di Pif
Feltrinelli, 2018
pp. 186
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Ecco gli ingredienti della vita quotidiana di Arturo: sciù con la ricotta al punto giusto, appartamenti (è agente immobiliare), chiacchiere e tante menzogne (fa l'agente immobiliare, appunto), partite di calcetto con i colleghi e di nuovo sciù. Lui non vede molte possibilità di cambiare la sua routine, almeno finché davanti a una vetrina di pasticceria incontra la donna della sua vita: lui, almeno, la pensa così fin da subito e il colpo di fulmine sembra ricambiato. Immaginate che sorpresa quando Arturo scopre che la ragazza, Flora, è una talentosa pasticciera! Davvero sembra che Arturo non possa chiedere altro nella sua vita: lei è bella, ha personalità e abbastanza determinazione per staccarsi dalle pasticcerie di famiglia e aprirne una tutta sua. Però c'è un problema: Flora è religiosa, e anche tanto. Arturo, che ha sempre pensato che i sacramenti fossero una tappa obbligatoria dell'infanzia, si trova a mettere in dubbio tutto, persino la possibilità di avere un futuro con Flora. Almeno finché non si ripromette di provarci, ovvero di provare a essere un perfetto cattolico per tre settimane.
Inizia così una esilarante commedia degli equivoci: seguendo alla lettera il cattolicesimo, Arturo manifesta buon cuore, certo, ma la sua intransigenza aumenta a vista d'occhio e minaccia tutto, persino il suo lavoro e il motivo per cui ha iniziato tutto, cioè la relazione con Flora.
Ma al di là della risata di gusto, c'è anche una riflessione sulla presenza spesso stereotipata della religione nelle vite di tanti credenti e praticanti (di recente è uscito anche un altro libro che tratta, sebbene in modo diverso, lo stesso tema). Arturo si avvicina al cattolicesimo con la determinazione di chi, a qualunque costo, decide di seguire la parola di Dio. Piccolo dettaglio: credere non prevede determinazione né una decisione razionale, ma richiede fede. Arturo dovrà scoprirlo a sue spese, perché diventare cattolico non è certo un percorso facile come si era immaginato! Nella caotica e folcloristica Palermo, di cui Pif non manca di rilevare i tratti caratteristici (sempre con il sorriso sulle labbra), Arturo prova a farsi spazio con la sua "croce", ovvero le sue tre settimane di cattolicesimo estremista.
La commedia si muove tra colpi di scena abbastanza prevedibili viste le premesse, ma ugualmente piacevoli, soprattutto per l'originalità del protagonista: anche se Arturo non è sempre simpatico (chi di noi lo è?), è stranissimo in modo narrativamente convincente, a volte lo si vorrebbe schiaffeggiare per riportarlo alla realtà e ricordargli che le questioni di principio non sempre pagano... E poi ammettiamolo: dopo aver letto la sua passione per la ricotta, andrete anche voi in cerca di sciù per la vostra colazione!
GMGhioni