Siracusa
di Delia Ephron
Fazi, 2018
Traduzione di Enrica Budetta
pp. 332
€ 17,70 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
L’autrice Delia Ephron, sorella della forse più conosciuta Nora, è diventata famosa per i suoi libri brillanti e ironici, commedie sentimentali molto apprezzate soprattutto negli Stati Uniti. Il suo ultimo romanzo, Siracusa, nonostante le premesse possano trarre in inganno diventa ben presto un noir con un finale sorprendente.
Due coppie di New York, che si conoscono ma non si frequentano nella loro vita di tutti i giorni, decidono di trascorrere una vacanza insieme in Italia, a Roma e a Siracusa. Le città vengono presentate in modo piuttosto atipico per gli standard americani, risultano infatti un mix di patrimonio artistico, talvolta trascurato e fatiscente, come se fossero vecchie signore decadenti.
Michael e Lizzie sono una delle due coppie. Lui scrittore, si è affermato per aver messo in scena un’opera che gli ha permesso di ottenere un Pulitzer quando era ancora molto giovane. Ha costruito la sua fama senza molta trasparenza, si mostra di poche parole e stanco della sua vita. Lizzie, la moglie, giornalista dal futuro professionale incerto, non sembra più innamorata del marito, ma sente il cuore battere per un uomo che da anni la fa sentire viva. Finn e Taylor sono l’altra coppia. Hanno una figlia di dieci anni, Swan, strana e introversa, ma acuta osservatrice (e ossessionata da Michael). Finn, che è stato amante di Lizzie e che ancora non le è indifferente, è un abile seduttore, “uno spirito libero”, ha un ristorante del quale non sembra poi tanto soddisfatto, forse perché sempre attento a ricercare un po’ di amor proprio che la moglie pare voglia togliergli ogni volta che decide di dire qualcosa o compiere qualche azione. Taylor, fredda e distaccata, mostruosamente attaccata alla figlia, sembra non avere vita se non, appunto, come madre di Swan.
La narrazione avviene dai quattro diversi punti di vista dei protagonisti; pur essendo una commedia, Siracusa lascia intravvedere sin da subito che il finale non potrà essere che amaro. Ci sono tradimenti, amori finiti, amicizia, lealtà e rimpianti; un sottofondo di inquietudine emerge già alle prime righe. Intrecci di vita, non detti e caratterizzazione psicologica dei personaggi rappresentano gli elementi cardine del romanzo. Esiste una sola verità? Cosa succede in un matrimonio? «I mariti e le mogli si spalleggiano, nascondendo persino a se stessi chi decide e chi si adegua» (p. 10). Cosa realmente tiene in piedi una coppia? «Flirtare era un modo per reclamare qualche cosa che avevo perso» (p. 58). Quanto il prestigio e il riconoscimento sociale siano importanti per farci sentire noi stessi? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che si susseguono in Siracusa, e che ci fanno percepire i personaggi come reali, con le loro fragilità e le loro debolezze. Difficile prendere le parti per uno solo dei protagonisti, dal momento che in ognuno ci può essere un aspetto nel quale identificarsi.
Le ultime pagine si caratterizzano per uno stile narrativo particolarmente incalzante. Tutti i protagonisti riflettono sulle vicende avvenute e gli interrogativi sembrano trovare una risposta. «[L]a cosa più dura da accettare», però, «non è ciò che è successo, ma la persona che ho scoperto di essere» (p. 330).
Elena Sassi