di C.J. Tudor
Rizzoli, 2018
Traduzione italiana di Sandro Ristori
pp. 347
€ 20,00
1986. Il dodicenne Eddie e la sua banda
di amici stanno trascorrendo un normale pomeriggio al luna park
quando una giostra si rompe e crollando deturpa il volto di una
ragazza, che riesce miracolosamente a salvarsi grazie all'intervento
di Eddie e soprattutto del nuovo misterioso insegnante del paese, il
signor Halloran.
A trent'anni esatti da quei fatti,
Mickey, uno degli amici del protagonista, ritorna in città e si
presenta da Eddie chiedendogli di aiutarlo a scrivere un libro su
quello che è successo. Per convincerlo gli annuncia di conoscere il
nome del vero assassino di un delitto che noi lettori sappiamo essere
accaduto ma del quale ancora ignoriamo i contorni. Questa è una
delle tante declinazioni del meccanismo che sorregge l'intero
romanzo: i salti temporali nel 2016 e la voce narrante di trent'anni
prima iniettano lentamente ma da subito la suspense. Ad esempio, chi
è Halloran? Il racconto di Eddie è molto efficace nell'instillarci
la tensione grazie all'ambiguità dei comportamenti e delle parole
dell'insegnante. Come detto, sappiamo che qualcosa di brutto
succederà ma non riusciamo ad intuire cosa. È l'essenza del
thriller, l'origine del page turning frenetico che ci
intrappola.
Diversi delitti turbano la tranquillità
di Anderbury, sempre accompagnati da inquietanti disegni fatti con
gessetti colorati (comparsi nella vita dei protagonisti portati da
qualcuno che nessuno è riuscito a vedere). Omini stilizzati che
affogano, o impiccati. La morte è centrale: la transizione che fa
scoprire ai ragazzi questo aspetto terribilmente inevitabile della
vita è sviluppata in maniera efficace, a tratti toccante
(impossibile non emozionarsi di fronte al capitolo dedicato al
vecchio cane di Hoppo).
Ad intorbidire le già confuse acque
del paesino inglese, la madre di Eddie lavora in una clinica che
pratica aborti e per questo è osteggiata da un gruppo di cittadini
religiosi guidati dal reverendo Martin. Egli è padre di Nicky,
l'unica ragazza della compagnia del protagonista. Nei confronti della
figlia è autoritario ai limiti della violenza, o forse addirittura
li supera. C'entreranno qualcosa, lui e i suoi ferventi seguaci, col
clima che si respira ad Anderbury?
Qualsiasi romanzo che abbia come
protagonisti dei ragazzini porta inevitabilmente ad evocare Stephen King. In questo caso a rafforzare il parallelismo ci sono anche le
atmosfere, che lentamente virano all'horror senza abbandonare il
genere di partenza.
Tudor ha trovato una voce coinvolgente
per il suo protagonista, un ragazzino come tanti che passa le
giornate con gli amici, si innamora di una sua compagna, spia con
curiosità il mondo dei grandi e si confronta (prima ancora che la
trama ci porti nel cuore del thriller) con problemi rilevanti come la
presenza di bulli. È proprio nella tensione tra le intenzioni di un
adolescente e la sua capacità di affrontare questioni più grandi di
lui che risiede uno dei motori di una trama giocata su trovate
perfette. La contraddizione tra ciò che vorremmo essere e ciò che
siamo accompagna Ed anche in età adulta e fino alla fine non
possiamo essere certi che tra i tanti personaggi che nascondono
azioni poco edificanti non ci sia anche lui.
I protagonisti nel 2016 sono i reduci
di loro stessi. Lo siamo tutti. Nel passaggio all'età adulta
perdiamo inevitabilmente qualcosa. Lo sono a maggior ragione Eddie e
i suoi amici, che hanno vissuto esperienze traumatizzanti che hanno
segnato per sempre le loro vite. Ora è tempo per Eddie di riaprire
il vaso di Pandora: dovrà affrontare le vicende del passato,
rispolverare vecchi segreti mai confessati da lui e dai suoi amici e
provare a chiudere una vicenda che li ha ossessionati fino a quel
momento.
L'uomo
di gesso parla della memoria, dei ricordi, delle cose che
vogliamo trattenere, di quelle che vorremmo scordare e di quelle che
dobbiamo imparare a lasciar andare. La conclusione è convincente e
riserva ancora stupore e brividi (non solo di paura). Un ottimo
esordio, dunque, che ad una solida e avvincente trama thriller
aggiunge la capacità di emozionare con qualcosa che ci riguarda
tutti: il tempo che passa, la vita che scorre.
Nicola Campostori
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