Letizia Battaglia a Pazza Idea 2018 Foto di Sara Deidda |
Di certo il botto
iniziale della mostra e dell'incontro con la fotoreporter Letizia
Battaglia merita ancora qualche riga d'approfondimento in più.
Trenta foto in bianco e nero narrano agli osservatori una
professionista che immortala l'anima delle sue protagoniste.
Magnetica, quasi ipnotica è la ragazza con il pallone, dotata di uno
sguardo duro e al contempo profondo. Una donna, resa immortale negli
anni più belli della sua giovinezza, che ha la storia di un incontro
successivo con la fotografa in tempi in cui ragazza più non è.
Oppure le foto di morte, quelle più apprezzate e caratteristiche di
Battaglia. Sono diverse, sono crude, sono la rappresentazione fisica
del tempo che si ferma sulla pellicola e sulla vita. Ve n'è una, in
particolare, che illustra la morte di tre persone, che fa vedere dunque tre cadaveri, corpi che sono la parte più pesante dell'anima, contrapporsi alla leggerezza e al
lato frivolo della vita con il poster di Carmen Russo svestita con un
pallone, in onore dei campionato mondiale di calcio del 1982. Una scena che si può
repentinamente collegare alle più recenti opere cinematografiche di
Quentin Tarantino. Vi è in scena la morbidezza dei corpi rilassati
nel divano, nella poltrona e nel pavimento, contro la rigida e
studiata posa della soubrette più in voga in quegli anni. Ancora,
tornando alla vita, c'è il ritratto di una giovane e bella donna
fotografato a metà, in un simmetrico e sublime gioco di luci e
ombre, che valorizza la perfezione di un volto ad occhi chiusi.
Ebbene, i soggetti
prediletti di Letizia Battaglia sono proprio le donne, come dichiara
durante l'incontro che l'ha vista regina “Un bicchiere di
realtà. Una lunga storia d'amore e fotografia”:
“Amo fotografare le donne perché sono solidale: devono ancora superare tanti ostacoli verso la felicità, in questa società maschilista che le vuole eternamente giovani, belle, con una concezione dell'amore che spesso, in realtà, è solo possesso. E cerco gli occhi profondi e sognanti delle bambine: mi ricordano me stessa a dieci anni, quando mi resi conto, di colpo, che il mondo non era poi così bello. Ecco perché le bimbe che ritraggo non ridono mai: le voglio serie nei confronti del mondo, come lo sono stata io”.
Neri Marcoré, Pierluigi Vaccaneo e Renato Chiocca Foto di Sara Deidda |
La terra e la morte.
Terra rossa terra nera;
tu sei come una terra;
anche tu sei collina;
hai viso di pietra scolpito;
di salmastro e di terra;
sei la terra e la morte.
Farian Sabahi Seyed e Stefano Salis Foto di Sara Deidda |
“Seyed vuol dire “discendente del profeta Maometto” e nella casa della mia famiglia discendiamo dall'ottavo imam. […] Gli imam sono i discendenti legittimi dell'islam sciita del profeta Maometto ed è un titolo religioso, nel mio caso, declinato al maschile. Io sono nata e cresciuta ad Alessandria, in Piemonte. Mio papà è iraniano e mia mamma è italiana. Quando mio papà è andato all'anagrafe a registrare la mia nascita non parlava così bene l'italiano o forse l'ufficiale dell'anagrafe non voleva dargli retta”.
Argomenta e spiega che è
stata battezzata da sua nonna materna, senza l'autorizzazione dei
suoi genitori. E che da adulta ha richiesto di essere “sbattezzata”,
pratica sempre più in voga ed esigenza quanto più soddisfatta negli
ultimi tempi, che in verità non ha alcun valore ai fini religiosi e
legali.
L'entusiasmante incontro,
moderato dal competente giornalista Stefano Salis, è stato
realizzato grazie alla collaborazione di un'altra manifestazione
sarda degna di nota, Storie in Trasformazione, manifestazione
di letteratura sociale che si distingue sullo scenario culturale per
proporre temi e libri mai scontati o banali, ma anzi al passo con la
contemporaneità e le sue problematiche, nonché con le sue chiavi
vincenti di apertura culturale, oltre che mentale.
Oggi è in corso l'ultima
giornata di Pazza Idea che, siamo certi, avrà altre vincenti carte
da giocare l'anno prossimo e così a seguire negli anni futuri ancora.
Quanto prima avremo cura di
“recensire” sul sito altri coinvolgenti incontri.
Alessandra Liscia
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