e altri racconti animali
di Ambrose Bierce
Elliot, 2018
Traduzione di Angela Pica e Marcello Pagnini
€ 7,50
pp.43
Numero di gatti come da bolletta di spedizione: 127.000
Numero stimato di gatti rigonfi: 6000
Totale cantanti: 121.000
Media di ottave per gatto: 12
Totale ottave: 1.452.000
(Una nave di gatti, pag. 11)
Ammetto di aver scelto questo volume a scatola chiusa, basandomi solo sul titolo. Una nave di gatti aveva un tono favolistico, mi faceva pensare a un enorme bastimento, carico di felini miagolanti che si fanno le unghie sull'albero maestro, si nascondono dentro le scatole della merce e vanno a piazzarsi sul diario di bordo mentre il capitano lo sta compilando. Cose da gatti. Sono bastate pochissime righe per farmi passare il sorriso preventivo e avvertire il tono onirico e grottesco che sta alla base di questo volumetto.
Una nave di gatti, edito da Elliot Edizioni, raccoglie quattro brevi racconti a tema animale dello scrittore statunitense Ambrose Bierce. Titolo e tematica animale sembrano indicare la direzione della favola, ma se nelle favole gli animali sono saggi, motivo di esempio o di monito, qui sono l'incarnazione della natura matrigna. Dietro lo sguardo cinico e amarotico dell'autore, diventano mostri o presagi di sventura. E proprio queste brevi storie offrono un panorama sulla produzione del lessicografo del Diavolo.
Il primo racconto (A carg of cat, 1885), eponimo della raccolta, è la storia di un naufragio. Un bastimento carico di gatti salpa da Malta, ma molti gatti annegano in coperta compromettendo e deformando la nave che li trasporta e causando un tragico naufragio. Ha tratti onirici, in cui la componente animale viene traslata e diventa la materialità stessa della nave. I gatti, a metà tra Sirene foriere di sventura e i naufraghi della Medusa di Delacroix sono la componente del caos che destabilizza il mondo degli uomini.
Il tordo beffeggiatore (The Mocking-Bird, 1891)è ambientato durante la Guerra di Secessione, esperienza che l'autore visse in prima persona e che molto influenzò la sua produzione con il gusto del macabro. Un soldato dell'esercito federato rievoca i suoi ricordi infantili con il sottofondo del dolce canto del tordo. Un canto che lo porterà alle peggiore delle scoperte. I volatili assumono qui pienamente la definizione di "uccello del malaugurio".
Olio di cane (Oil of dog 1890) è un divertente racconto horror. La voce narrante parla dei suoi umili e onesti genitori, dediti all'aborto e alla produzione di olio di cane. Quando le due attività commerciali giungono a compenetrarsi, l'epilogo non può che essere drammatico.
L'allucinazione di Stanley Flaming (Stanley Fleming's Hallucination, 1906) pare essere una vendetta canina sul racconto precedente. Un uomo è afflitto dall'allucinazione di un cane, di proprietà di un uomo assassinato, che lo fissa ogni notte dai piedi del letto. Più propriamente horror si inserisce nella tradizione di cani demoniaci emissari delle forze del male, ripreso poi da Lovecraft che in Bierce trovò grande fonte di ispirazione per i miti di Chtulhu.
-Ha un che di sinistro. Ovviamente so che, al di fuori del mondo dell'arte, gli animali a riposo hanno sempre la stessa espressione... E poi di solito i Terranova hanno un'espressione dolce, lo sanno tutti; cos'ha che non va questo qui?-
-Una cosa è certa, un mio parere in proposito sarebbe di scarsa utilità: non è il cane che devo curare.-
(L'allucinazione di Stanley Fleming, pag. 40)
Ben lontani dagli animali razionali e definiti che le favole classiche e lafonteniane ci hanno sempre presentato, siamo di fronte a un regno animale dalle tinte fosche: che siano causa o semplice segnale di morte e pericolo, gli animali sconfinano nel mondo onirico e sovrannaturale della letteratura gotica. Con in più il gusto per il cinismo e l'umorismo pungente che valsero all'autore il soprannome di "Bitter".
Giulia Pretta
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