Milano di carta. Guida letteraria della città
di Michele Turazzi
Il Palindromo, 2018
Prefazione di Fabio Deotto
in allegato la mappa letteraria di Milano
pp. 168
15 x 19 cm, bross.
€ 15
L'occhio "finestra dell'anima" e via principale di conoscenza delle "infinite opere de natura". Leonardo Da Vinci nel Trattato sulla pittura attribuisce “all’occhio, che direttamente si collega all’intelletto e al cuore, unico tra i cinque sensi, quasi che le impressioni visive possano tramutarsi immediatamente in conoscenza ed emozione”, la funzione animica di maggior importanza nel percorso esperienziale della vita.
Ne conviene l’oggettiva considerazione, che nessun luogo possa essere rimasto totalmente estraneo al vissuto umano, giocando un ruolo talvolta fondamentale in esso ed intrecciandosi alle gesta ed all’opera di ciascun individuo. Dato per assodato questo assunto fondamentale, in Milano di carta di Michele Turazzi, scopriamo una rilettura dei luoghi della città, empaticamente intrisi del ricordo degli artisti, che l’hanno abitata, osservandola, ammantandola di significati poetici, amandola come una musa e dedicandole versi.
Una mappa custodita all’interno del libro ci permette di iniziare un viaggio nuovo, costruendo un ponte temporale, che unisce la città di Gadda, di Alda Merini ed Hemingway, Scerbanenco, Buzzati e molti altri, alla metropoli contemporanea, a quell’area dei Navigli totalmente ridisegnata.
Ripercorrendo le orme di ciascuno scrittore, Turazzi ha sviluppato degli itinerari, suddividendoli in capitoli ed epoche distinte, creando un’affascinante dialogo tra il lettore e la prospettiva di osservazione di artisti, che hanno consegnato alla storia immensi capolavori. Un’emozionante occasione quindi per socchiudere gli occhi, rileggendo il contesto urbano da prospettive totalmente diverse dalla propria, immedesimandosi in quei personaggi e nel loro vissuto. Un passato che ritorna, per raccontarci del nostro presente, delle persone che hanno contribuito a formare la nostra identità storica.
È una Milano che ha subito diversi cambiamenti e mutazioni, ma ha conservato il ricordo e quell’atmosfera quasi palpabile, ricca di suggestioni, dalle viuzze e i caffè di piazza del Duomo di Hemingway, a Brera, la “piccola Montmartre degli artisti” di Bianciardi, la “funebre vanità” del Cimitero Monumentale di Lalla Romano e Piero, attraverso le osterie dei Navigli e i giardini segreti della Ripa di Alda Merini, fino alla periferia degli autori e autrici che l’hanno raccontata.
Elena Arzani
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