La vita finora
di Raul Montanari
Baldini + Castoldi, 2018
pp. 229
€ 17,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Raul Montanari, nel suo ultimo romanzo La vita finora, narra di un professore Marco Laurenti, dal passato difficile, che arriva in un paese di montagna e incontra dentro e fuori dalla scuola ragazzi e famiglie, ma soprattutto compie un viaggio dentro se stesso.
Una storia di bullismo, di droga, di riti satanici, di dinamiche legate al branco, una esperienza che porterà Marco a vedere il lato oscuro dell’animo umano. Tensione narrativa e spunti di riflessione per adolescenti ed adulti: un libro che si presta a diversi piani di lettura.
Durante un incontro con alcuni lettori appassionati ho parlato con Raul Montanari che ha introdotto così il suo libro:
«Il libro narra di un professore, Marco, che lascia Milano e va in un posto misterioso in una valle che potrebbe essere bergamasca, un paese inventato, quello che mi interessava era il microcosmo rappresentato. Marco incontra sette ragazzi organizzati intorno ad un capo: Rudi. Vi sono poi gli scagnozzi del capo, il vampiro Visigalli, Nadir il patetico ciccione, Cristina dalla bellezza irresistibile e Chiara, l’emblema della vittima predestinata».
Il protagonista, insieme a Marco, è senza dubbio Rudi, figlio dell’uomo che a Marco ha affittato la casa nella quale vive, il capo del gruppo che pratica serate a base di sesso, cocaina, invocazioni al demonio poi riprese con lo smartphone.
Da sottolineare, sin dall’inizio della narrazione, il tema del doppio, la contrapposizione tra Marco e Rudi; quest’ultimo cerca l’approvazione del professore, un contatto fisico e avverte una sorta di similitudine cerebrale.
Come Montanari ha spiegato,
«mi interessava molto il rimosso da parte di Marco, della sua stagione non vissuta, è come se ci fosse quasi uno scambio di ruoli, come se Marco rappresentasse la buona conoscenza, il giorno, e Rudi la cattiva conoscenza, la notte».
Numerosi gli elementi di riflessione legati alla stagione dell’adolescenza, Montanari stesso ha dichiarato:
«Da sempre sono interessato ai temi delle dinamiche tra giovani che ho sviluppato anche in altri libri. L’adolescenza è la stagione cruciale, usciamo dall’infanzia, si pensa alla vita come un romanzo e tutto questo rappresenta una tentazione narrativa molto forte per un romanziere. Nell’adolescenza siamo investiti dalla scoperta di essere unici, pur in un disperato conformismo che passa anche attraverso codici linguistici e di vestiario, una fase della vita a forte rischio di solitudine».
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e funzionali alla storia. Un aspetto da porre in evidenza è la capacità di Montanari di essere nella testa e nei gesti dei protagonisti, non c’è giudizio alcuno, tutti hanno pari dignità, in ognuno di essi ci sono elementi che possono essere tipici di ogni animo umano.
Come detto in precedenza, si tratta di una storia verosimile nella quale il lettore è posto dinnanzi anche al tema attuale del crollo dell’alleanza fra gli adulti. In passato i genitori, gli insegnanti erano un riferimento inconfutabile e alleati tra loro, ora si assiste ad una iper tutela dei figli e, infatti, Rudi sa che “nessuno può toccarmi”; gli insegnati sono delegittimati, la crisi sociale e, della scuola, si avverte nelle battute dei protagonisti e nei loro atteggiamenti, così come in quelli dei genitori. I fatti di queste ultime settimane sembrano confermare quanto, sul piano narrativo, emerge dal libro.
Ma nel romanzo come nella realtà, il bene esiste, talvolta è impercettibile, altre è da interpretare tra piccoli gesti. E in questa ottica Raul Montanari fornisce una importante riflessione, accompagnando il lettore oltre il detto e non detto: si può imparare a cogliere e a guardare con uno sguardo diverso da quello al quale siamo abituati.
Elena Sassi