di Elena Refraschini
Odoya, 2017
pp. 271
€ 18.00
«Non c'è più terra! Non possiamo proseguire perché non c'è più terra»: sono più o meno queste le parole che Neal Cassady pronunciò quando, dopo aver attraversato il paese in una Hudson del 1949 insieme a Kerouac, giunse finalmente alla bianca San Francisco. Quella sensazione di conquista del territorio, in un viaggio che allora aveva davvero proporzioni monumentali, doveva essere la stessa che avevano provato i primi pionieri quando, nel 1890, venne ufficialmente dichiarata chiusa la frontiera. No more land. (p. 204)
Viaggio alla fine della terra. Che, per tanti coincide, con il centro, vitale, del mondo. San Francisco è così, un miraggio appoggiato sulle scintillanti onde dell'Oceano Pacifico. Un traguardo per chi viaggia in direzione Ovest. Come i pionieri, coloro che attraversarono le terre del Nuovo Mondo per spingersi sempre più in là, verso il tramonto. Fino ad arrivare al punto più lontano.
E questa città, con quel nome dall'aura un po' cattospagnoleggiante, ha sempre saputo accogliere tutti coloro che avevano il coraggio di seguire, fino in fondo, la vocazione all'Ovest, al viaggio, all'avventura.
Partiamo? Ok, siamo a San Francisco. Proviamo a immaginare adesso che qualcuno ci prenda per mano e ci porti in giro per questa città straordinaria e, passo dopo passo, via per via, ci racconti, la sua storia. Senza fretta, con calma, in modo da darci tutto il tempo che ci serve per impregnare i nostri occhi e la nostra mente di tutta la bellezza immaginabile. Così fa Elena Refraschini, autrice del bel libro San Francisco. Ritratto di una città. Una città che lei conosce palmo a palmo, dove trascorre parte dell'anno (andate a vedere il suo blog, www.storiedisanfrancisco.it) e dove si sente a suo agio. In questo libro Elena ci accoglie infatti con tutta la cordialità di una padrona di casa che non vede l'ora di riceverci e di farci vedere le meraviglie di cui dispone.
Passeggiando con lei scopriamo San Francisco attraverso aneddoti, personaggi, pezzi di storia, antichi ricordi, immagini, luoghi, parchi, angoli, librerie, negozi, incroci. E ancora case, palazzi, musei, musica, cultura, cinema, lingua, curiosità. Secondo un filo che non fa salti logici, ma che si snoda seguendo l'assunto del «tutto si tiene». Come in un lungo racconto che possiede la magia di saper ipnotizzare, mentre i sensi del lettore sono catturati dalle luci dei lampioni, dallo sferragliare dei cable car, dal profumo di mare sui moli, i famosi piers, dal suono delle sirene delle navi, dall'umidità della nebbia di questa città.
Magica per tanti aspetti. Come disse Herb Caen, giornalista, che sul San Francisco Chronicle teneva una rubrica quotidiana su fatti, aneddoti e pettegolezzi cittadini: «Un giorno, se mai finirò in Paradiso, mi guarderò attorno e dirò: Non è male, ma non è San Francisco».
E pensare che, forse, non esiste città che maggiormente abbia nel proprio Dna il senso del provvisorio: ogni cittadino tiene in casa scorte d'acqua e cibo in scatola in caso The Big One (il potente terremoto che gli esperti danno per probabile, prima o poi, vista l'energia che si accumula nella Faglia di Sant'Andrea) decida di dare un colpo di coda. Talmente provvisoria la città che cambia volto in continuazione, ad altissima velocità. Intanto la sua storia è segnata da un prima e un dopo: il 18 aprile 1906 un fortissimo terremoto, seguito da una catena di incendi, ne distrusse oltre 500 isolati. Tra i giornalisti inviati sul posto per raccontare gli avvenimenti c'era un certo Jack London. E il libro della Refraschini in questo caso diventa ancora più prezioso perché è ricco di un apparato fotografico che ha il pregio di mostrarci la San Francisco pre 1906. Quartieri, palazzi e atmosfere che non esistono più.
Ma il libro ci accompagna fin dalle origini di questo luogo. Partendo dagli Ohlone, i nativi che, dopo aver vissuto qui per secoli, ignari del Nuovo Mondo, lo scoprirono a proprie spese, a suon di Colt e Winchester, il libro presenta un excursus storico sulla San Francisco della corsa all'oro, la città selvaggia della metà del XIX secolo, il cui volto erano sparatorie, incendi, duelli, impiccagioni, gioco d'azzardo e bordelli. Fino ad arrivare al Novecento della Summer of Love, l'evento principe della controcultura, della Beat Generation (ancora esiste la bellissima libreria di Lawrence Ferlinghetti, City Lights) o gli anni Duemila della rivoluzione tech della Silicon Valley. Ognuna di queste ondate ha contribuito a modificare il volto della città. E a cambiarla profondamente.
Mentre come punti di riferimento immutabili Elena Refraschini ci indica il Golden Gate Bridge, vera icona mondiale, che gioca a nascondersi e a svelarsi nella nebbia (la quale, per inciso, ha un proprio account Instagram, @karlthefog), Telegraph Hill con l'inconfondibile sagoma della Coit Tower, le salite e le discese, incongrue, improbabili, uniche che caratterizzano questa città, mettendo a dura prova i polpacci dei pedoni. Raccontandoci, nel frattempo, per intrattenerci, episodi e aneddoti che denotano un lungo studio non solo sulle pagine di storia della città, ma anche sui giornali, le cronache, i libri, i film.
Il tutto a comporre un libro che è fatto veramente bene. Lungi dal voler essere una semplice guida, diventa un romanzo la cui principale protagonista è una città. E insieme a lei i suoi personaggi, i colori, i suoni, i profumi, gli odori.
Un libro utilissimo sia per chi San Francisco ancora non l'ha vista (un consiglio, infilatelo in valigia e camminate per la città con il volume sottobraccio e il naso in su) sia per chi, come me, ha già avuto la fortuna di visitarla e se ne è innamorato. Vi ritroverà tutta l'atmosfera che la avvolge, proprio come la sua famosa nebbia.
Perchè
a San Francisco potrai anche essere un nuovo arrivato, ma non sarai mai uno straniero. (p. 58)
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