L’eredità delle dee
di Kateřina Tučková
Keller Editore, 2017
Traduzione di Laura Angeloni
pp. 416
€18,50 (cartaceo)
Le belle illustrazioni de L’eredità delle dee di Kateřina Tučková, nell’edizione molto curata di Keller, insieme alla parola eredità evocano una pratica tipicamente stregonesca: tramandare la conoscenza delle erbe e delle loro proprietà è un’antica tradizione femminile, una osteggiata, per la quale molte donne furono perseguitate. E la protagonista del romanzo, Dora, è l’ultima discendente di una stirpe di dee: guaritrici, maliarde e veggenti dei paesi abbarbicati sui Carpazi Bianchi, che usavano le proprie conoscenze per fare del bene, ma anche per arrecare dolore.
Le intuizioni del lettore abituato alle storie sulle streghe, tuttavia, finiscono qui: quando si crede di aver inquadrato il romanzo in un genere, ecco che quello ci sfugge; L’eredità delle dee abbraccia il periodo storico compreso tra l’avvento dei nazisti e la caduta del regime comunista nella Repubblica Ceca; i suoi solidi riferimenti a eventi del secolo scorso fanno pensare che si tratti di un romanzo storico, ma poi ci si imbatte in documenti riportati per intero frutto della fantasia dell’autrice e così si capisce che qui verità e fiction si fondono insieme a soluzioni e atmosfere che molto hanno in comune col thriller. Se proprio si vuole definire il libro, userei il termine quest, un tòpos molto antico che ha sempre buone possibilità di tenere il lettore incollato alla pagina. A Dora, infatti, spetta il compito di ricostruire, con gli strumenti dell’etnografia, l’albero genealogico delle dee, di scoprire il loro destino e, insieme a quello, anche il suo; indaga tra documenti resi accessibili dalla caduta del muro di Berlino e i frequenti ritorni alla casa in mezzo al bosco, dove ascolta i racconti delle donne della sua infanzia, testimoni delle sinistre vicende della sua famiglia.
Le ricerche del personaggio assomigliano molto a quelle che l’autrice ha svolto per scrivere il libro, anche perché alcune delle dee di cui scrive sono esistite davvero, come ha dichiarato Tučková in un’intervista:
«È stato un lavoro molto bello, ha richiesto viaggi nella regione dei Carpazi Bianchi […]. Più difficile è stato reperire le sentenze dei processi relativi alle singole dee, quelli più vecchi sono stati distrutti, alcuni dei più recenti occultati perché protetti da un vincolo di riservatezza (i responsabili sono ancora in vita)».
La storia delle dee si intreccia in queste pagine con due regimi, quello comunista e quello nazista, che in modi diversi si avvicinarono a queste donne con esiti drammatici. Il gerarca nazista Heinrich Himmler, realmente convinto di discendere da una strega bruciata sul rogo dall’inquisizione, diede vita all’Hexe Sonderkommando, ossia un gruppo di ricerca che portò a poco a poco alla nascita della Cartoteca delle streghe, 13000 volumi inaccessibili fino agli anni ’50; alcuni funzionari del regime nazista, nel romanzo, raggiungono le dee sui Carpazi per studiarne la conformazione fisica, convinti che quelle, insieme ai loro riti, custodiscano ancora ciò che era rimasto delle più pure stirpi germaniche: il fine del nazismo era provare che la chiesa volesse, con le sue persecuzioni, minacciare la razza ariana. Il regime comunista, invece, vide in loro un nemico e nelle loro pratiche una minaccia: ecco perché una di queste dee fu rinchiusa in manicomio e uccisa dalle sedute di elettroshock: la sua storia ha ispirato uno dei personaggi più importanti, quello di Surmena, zia di Dora.
Il romanzo di Tučková, autrice e curatrice di mostre, si presenta composito, perché ricco di documenti d’archivio come i rapporti dei funzionari nazisti, articoli di giornale, stralci di saggi storici e lettere, che rendono la lettura stimolante e multiforme, ricca di spunti; benché la materia trattata sia impegnativa, la scrittura è accessibile, volta più al racconto chiaro della storia che alla ricercatezza o alle soluzioni letterarie. Man mano che la ricerca della protagonista si arricchisce di nuovi tasselli, la trama si rivela in tutta la sua drammaticità. L’eredità delle dee, pubblicato per la prima volta nel 2012, è divenuto uno dei libri più letti e tradotti del panorama letterario della Repubblica Ceca e l’anno scorso l’Istituto per lo Studio dei regimi totalitari ha insignito l’autrice del Premio per la libertà, la democrazia e i diritti umani.
Lorena Bruno
@Lorraine_books