Laini Taylor a PLPL18. Foto di @la_effesenza |
L'hype è alle stelle. La tensione (positiva) pure. Nell'istante precedente allo sgorgare delle lacrime di tutti i ragazzi che erano accanto a me, mi sono chiesta se mi trovassi a un concerto rock o a un evento letterario. L'euforia si è, allora, impadronita anche di me e in men che non si dica sono entrata nel mood richiesto: entusiasmo alle stelle, energia trainante trangugiata a litri.
Perché quello a cui stavo per partecipare era un incontro esclusivo organizzato da Fazi Editore e riservato a una cerchia ristretta di appassionati delle opere di Laini Taylor, autrice statunitense di titoli young adult che, senza giri di parole, può essere considerata la regina del genere nel panorama letterario italiano (ma non solo). Ed io, tra le più attempate blogger presenti, mi sono immediatamente chiesta quando sia successo che un genere considerato di serie B dalla maggior parte dei critici e degli addetti ai lavori, si sia macchiato della gravissima colpa di coinvolgere giovani nella lettura. Ecco quindi che, dopo aver sferrato il mio sguardo più truce alla torre eburnea in cui fior fiori di esperti si barricano in difesa delle belle lettere, sono entrata nella stanza gialla in cui Laini Taylor ci aspettava, in tutta la sua simpatica persona dalla capigliatura rosa evidenziatore, e ho realizzato quanta bassezza ideologica si celi dietro tanti giudizi sulla letteratura per i giovani adulti.
Una prima impressione confermata in ogni momento dell'incontro, svoltosi interamente all'insegna della confidenza e della familiarità, visto che la Taylor si è messa completamente a disposizione delle domande di tutti noi, autorizzati a chiederle qualunque cosa. Grazie all'aiuto dell'interprete (in certe fasi quasi inutile, dato che la stragrande maggioranza dei presenti era in grado di comprendere l'inglese - altra gravissima colpa della letteratura YA, quella di avvicinare i giovani alle lingue straniere), siamo stati in grado di conoscere di più sull'autrice che ha incantato il mondo con Il sognatore (Strange the dreamer nell'originale inglese), spaziando dalla sua attività di scrittrice a quella di lettrice. Ecco quindi che la Taylor afferma di non avere un personaggio in cui sente di identificarsi di più tra i suoi protagonisti, sebbene nel suo ultimo romanzo uscito in inglese e non ancora disponibile in italiano ci sia molto della Laini adolescente, e di non avere nemmeno un unico personaggio del cuore (anche se Lazlo de Il sognatore incarna un po' la quintessenza di quello che ha sempre cercato di creare con i suoi figli letterari). Entrando poi (senza spoiler, ma tutti all'incontro avevano letto il libro almeno un centinaio di volte) ci ha svelato alcune scelte narrative prese nella genesi del romanzo. Se è vero che le fasi più ardue sono quelle che la vedono impegnata nella scrittura degli inizi (confessa di averne scritti più di una ventina prima di aver trovato quello definitivo), quando ha pensato alla storia de Il sognatore ha avuto sin da subito chiara a volontà di non raccontare in che modo i cattivi siano stati sconfitti, dato che il romanzo inizia già a cose fatte, ma abbia scelto di soffermarsi sulle sfumature dei suoi personaggi, inclusi proprio i cattivi e i potenti.
Perché in fondo non c'è solo bianco o nero e anche dietro i gesti della persona più malvagia del mondo possono esserci delle ragioni. Per questo più che alla lotta tra il bene e il male sono stata sempre più interessata alle lotte emotive, anche interiori, che possono nascere in ognuno di noi.
Anche la sconfitta del nemico non è mai l'unica soluzione alle cose: la Taylor fornisce allora un profondo insegnamento letterario, quello di cogliere le sfumature delle cose e degli eventi.
Foto di @la_effesenza |
Ridendo, poi, ha confessato di non avere sempre un piano di scrittura ben preciso e ha usato un'immagine marina per dare meglio l'idea: preferisce navigare senza mappa, ma purché lungo la navigazione siano disseminate delle boe; piccoli appigli certi, messi a monte, che non la costringono ad andare alla deriva, ma nemmeno a navigare lungo un percorso predefinito. Alla nostra domanda di svelarci quale siano stati i suoi modelli letterari, ha un attimo esitato: il fantasy ha trasformato la bambina Laini nella lettrice Laini, anche se durante il periodo degli studi universitari abbia completamente abbandonato questo genere di libri. Pensandoci un po' su, alla fine, ha indicato un anno e un libro come spartiacque della sua vita: nel 1998 legge su un giornale la recensione a Harry Potter e la pietra filosofale. Da quel momento, l'illuminazione di voler tornare al nuovo mondo fantasy iniziato dalla Rowling, in cui tutto quello che si sapeva sulla letteratura fantastica per ragazzi viene modificato radicalmente:
Sono grata a Harry Potter per aver aperto queste mille possibilità di raccontare il fantastico e di avermi fatto capire di volerne fare parte.
Prima delle foto e del firmacopie e a partire dalla citazione di Harry Potter, allora, la Taylor ha riflettuto insieme a noi sui concetti di lettura e letteratura (ed è in questo nodo che l'incontro si è trasformato, per me, in un'illuminante presa di coscienza sulla portata della letteratura per adolescenti): molti considerano i titoli YA, ancor di più se fantasy, la minaccia pericolosa che ha turbato, e sta continuando a turbare, le coscienze dei giovani di oggi, rovinandoli nello spirito quanto nell'aspetto. Invece la letteratura YA deve essere vista come la dispensatrice di messaggi positivi di umanità e fratellanza. Non per forza chi legge Hunger Games deve essere un reietto della società. E il fantasy, dal canto suo, scopre il mondo e lo offre da mille punti di vista diversi:
La verità è che i critici del fantasy o dei titoli YA non hanno mai letto un titolo fantasy; lo criticano a prescindere perché questo si pretende da chi parla di letteratura.
Consigliando, infine, a chi vuole scrivere di fare tanto brainstorming con se stessi e di iniziare a buttare giù una storia senza starci a pensare troppo su, l'incontro volge al termine, lasciando un piacevole ricordo di un'esperienza di crescita e conoscenza. Perché scrivere male di qualcosa, a prescindere, non è mai positivo. Non è un caso, del resto, che a dirlo sia stata l'autrice che ha trasformato il genere fantasy per ragazzi in un'opera letteraria che tanti scrittori per adulti non riusciranno a produrre mai nella loro carriera.
Federica Privitera