lì si è
impossessato della sua identità. Guido e il padre si avvicinano così
tanto che il padre confessa al figlio di avere un'altra figlia da
un'altra donna, la stessa del tradimento denunciato dalla moglie.
Guido torna cambiato da questo viaggio e di nascosto va ad incontrare
la sorellastra con uno stratagemma tale che neanche lei, la
sorellastra, scopre la verità. Guido però cerca di convincere il
padre a confessare tutto alla moglie, alla figlia e alla sorellastra.
Alla fine il padre crollerà e confesserà.
Era ora di crescere. Un po' come per la paternità per Attilio: era ora di crescere. Come per l'Italia: si entrava in Europa, addio vecchie monete e dal primo gennaio era entrato in vigore l'euro e tutti si erano risvegliati senza una lira. Crescere, come sempre, aveva significato complicarsi la vita. Ma, purtroppo, sembrava proprio inevitabile.
Intanto la sorella viene
a conoscenza della morte del marito. Guido oramai ne ha viste così
tante che la promozione a lavoro non lo spaventa più e inizia ad
assuefarsi ai cambiamenti, tanto da essercene uno grosso nel finale,
che è bene non svelare qualora si voglia leggere il romanzo.
All'interno della storia
contemporanea di Guido c'è la matassa da sbrogliare: si intreccia
infatti nella narrazione la storia dei nonni di Guido, partiti per
l'Argentina, tornati in Italia e ripartiti di nuovo alla volta
dell'Argentina. Una storia complessa fatta di un omicidio che li ha
spinti a scappare, un amore contrastato dal suocero e patti lunghi
anni, più simili ad un ricatto. Una matassa che nel corso della
storia si snoderà attraverso le lettere private scritte in quegli
anni dai protagonisti. Guido conoscerà l'intera storia dei nonni dai
ricordi del padre, figlio e nipote dei fuggitivi.
Un romanzo che a
raccontarlo sembra complesso, complicato da seguire e che invece da
leggere ruba al massimo un pomeriggio. Una storia piacevole che
scorre liscia e veloce, tra un colpo di scena e un cambiamento
improvviso. Tanto che alla fine il protagonista così insicuro,
apatico e antipatico delle prime pagine, diviene simpatico e
piacevole durante la lettura. Un romanzo ben scritto, scorrevole e
con uno stile naturale che fa venir voglia di leggerlo tutto d'un
fiato.
Social Network