Japonisme
di Erin Niimi Longhurst
di Erin Niimi Longhurst
HarperCollins, 2018
Illustrazioni di Ryo Takemasa
Illustrazioni di Ryo Takemasa
Traduzione di Daria Restani
pp. 298
€ 15
È con tanti piccoli colpi che si abbatte un grande albero. (Proverbio giapponese)
In una società votata al mito dell’eccezionale e del perfetto, che alleva i pargoli a pane e ricerca dell’incredibile, spesso non si ha il tempo di pensare a noi in quanto individui semplici e normali. Ogni cosa che facciamo deve essere straordinaria: dal lavoro, alle relazioni interpersonali, alle esperienze vissute. Lo ammette la stessa autrice di Japonisme, delizioso manuale illustrato edito da HarperCollins, Erin Niimi Longhurst, inglese da parte di padre e giapponese da parte di madre, che confeziona un piccolo gioiello di pensieri e indicazioni per non lasciarsi opprimere dal lavoro o dall’affanno di una vita frenetica.
I piccoli colpi del japonisme sono quelli che riusciranno a farci abbattere l’albero della nostra routine non sempre felice; il termine è stato coniato alla fine del XIX secolo per descrivere la passione tutta occidentale per l’arte, la cultura e il design giapponesi, arricchito oggi anche dalla musica, i film, la cucina e l’arte nipponica. L’autrice se ne appropria e lo trasforma in una raccolta di consigli pratici, suggerimenti, ricette e molto altro per arricchire la nostra esistenza: è convinta, infatti, che molti aspetti della vita culturale giapponese meritino di essere conosciuti e soprattutto adottati anche altrove; modificare il proprio atteggiamento mentale, trovare il tempo per apprezzare una buona tazza di tè, concedersi il piacere di una passeggiata nella natura sono parte di un rituale naturale nella quotidianità del Sol Levante, eppure nella loro semplicità sono gesti che possono rivelarsi davvero un prezioso antidoto ai piccoli momenti di infelicità che costellano le nostre giornate.
Ognuna delle tre sezioni del volume (in cui le parti scritte sono intervallate da splendide fotografie e raffinate illustrazioni) racconta di un aspetto a cui dedicare questo viaggio del cambiamento, prima introducendolo con parole molto belle e profonde, vicine a speculazioni filosofiche, per poi passare a vere e proprie indicazioni pratiche, da sottolineare, annotare o memorizzare tramite post-it o memo digitali.
Foto di la_effesenza |
La prima sezione è dedicata al kokoro, il termine che in giapponese rende l’intreccio indissolubile di cuore e anima nella coscienza di ognuno di noi. Per curarlo bisogna sempre tenere a mente un proprio scopo (ikigai), comprendere la bellezza del cambiamento (wabi sabi) e imparare che dalla sofferenza si rinasce del tutto migliorati (kintsugi). Così, tra consigli su come rendere sereno il nostro luogo di lavoro (avete mai riflettuto su quanto sia importante frequentare i colleghi dopo l’orario d’ufficio?), l’indicazione dei materiali necessari e delle tecniche utili per riparare le ceramiche rotte tramite la tecnica del kintsugi, alla fine del capitolo si entra in un tale stato di armonia da non vedere l’ora di scoprire in che modo estenderla al karada, il corpo, a cui è dedicata la seconda sezione del volume. E può esserci un corpo soddisfatto senza del buon cibo? Ed ecco che è in questa parte che le papille gustative si accendono di desiderio leggendo le ricette per un sushi fatto in casa o le regole di composizione della bentō box, la schiscetta alla giapponese (già il nome non rende tutto più poetico?). Gli occhi, poi, si riempiono di bellezza pensando a quanta grazia c’è dietro le composizioni di fiori realizzate seguendo l’ikebana. Ma non illudetevi: la bellezza di questa arte risiede nella difficoltà dell’apprenderla, come testimoniato dalla zia dell’autrice che ha studiato ventitré anni l’arte dei fiori. La sezione di consigli pratici dedicati alla shukanka, la trasformazione cioè di queste tecniche in routine giornaliera, chiude infine la trattazione della Niimi Longhurst. Ed è questa, forse, la parte più carente e breve di tutto il volume: quanti spunti servirebbero per trasformare ciò che si è letto in vera abitudine!
Mettendo da canto il mio amore palese per il Paese del Sol Levante che, ammetto senza vergogna, mi predispone sempre con positività in un modo quanto più lontano possibile dall’oggettività nei confronti di qualunque testo che lambisca anche solo lontanamente le bellezze giapponesi, Japonisme è una vera delizia per occhi e mente; che si voglia o meno iniziare il cammino di avvicinamento alla cultura nipponica di vivere la vita, trovo assolutamente imperdibili per chiunque le spiegazioni sugli onsen, l’architettura domestica nelle case giapponesi, la lunga ma affascinante cerimonia del tè, e molto altro ancora.
Io ho scelto di adottare sin da subito due dei consigli di Erin. Non entro nel dettaglio per non svelare troppo, ma dico che uno riguarda un rimedio all’insoddisfazione di giornate sempre uguali e un altro il repulisti del proprio guardaroba. Cosa aspettate a sperimentare la ricerca del vostro ikigai?
Federica Privitera