Canzoni senza musica. Trenta racconti con il sorriso in sottofondo
di Andrea Valente
Rizzoli, 2018
pp. 133
€ 15 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
Quella sera avrebbe fatto i conti con le fregature della fantasia, cercando di metterla per una volta, finalmente, in riga. (p. 121)
Quando consiglierei di leggere Canzoni senza musica, la nuova raccolta di racconti di Andrea Valente? Dopo una giornata complicata, con stress a manciate e tante energie dissipate (qualche volta a vanvera). Per riprendersi da quella stanchezza frustrata, qualche breve racconto di questa raccolta può essere un toccasana, se riuscite a lasciarvi andare alla semplicità della forma e alla genuinità dei contenuti. Valente, vincitore del Premio Andersen come Miglior autore completo, ha spesso avuto per interlocutori i piccoli lettori, ma i racconti proposti qui possono avere un pubblico variegato. I temi, infatti, sono tra i più solidi e costanti nella vita di ognuno, spesso visti attraverso più sfaccettature: l'amicizia di vecchia data e, al contrario, le amicizie nascenti; i nuovi incontri e gli addii, la vita e la morte, la scuola e le vacanze, i primi amori e il tempo che lavora sul loro ricordo, i sogni dell'infanzia e la loro realizzazione o frustrazione nel futuro, la capacità di accontentarsi e la forza per perseguire un obiettivo,...
Nello spazio di pochissime pagine (qualche volta una sola), Andrea Valente gioca con paradossi, colpi di scena finali, apparenti assurdità, sfora nel fantastico e manipola il reale con la semplice scioltezza di chi è abituato a narrare. Soprattutto - e questa è la parte più interessante - entra nella mente dei suoi personaggi di diverse età, raccogliendo ansie e desideri dei più piccoli e rimpianti e malinconie dei più grandi. Qualche volta è un io narrante a parlare, facilmente sovrapponibile all'autore: sono i pensieri brevissimi che commentano il presente, quelli che si cimentano con le zone liminari della raccolta, costruendola secondo equilibri di corrispondenze e contrasti. Ecco, un esempio, dal brevissimo L'inizio:
Non so mai come cominciare, né quando. Per lo più mi metto in marcia che tutto è già cominciato da un po' e spesso la fine mi travolge quando il mondo sta ancora girando (p. 13)
Se tutti i racconti sono curati nella misura e raccolgono bene la sfida della brevità e della concisione, la trama non è però ugualmente convincente: ad alcuni brani manca mordente, la levità - marca sicuramente positiva in senso calviniano - a volte però mette le ali ai piedi ai raccontini, un po' facili da dimenticare. Si segnala invece per la sua bellezza calibratissima "I tre della foto", piccolo gioiello incastonato circa al centro della raccolta.
Nell'insieme, si trae grande piacevolezza da Canzoni senza musica: il sorriso arriva ogni tanto, non per tutti e trenta i racconti, ma il pregio è che questo sorriso si veste talvolta di divertimento, talaltra di dolcezza, di malinconia, di sensazioni tutte da provare sulla nostra pelle e soprattutto da calare e/o ripescare nel nostro vissuto.