Pavia - Foto di ©GloriaGhioni |
Cari lettori, buon ottobre!
Come cominciare bene l'autunno, se non con una bella lettura? Come ogni mese, eccoci a (ri)proporvi romanzi e saggi che abbiamo amato particolarmente in questi ultimi mesi, o sempreverdi che sicuramente non perderanno foglie in questo mese...
Per ogni consiglio, trovate il link alla nostra recensione!
Buone letture,
La Redazione
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Carolina consiglia:
Philip Schulz, "La mia dislessia" (Donzelli)
Perché in questo delicato memoir l'autore, che nel 2008 ha vinto il Premio Pulitzer con la sua raccolta poetica Failure, racconta la dislessia da una prospettiva inconsueta, quella di chi l'ha scoperta in sè tardivamente e arriva quindi in età adulta a poter dare una lettura restrospettiva e illuminata della propria intera esistenza. E perché Schultz mostra come quello che sembra un limite possa invece diventare una straordinaria risorsa, dando accesso, attraverso una via non comune, a una incredibile conoscenza linguistica e a una grande sensibilità per la parola.
A chi: agli insegnanti e ai genitori che vogliono avvicinarsi alla conoscenza dei disturbi d'apprendimento con un testo breve e originale, che non vanta un approccio scientifico, ma che attraverso una storia di crescita personale fa intuire la verità più profonda su un fenomeno diffuso.
Niccolò Ammaniti, "Io non ho paura" (Einaudi)
Perché a distanza di anni continua a essere un libro che ancora funziona, un perfetto laboratorio di narratologia e contenuti da portare in classe, un sistema efficacissimo per avvicinare i ragazzi (ma anche gli adulti poco avvezzi) al piacere della lettura. E perché Ammaniti è un narratore abilissimo, che ti guida con piglio sicuro attraverso i meandri della storia, creando impressioni vividissime di quello che vuole rappresentare.
A chi: ai ragazzi delle scuole superiori, magari del biennio; ai prof. in cerca di ispirazione per nuovi testi da consigliare o portare in classe; a chi ama un narrare diretto ma mai scabro, le parole potenti, le ambientazioni epiche in cui si consumano storie solo apparentemente "piccole"; a chi vuole imparare come sconfiggere i mostri.
Cecilia consiglia:
James Westcott, "Quando Marina Abramovic morirà" (Johan & Levi)
Perché: perché Marina Abramovic è una delle più importanti e influenti artiste della scena novecentesca e contemporanea, e la biografia stilata qualche anno fa dal fidato assistente James Westcott è un buon inizio per chi vuole approfondire il suo percorso anche come donna; perché la prospettiva estetica elaborata dalla "nonna della performance art" è strettamente intrecciata con il suo vissuto, e la comprensione di certi lavori (pur nell'universalità del loro messaggio) passa anche dalla conoscenza di episodi e fatti di vita privata.
A chi: a chi andrà a visitare la mostra retrospettiva The cleaner, appena inaugurata a Firenze, e non vuole arrivare impreparato nelle sale della prestigiosa sede di Palazzo Strozzi; a chi crede che la performance art sia un clamoroso bluff e roba da esibizionisti, e pur diffidando di tutto ciò che non sia pittura e scultura vuole dare una chanche alla categoria affrontando un volume dedicato a un mostro sacro del contemporaneo; a chi segue e ammira Abramovic dai suoi esordi, perché questo libro aiuta a fare un bel ripasso, tenendo Marina per mano (senza contare la sua natura intrinseca di memento).
Fedor Dostoevskij, "Le notti bianche" (Mondadori)
Perché: è un capolavoro della letteratura russa, una lunga visione in cui siamo immersi, presi per mano da un personaggio che non si dimentica.
A chi: ai lettori che amano leggere e rileggere i classici, ai sognatori palpitanti di vita.
