di Elisa Macellari
Bao Publishing, 2018
pp. 240
€ 21
In Papaya Salad, il suo romanzo grafico d'esordio, Elisa Macellari racconta una storia vera, vicina, familiare: quella del nonno thailandese Sompong. Per narrarla, l'illustratrice sceglie un contesto caldo e intimo, quello di un pranzo di famiglia a Bangkok, il primo incontro tra Elisa e suo nonno.
Superato il primo imbarazzo e senso di disorientamento, il feeling tra la bimba italiana e l'anziano thai è immediato e si riversa nella pagine.
Il risultato è una graphic novel magica e divertente, importante eppure leggera, che si snoda attraverso disegni semplici e d'impatto.
La storia da cui è nato Papaya Salad fu raccontata alla piccola Elisa e poi tramandata nel diario di nonno Sompong. Questo incredibile personaggio, caratterizzato da spiritosi occhi all'insù e un paio di grandi occhiali tondi, racconta alla nipotina la sua vita sotto forma di racconti, intervallati dalla ricetta dell'insalata che dà il titolo al libro.
Si comincia con «due tazze di papaya acerba tagliata a striscioline» e con l'infanzia del giovane Sompy nei dintorni di Bangkok. Si passa poi (tra peperoncini e salsa di pesce) alla scuola militare, fino all'arrivo nell'Europa dei primi anni Quaranta.
Qui Sompong, determinato a viaggiare e scoprire il mondo, si scontra con forze più grandi di lui, quelle della guerra, che lo costringono a una precipitosa fuga da una città all'altra.
Tutta la vita di Sompong è un'avventura che ha dell'inverosimile, del magico: dalle notti nella giungla all'incredibile storia d'amore con nonna Lek. La stessa guerra, che siamo abituati a conoscere come qualcosa di crudo e sanguinario, attraversa la vita di Sompong in modo bizzarro, visto che i prigionieri di guerra thai vivono sì confinati ma fondamentalmente liberi. Infine, per il ruolo che nella storia giocano la superstizione e la religione, in particolare il Buddha, talvolta nell'indicare una via e nel fornire oscuri presagi, talaltra nell'offrire conforto e salvezza.
Nelle scene d'insieme o nei più piccoli particolari, nelle panoramiche e nei dettagli, Macellari usa un tratto deciso e colori intensi, immagini bidimensionali e solenni come i geroglifici, capaci di entrare sottopelle. Il tutto senza perdere quella leggerezza con cui gli anziani raccontano le vicende del passato, per quanto difficili. Un vero e proprio omaggio alla memoria del nonno.
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