Il segreto del mercante di zaffiri
di Dinah Jefferies
Newton Compton, 2018
Traduzione di Martina Rinaldi
pp. 384
9,90 € (cartaceo)
2,99 € (ebook)
A metà tra romanzo rosa e giallo, Il segreto del mercante di zaffiri, di Dinah Jefferies, è la conferma che non bisogna giudicare un libro dalla copertina. Nel senso che se la copertina è troppo attraente, patinata, e riporta cifre di vendite e altri tradizionali Clamorosi Segni di Successo, il contenuto del volume risulterà piuttosto povero, quando non deludente.
L'ultimo libro di Jefferies è ambientato nello Sri Lanka del 1935. I ripetuti riferimenti a flora e fauna locale (nel romanzo un ambiente centrale è la piantagione di cannella di Cinnamon Hills), non riescono a conferire alla storia un'aura di fascino, risolvendosi invece in un elenco di piante e animali.
In questo contesto esotico (ma nemmeno troppo) si svolgono le vicende di Louisa Reeve, ricca, matrimonio apparentemente perfetto con Elliot, avventato ma innamorato. E invece no: la misteriosa morte di Elliot porta a galla una serie nefandezze: bugie, debiti, amante e chi più ne ha più ne metta.
Vorrei poter parlare di «segreti inconfessabili», in omaggio a quell'amore per i luoghi comuni che è tanto ostentato nel romanzo (cfr. «brivido lungo la schiena» e «silenzio assordante»). La verità è che la storia è intuibile fin dal principio, per cui parlare di giallo e di suspense è abbastanza azzardato.
E allora puntiamo tutto sulla love story? Io consiglio di cambiare cavallo, perché anche la parte "harmony" del romanzo è banalotta. Il tutto è aggravato da un abuso di elenchi, freddi particolari e discorsi diretti che allungano la lettura, senza renderla piacevole.
L'unica cosa che risolleva la storia, quanto meno in termini di originalità, è l'altruismo di Louisa nei confronti di una sua potenziale arcinemica. Questa parte inizia diciamo a metà romanzo; ma il problema è: date tutte le premesse, davvero qualcuno è così volenteroso da arrivarci?
Francesca Romana Genoviva