di Khaled Hosseini
a cura di Roberto Saviano
con illustrazioni di Dan Williams
SEM, 2018
pp. 56
€ 15 (cartaceo)
Una preghiera, una lettera, uno splendido connubio tra ciò che è parola e ciò che è immagine, un'opera di beneficienza, un pianto per chi non c'è più ingiustamente, una speranza perché certe storie restino presto un passato infame. Se, come scrive Roberto Saviano nella prefazione, «la storia, oggi, ci chiede una storia di coraggio», non dobbiamo girare la testa davanti alle migliaia di persone che negli ultimi anni sono affogate cercando salvezza al di là del mare.
E una lettera come questa scritta da Hosseini, in cui un padre scrive al suo bambino Marwan, è piena di amore e di dolore, mossa dalle onde ora promettenti ora imprevedibili di un mare che non garantisce salvezza, ma la minaccia. Le pennellate di Dan Williams sanno bene come separare il tempo dei ricordi ridenti della città come il bambino non l'ha mai vista (dove impazzano i dettagli, i colori vivaci, i contrasti) e poi, quelli della guerra, drammaticamente condivisi dal piccolissimo Marwan, che ha conosciuto la sua città in toni di grigio, sventrata dalle bombe, dove il rosso era unico contrasto. Quindi è tempo di partire: e qui il mare cambia i colori, la fa da padrone sulla pagina, si tinge del blu della sua profondità e di un tono di verde che sembra donare altra speranza.
Ma cosa è accaduto poi? Ispirato da una storia vera, Preghiera del mare è un piccolo delicato gioiello per spiegare cosa muove tanti a sfidare la sorte e l'ira del mare, pur di cercar salvezza. È un libro che leggerei a mio figlio, se ne avessi uno; un libro che consiglio alle maestre della scuola primaria, perché i bambini sanno capire molto più degli adulti, quando si tratta di trasformare immagini e parole in emozioni.
Pochi minuti di lettura, molti di più per fondere le parole di Hosseini alle immagini di Williams e integrare il tutto alla prefazione di Saviano. Regalerò Preghiera del mare agli amici, come si regala l'arte più preziosa, quella che troppi tengono nei sotterranei del proprio museo ed esibiscono quasi con vergogna: l'empatia.
GMGhioni
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