Federica consiglia
Miriam Toews, "Donne che parlano" (Marcos y Marcos)
Perché: da un fatto di cronaca realmente accaduto - tra il 2005 e il 2009 gli individui di sesso femminile (bambine di 6 anni comprese) della comunità mennonita di Manitoba sono stata violentate ripetutamente nel sonno (narcotizzate con un anestetico veterinario) da 8 uomini della stessa comunità - Miriam Toews crea un romanzo imperdibile e necessario, un vero manifesto in onore del potere della parola e della forza delle donne.
A chi: alle donne che cercano sempre letture formative; agli uomini che vogliono educarsi ogni giorno alla grazia, al rispetto e alla gentilezza; a chi ama i romanzi che lacerano dentro per la violenza della loro storia, sferrando pugni allo stomaco a ogni nuovo dettaglio, ma che sono così magnetici da impedire di lasciarli a metà per il troppo dolore provato.
Giulia consiglia:
Jay Asher, "Tredici" (Mondadori)
Perché: con l'inizio delle scuole è utile mantenere ben attivi due sentimenti: l'entusiasmo per il nuovo anno che va cominciando (sia per allievi che per insegnanti) e l'attenzione a quello che succede intorno a noi (sia per allievi che per insegnanti). Il bullismo è una realtà che va tenuta sotto controllo e non negata e con la lettura del romanzo di Jay Asher e/o la visione della serie Netflix non si potrà restare indifferenti al problema.
A chi: a studenti e insegnanti. Tutti possono fare qualcosa di fronte a situazioni di maltrattamenti e bullismo.
Gloria consiglia:
Michela Murgia, "Accabadora" (Einaudi)
Perché: è un romanzo-capolavoro, scritto benissimo, che ci fa immergere in una Sardegna spesso dimenticata, dove vi è fascino, orgoglio e onore: il rapporto tra tra vita e morte, famiglia e nemici, amore e riservatezza tutt'altro che scontato fa sì che il lettore si immerga completamente in una dimensione a tratti lirica, a tratti fortemente realistica. Bellissimo, poi, il rapporto tra la vecchia sarda di Soreni, Bonaria Urrai, e la figlia adottiva Maria.
A chi: a chi ama le storie di un tempo che tu (e che non tornerà, se non in simili e bellissimi omaggi). E a chi cerca nelle storie non la mera trama, ma anche la scrittura, il gusto per i dettagli talvolta scolpiti da Michela Murgia come in un cammeo.
Andrea Camilleri, "Ora dimmi di te" (Bompiani)
Perché: la vita di Camilleri e la storia in cui è stato immerso fin da giovanissimo, le battaglie politiche e la lotta per la carriera sono solo alcuni dei tanti temi intrisi in questa lettera piena d'amore per la nipotina Matilda, che si è appena affacciata al mondo. È il nonno a parlare, ma anche lo scrittore, l'esperto teatrale, l'uomo Camilleri, con tutta la sua forza espressiva.
A chi: ai cultori di autobiografie, memoir, epistolari: la letteratura non è mai stata così vera come nelle parole di Camilleri.
Sabrina consiglia:
Markus Zusak, "Storia di una ladra di libri" (Frassinelli)
Perché: perché racconta, in modo delicato, quanto la parola scritta possa “salvare”, quanto i libri possano essere importanti anche quando tutto il mondo intorno sta scivolando nella catastrofe. Anzi, sono proprio i libri che Liesel “ruba” ad aprirle una finestra su quel mondo, a renderle chiaro ciò che sta accadendo. In barba a chi i libri li bruciava.
A chi: non ha mai visto il film perché potrà regalarsi così un attimo di stupore, senza l’assillo di cercare le differenze tra l’uno e l’altro. E a chi ha già visto il film, perché è tutta un’altra cosa. In senso letterale... il film è bello, profondo e tragico allo stesso tempo, ma la storia scritta rivela, come spesso accade, piani diversi.
Stefano consiglia:
Michel Buss, "Ninfee Nere" (Edizioni e/o)
perché: è un noir interessantissimo, appassionante e sorprendente per la perfezione del meccanismo narrativo, che Bussi gestisce con la precisione di un orologiaio.
a chi: a tutti coloro che sentono il bisogno di una lettura stimolante per prevenire il senso di tristezza che accompagna la fine dell'estate.
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