di Piero Chiara
Oscar Mondadori, 1973
1^ edizione: 1964
Con introduzione di Carlo Bo
pp. 190
attualmente € 9,00 (cartaceo)
Se avete bisogno di un romanzo divertente e acutamente critico nei confronti della società, cercate in libreria o in biblioteca La spartizione di Piero Chiara, e resterete abbagliati dall'ancora clamorosa attualità della sua ironia. Edito nel 1964, La spartizione ambienta a Luino una singolare «comicità eroica», per dirlo con Baldacci: Emerenziano Paronzini (nome che già suscita un sorriso di per sé) è un uomo a dir poco grigio, il classico funzionario amministrativo tutto compassato, di poche parole; eppure a migliorare la sua vita manca l'elemento fondamentale: una moglie. Le sue attenzioni cadono sulle tre sorelle Tettamanzi, di recente orfane di padre: una più brutta dell'altra, con teste che ricordano questo o quell'ortaggio del fantastico orto del loro defunto padre, le ragazze sono diventate donne senza mai conoscere uomo. Il padre, Mansueto di nome ma non di fatto, ha sempre relegato le figlie alle cure della casa e alla devozione religiosa, assistendo giorno dopo giorno alla crescita di questi prodigi di bruttezza. Certo, ognuna di loro ha una dote fisica notevole: capelli stupendi Fortunata, gambe invidiabili Tarsilla, mani che sembrano gigli recisi Camilla; ma una sola qualità non può neanche lontanamente farle sembrare belle. Anche se Tarsilla attira le occhiate e i commenti degli uomini, a cominciare dallo scansafatiche Paolino, sempre seduto sulla soglia del suo negozio, nessuno si è mai impegnato con una proposta né ha portato a cena una delle tre sorelle. Diciamo che tutte e tre avevano semplicemente accantonato le aspirazioni matrimoniali, pensando che non ci fossero prospettive e che ormai, alla loro età, fossero destinate allo zitellaggio.
Almeno fino a una domenica, quando, alla fine della messa, le tre sorelle incrociano Paronzini e qualcosa scoppia: un innamoramento? Un calcolo, vista l'eredità delle Tettamanzi? Un tentativo di colmare due solitudini? Quel che è certo è che in poco tempo, con un escamotage qualsiasi, Paronzini diventa un ospite fisso al pranzo domenicale di casa Tettamanzi, con le tre donne che fanno di tutto per mettere in luce le proprie qualità e adombrare quelle delle sorelle. Ma per il Paronzini avranno più importanza le gambe di Tarsilla, le mani di Camilla o i capelli di Fortunata? E poi... Occorrerà davvero scegliere?
Inizia così una commedia degli equivoci, sempre più esilarante perché le tre sorelle si trovano a mettere a tacere le proprie convinzioni in nome di una passione amorosa inattesa e, proprio per questo, incontrollabile. A movimentare ancor più i giochi, la convinzione di Paolino: da dongiovanni locale, compromettere Tarsilla per sposarla e garantirsi un po' di denaro per il gioco e i vizi, nonché per sanare i vari debiti. Ma se sedurre la pia Tarsilla è in realtà piuttosto semplice, non lo è altrettanto convincerla a sposarsi. Perché anche Tarsilla è avvinta dal fascino (del tutto misterioso e incomprensibile per il lettore) di Paronzini.
Complici di Piero Chiara, in questa impareggiabile commedia fatta di colpi di scena, pettegolezzi di paese, sono senza dubbio le descrizioni e i dialoghi, degni di un vero e proprio maestro del genere comico. Su tutti, i ritratti dei personaggi devono molto ai romanzi picareschi, per cui la descrizione vira spesso verso la caricatura, la bruttezza viene esaltata con i più deliziosi artifici. Efficacissimo, poi, il discrimine tra realtà e apparenza: quando il Paronzini convolerà a nozze con una delle tre sorelle (non diciamo quale per non togliere la sorpresa), perché continuerà ad accompagnarsi anche alle altre nelle passeggiate serali sul lago? Saranno vere le voci del paese?
A tratti irriverente (e vagamente blasfemo in un paio di situazioni), Piero Chiara regala a noi lettori un irresistibile romanzo comico che non smette di farci sorridere anche a lettura completata: se non è talento questo...!
GMGhioni
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