Sebastião Salgado. Genesi.
La Venaria Reale,
22 marzo - 16 settembre
Biglietto:
12,00 € intero
10,00 € ridotto
12,00 € intero
10,00 € ridotto
Bella idea, quella di venire alla Reggia di Venaria nel giorno in cui dalla Reggia di Venaria parte il Giro d'Italia. Le strade che circondano la corte ricordano vagamente qualche girone infernale, quello delle bandierine, delle trombette e dei cappellini rosa agitati convulsamente sopra le teste arrossate da un sole implacabile. A tirarmi qui, chiaramente con l'inganno, è stata la mostra del fotografo brasiliano Sebastião Salgado, Genesi. La monitoravo da tempo, l'ho trovata qui, oggi. Alla biglietteria, frastornata dagli strombettatori, sono già pentita.
C'è un vantaggio nell'essere alla Reggia di Venaria nel giorno in cui dalla Reggia di Venaria parte il giro d'Italia. Lo scopro una volta entrata. Sono completamente sola. Il mondo è chiuso fuori. Si respira, nella penombra delle sale, il giusto clima di sacralità per affrontare il tema della rassegna. Secondo la curatrice, "Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni [...], è un tributo visivo a un pianeta fragile che tutti abbiamo il dovere di proteggere". Un tributo reso attraverso più di duecento fotografie che vogliono celebrare la meraviglia del mondo nei suoi luoghi più incontaminati, in cui l'uomo cessa di essere al centro e lascia spazio: alla natura, agli altri esseri.
Di fronte alle fotografie, immersi nel silenzio richiesto dalla contemplazione, si prova l'emozione forte - stupore, quasi commozione - nel sapere che in qualche parte del mondo esistono cose simili. L'esposizione si rivela quindi un inno alla gioia del creato, ma anche "una chiamata alle armi", come sottolineano l'autore e la moglie, Lélia. Quello a cui tutti siamo chiamati è infatti un impegno concreto per la salvaguardia del pianeta:
Non possiamo continuare ancora a inquinare terreni, acqua e aria. Dobbiamo agire adesso per preservare le terre e i mari incontaminati, per proteggere i santuari naturali di animali e antichi uomini. E possiamo spingerci oltre, cercando di riparare ai danni che abbiamo causato.
L'immagine riesce dove le parole a volte si rivelano inadeguate: a toccare corde intime, smuovere la coscienza. Nelle lande sconfinate, nei luoghi ostili eppure incredibilmente popolosi (centinaia di migliaia di coppie di pinguini, o cormorani, o albatri, o leoni marini; i caribe, le zebre, gli ippopotami: puntini vividi e contrastivi su fondali opachi); nei dorsi corrugati delle balene, che sembrano riemergere dall'alba dei tempi, oltre che dalle acque; nei corpi guizzanti degli uomini, lampi nudi tra la vegetazione, ci si ricorda improvvisamente di essere inseriti in qualcosa di grande. Non è quindi ardita la scelta del titolo: genesi - a indicare la nascita di qualcosa che trascende l'uomo, non è in funzione dell'uomo o a misura dell'uomo, ma di cui l'uomo fa parte e di cui è chiamato, nelle sue possibilità infinitesimali, a farsi carico.
Carolina Pernigo
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