Salvezza
di Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo
Feltrinelli, 2018
(Collana Feltrinelli Comics)
pp. 128
€ 16,00
Feltrinelli, 2018
(Collana Feltrinelli Comics)
pp. 128
€ 16,00
Cosa scrivere per parlare di un libro che racconta della disperazione di migliaia di essere umani se, leggendolo, le lacrime scendono giù come raramente un testo scritto spinge a fare? In certi frangenti le parole non bastano, anzi, risultano riduttive e approssimative. Ecco, proprio in queste occasioni le immagini della nona arte vengono in nostro aiuto, con il loro forte peso evocativo e con una forza dirompente che non può lasciare indifferenti.
E di questa forza dirompente si sono serviti Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo, due nomi noti a chi si interessa di fumetti. Il primo è, tra le altre cose, autore, con Fabio Brucini, di Sinai, reportage a fumetti realizzato tra le tribù tuareg dell’Egitto, e ha collaborato con Marvel, DC Comics, Glénat, Sergio Bonelli Editore e Disney. Il secondo è un giornalista, scrittore e autore di saggi e inchieste, collaboratore de «La Lettura», «l’Unità» e Wired e autore di fiabe di impegno civile, come La mafia spiegata ai bambini, L’immigrazione spiegata ai bambini e L’ecologia spiegata ai bambini.
I due siciliani scelgono allora, ancora una volta dopo Peppino Impastato – Un giullare contro la mafia, Primo, Jan Karski, Que Viva el Che Guevara, La mafia spiegata ai bambini, L'immigrazione spiegata ai bambini e The Passenger di raccontare fatti e disegnare la verità nel loro ultimo lavoro a quattro mani, Salvezza (nuovo titolo della neonata collana Feltrinelli Comics). Ci cascano di nuovo, scrivono: niente fantasy, nessuna commedia. Il 10 novembre 2017 al porto di Catania salgono a bordo dell’Aquarius, nave della SOS Méditerranée che insieme a Medici senza frontiere soccorre i migranti nel canale di Sicilia, e armati di taccuini, macchine fotografiche, registratori e pennelli, iniziano a raccontare la loro storia del grande «cimitero militarizzato» in cui si è trasformato il mar Mediterraneo negli ultimi quindici anni. Lo fanno senza alcun tono retorico o lezioso di sinistra né con quel buonismo radical chic che viene criticato a chiunque affronti il tema dei migranti. Ci sono semplicemente loro, protagonisti in prima persona, l’equipaggio della nave, la squadra di SOS Méditerranée che effettua i soccorsi, il team di Medici senza frontiere, e le donne, i bambini e gli uomini soccorsi, salvati mentre provavano a dare un senso alla parola "libertà" a bordo di gommoni o precari barconi in legno.
E di questa forza dirompente si sono serviti Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo, due nomi noti a chi si interessa di fumetti. Il primo è, tra le altre cose, autore, con Fabio Brucini, di Sinai, reportage a fumetti realizzato tra le tribù tuareg dell’Egitto, e ha collaborato con Marvel, DC Comics, Glénat, Sergio Bonelli Editore e Disney. Il secondo è un giornalista, scrittore e autore di saggi e inchieste, collaboratore de «La Lettura», «l’Unità» e Wired e autore di fiabe di impegno civile, come La mafia spiegata ai bambini, L’immigrazione spiegata ai bambini e L’ecologia spiegata ai bambini.
I due siciliani scelgono allora, ancora una volta dopo Peppino Impastato – Un giullare contro la mafia, Primo, Jan Karski, Que Viva el Che Guevara, La mafia spiegata ai bambini, L'immigrazione spiegata ai bambini e The Passenger di raccontare fatti e disegnare la verità nel loro ultimo lavoro a quattro mani, Salvezza (nuovo titolo della neonata collana Feltrinelli Comics). Ci cascano di nuovo, scrivono: niente fantasy, nessuna commedia. Il 10 novembre 2017 al porto di Catania salgono a bordo dell’Aquarius, nave della SOS Méditerranée che insieme a Medici senza frontiere soccorre i migranti nel canale di Sicilia, e armati di taccuini, macchine fotografiche, registratori e pennelli, iniziano a raccontare la loro storia del grande «cimitero militarizzato» in cui si è trasformato il mar Mediterraneo negli ultimi quindici anni. Lo fanno senza alcun tono retorico o lezioso di sinistra né con quel buonismo radical chic che viene criticato a chiunque affronti il tema dei migranti. Ci sono semplicemente loro, protagonisti in prima persona, l’equipaggio della nave, la squadra di SOS Méditerranée che effettua i soccorsi, il team di Medici senza frontiere, e le donne, i bambini e gli uomini soccorsi, salvati mentre provavano a dare un senso alla parola "libertà" a bordo di gommoni o precari barconi in legno.
Ci sono i fatti così come sono avvenuti, gli odori e i suoni così come sono veramente, che «in televisione non si capiscono», i racconti così come gli autori li hanno ascoltati dalla parole dei disperati, i loro sentimenti (umani e inevitabili) così come li hanno provati di fronte a tutto questo. Non c’è bisogno che Marco e Lelio esprimano il loro giudizio sulle vicende. Per discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e disumano, è sufficiente leggere di uomini che hanno trascorso mesi nelle prigioni libiche per essere usati come merce di scambio tra gli scafisti, picchiati e seviziati se non pagavano le cifre richieste, basta guardare i tratti dei volti delle donne violentate e separate dai loro mariti, o dei neonati nati in mezzo al deserto o su un gommone, salvati col cordone ombelicale ancora attaccato e la vita appesa a un filo. Lasciamo le parole abbondanti, inutili e pretenziose che si affastellano nel vento del populismo a chi ha deciso di non guardare col cuore. Chi vuole invece combattere l’abbrutimento dell’umanità legga Salvezza, lo faccia leggere ai propri figli, lo inserisca come testo di narrativa nelle scuole. Il fumetto, ennesimo esempio eccelso del graphic journalism all’italiana dopo Kobane Calling di Zerocalcare (ironicamente citato in una delle pagine più divertenti di tutto il libro), ha le vesti di un reportage, ma l’essenza di un appello a prendere posizione di fronte a tutto quello che ci circonda.
È una testimonianza che si trasforma in memoria e che si realizza tutta all’insegna della chiarezza. A partire dal titolo, un’unica lapidaria parola che descrive la vera urgenza del XXI secolo, per continuare con le sapienti mani del disegnatore, Lelio Bonaccorso, che sceglie di colorare le tavole ad acquarelli e di prediligere (tranne nelle pagine esplicative) una palette di grigi dove spicca un unico colore, l’arancione con cui è colorata la nave Aquarius e di cui sono tinti i giubbotti di salvataggio: un colore di speranza, si dice nel fumetto. Marco Rizzo, infine, completa l’opera con una narrazione asciutta, in cui non mancano numerose scene divertenti (e umane) consumate a bordo della nave insieme a tutti gli altri personaggi, e che trova un delizioso espediente per far parlare la voce fuori campo. Un protagonista inusuale che, tuttavia, segue la stessa parabola del nostro presente: non tutte le storie sono a lieto fine.
Federica Privitera
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